EFFETTO CULATELLO A SIENA: BERSANIANI SCONFITTI ALLE PRIMARIE, IL SEGRETARIO SI DIMETTE

1 - IL RENZIANO VALENTINI VINCE LE PRIMARIE A SIENA
Camilla Conti per "Il Fatto Quotidiano"

Il Pd senese che ieri ha chiamato i suoi elettori a scegliere il candidato sindaco per le amministrative del 26 e 27 maggio. E ha subito fatto i conti con l'astensione: anche in questa città rossa alle promesse di cambiamento non crede più nessuno. I risultati definitivi si conosceranno oggi ma alla chiusura dei seggi, ieri sera alle 20, l'affluenza registrata era molto più bassa (4600 votanti) rispetto alle tornate storiche.

Pesa il disastro Monte Paschi. Ma anche il tira e molla interno al partito che alla fine ha portato a segnare sulla scheda solo due nomi: l'attuale primo cittadino di Monteriggioni Bruno Valentini, funzionario del Mps renziano ma sponsorizzato anche da Luigi Berlinguer, e Alessandro Mugnaioli, ex vicesindaco della giunta guidata da Franco Ceccuzzi (dimesso l'anno scorso dopo la mancata approvazione del bilancio, vincitore delle primarie a febbraio e poi ritiratosi dalla corsa elettorale perché coinvolto insieme all'ex presidente di Mps Giuseppe Mussari nell'inchiesta della procura di Salerno sul crack del pastificio Amato).

La campagna elettorale si è giocata sul Monte. Valentini ieri sera era dato per vincente con 510 voti di scarto: qualche giorno fa ha dichiarato di vergognarsi che "Mussari sia stato il principale finanziatore del mio partito". E Mugnaioli che ha chiesto di far tornare a Siena i capitali sequestrati dalla magistratura "come risarcimento di tutta la comunità". Le primarie del Pd sono anche considerate come il primo banco di prova per i futuri assetti di potere.

A cominciare da quelli della Fondazione Mps, di cui il Comune elegge 8 dei 16 componenti della deputazione generale, in base all'attuale statuto che sta per essere modificato ma che probabilmente sarà ancora in vigore al momento del rinnovo dei vertici dell'ente fissato per luglio. Decisive saranno, dunque, le comunali di fine maggio: Pd contro gli altri candidati: dai grillini alla lista civica l'Associazione 53100 cui aderisce anche Fabio Pisillo, l'avvocato di Mussari.

2 - PD: SIENA, SI DIMETTE SEGRETARIO COMUNALE CARLI
(ANSA) - Giulio Carli si e' dimesso dalla carica di segretario dell'unione comunale del Pd di Siena. Lo ha annunciato lui stesso questa mattina in una conferenza stampa nella sede del partito sulle liste in vista delle prossime amministrative di fine giugno. Nelle primarie svolte sabato per la scelta del candidato sindaco del partito, Bruno Valentini aveva battuto Alessandro Mugnaioli. ''Ci pensavo da mesi, non dipende dal risultato delle primarie. Si chiude una fase politica, adesso lavorero' per Bruno Valentini''. Con queste parole Giulio Carli ha spiegato la sua decisione di dimettersi da segretario dell'unione comunale del Pd di Siena, annunciata nel corso della conferenza stampa che era stata convocata in mattinata ''per analizzare il risultato delle primarie e per comunicare le prossime tappe verso le elezioni comunali''.

Proprio il mancato invito alla conferenza stampa aveva scatenato le ire di Bruno Valentini, sindaco di Monteriggioni vincitore delle primarie di sabato per la scelta del candidato del Pd alla poltrona a primo cittadino di Siena: ''Si comincia subito col piede sbagliato - aveva scritto in mattinata su Facebook Valentini, che sabato ha riportato il 55% delle preferenze contro Alessandro Mugnaioli -. Visto che io sono il candidato sindaco del Pd e mi pare giusto concordare un passaggio importante come la formazione della lista, e' un errore che rischia di farci tornare alle frizioni dei giorni scorsi.

Questa iniziativa autonoma del Pd comunale mi fa riaffiorare i dubbi sulla adeguatezza del segretario Carli a condurre con equilibrio questa fase delicata. Forse anche lui avra' delle riserve su di me, chissa'? Ma l'esito delle primarie e' senza appello e deve farsene una ragione. Non replichiamo a Siena le divisioni romane!''.

Carli e' considerato vicino alle posizioni dell'ex sindaco Ceccuzzi, nella cui giunta Mugnaioli e' stato assessore. ''Quest'intervento non mi e' piaciuto. Il clima di eccessivi attacchi personali e' uno dei motivi che mi hanno fatto pensare di andare via'', ha risposto in conferenza Carli, ricordando pero' anche: ''Quando sono stato eletto nel giugno 2011 il mio doveva essere un incarico breve, ho posto diverse volte il problema del ricambio e mi era stato chiesto di restare''.

Sulla nuova fase, Carli dice: ''Si chiude un'esperienza in cui ho messo il massimo impegno e si apre la campagna elettorale per sostenere Valentini, ed e' giusto che sia lui col suo comitato a coordinarla, ho fatto questa scelta per senso di responsabilita'. Da parte mia avra' un sostegno critico ma anche leale. Continuero' a lavorare per la formazione delle liste insieme alla direzione comunale, poi lascero' definitivamente''.

 

CECCUZZI MUSSARI AMATO franco ceccuzzi LANCIO DI MONETINE A MUSSARI IN PROCURA jpeggiuseppe mussari Sede MPSLuigi Berlinguermonte dei paschi di siena

Ultimi Dagoreport

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…