È VIALE MAZZINI O VIALE CASINI? - MONTIMER DILAGA IN TV E IL DIRETTORE DI RAIUNO GIANCARLO LEONE, IN QUOTA PIERFURBY-MONTI, SI BECCA UN CAZZIATONE DA UN ALTRO MONTI-BOY, IL DG GUBITOSI, PER AVER INVITATO IL PREMIER A “DOMENICA IN” - AGENDA MONTI, DAL 10 GENNAIO CAUSA PAR CONDICIO, È COSTRETTO A RIPIEGARE SU CONVEGNI E TAVOLE ROTONDE - BEPPE GRILLO CONTRO RAI3: “DEVE CHIUDERE, FA DISINFORMAZIONE…”

1 - L'AVVERTIMENTO DEL PD A PALAZZO CHIGI "BASTA OCCUPARE GLI SPAZI TELEVISIVI" IL PROFESSORE: NON SONO SOVRAESPOSTO
Carmelo Lopapa per "la Repubblica"

Si ritrova il Professore a UnoMattina e perde le staffe, come se una settimana fa in quello studio non ci fosse stato anche lui. Dall'altra parte la segreteria Pd, che ormai ha dichiarato guerra in campo aperto all'inquilino di Palazzo Chigi.

Mario Monti certo non ha fatto nulla per passare inosservato, con i nuovi affondi agli «estremi» degli schieramenti, prendendo di petto ancora una volta Fassina in casa Pd e la Cgil. La misura è colma, per la segreteria dei democratici. Ormai non solo sul piano dei contenuti. Ma anche su quello del metodo. «C'è un serio problema di sovrapposizione tra il ruolo di presidente del Consiglio e di candidato premier di una coalizione» fanno notare da Largo del Nazareno.

Di fatto, è il ragionamento, lo stesso problema emerso pochi giorni fa con l'incidente generato dalla pubblicazione dell'Agenda Monti sul sito di Palazzo Chigi, poi cancellata, meglio ritirata dal sito dopo le prime contestazioni. I dirigenti più vicini a Bersani parlano di un «uso non consono delle istituzioni: c'è un problema di occupazione degli spazi televisivi che riguarda Monti anche se non solo lui». Siamo quasi alla equiparazione tra lo show down del Professore e l'overdose mediatica alla quale si è abbandonato da settimane Silvio Berlusconi.

E se il segretario del Partito democratico non ha fatto altrettanto, fanno notare i suoi più stretti collaboratori, è stato proprio per non dare copertura e alibi a questo andazzo, a un atteggiamento ritenuto «scorretto». Nessuno fa mistero del pressing esercitato proprio dal fronte Pd nei confronti del presidente della commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli. Autorità di controllo che del resto era stata già «stressata » di buon mattino da Paolo Bonaiuti per conto del Cavaliere.

Mario Monti non si sente affatto in colpa. Lo ha ripetuto a Pier Ferdinando Casini, Gianfranco Fini, Mario Mauro incontrati ieri sera a Montecitorio al termine di una giornata assai delicata per fare il punto su liste e simboli della coalizione-partito. Anche perché a UnoMattina era sì andato non più tardi di venti giorni fa, ha spiegato, «ma solo per parlare del premio Nobel all'Unione europea», era insomma nelle vesti di presidente del Consiglio ancora nel pieno delle sue funzioni, prima delle dimissioni che sarebbero state poi formalizzate il 21 dicembre.

«Io questa sovraesposizione non l'ho notata affatto», gli hanno sentito dire i suoi interlocutori. Il premier non ha elencato le apparizioni più recenti, i suoi collaboratori però lo fanno: dopo la prima a UnoMattina, giusto "Che tempo che fa" a dicembre ma per presentare l'ultimo libro, poi la conferenza di fine anno e ancora "In Mezzora" dall'Annunziata, domenica 23, quindi Radio Anch'io due giorni fa.

L'irritazione dei suoi avversari nasce tuttavia dalla «onnipresenza» del presidente del Consiglio nei tg, sebbene imposta dal ruolo ricoperto da Monti fino a due settimane fa. Irritazione che nelle ultime ore era divenuta preoccupazione soprattutto in vista della «passerella » prevista per domenica. In quello stesso contenitore assai "pop" che è l'Arena di Domenica In condotta da Giletti. Già proscenio del memorabile show di Silvio Berlusconi.

Così, a ritrovarsi in corner, costretto a intervenire con una certa tempestività, è stato il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi. In Viale Mazzini raccontano come proprio il dg di imprinting «montiano » abbia strigliato con una certa energia il direttore di RaiUno Giancarlo Leone.

Ritenendolo responsabile della scelta «distratta» di consentire al leader politico Monti di intervenire in una trasmissione di intrattenimento giusto domenica 6 gennaio, giorno dell'Epifania. In netta violazione rispetto alle indicazioni che il cda Rai aveva fatto proprie lo scorso 19 dicembre: apparizioni di politici vietate negli spazi di intrattenimento almeno nelle festività natalizie: 24, 25, 26 dicembre, 1 e 6 gennaio.

Domenica In diventa dunque out, per il Professore. E Gubitosi ha confidato ai suoi collaboratori come, dopo lo strappo di questi ultimi giorni (era insorto anche dopo UnoMattina con Berlusconi il 27 dicembre), «una qualche forma di correzione sarà necessaria ». In casa Pdl esultano e considerano lo stop un loro successo. «Berlusconi era stato massacrato, l'intervento di Zavoli era il minimo e Gubitosi ha fatto bene a svegliarsi» dice Giorgio Lainati membro della commissione di Vigilanza.

Sta di fatto che per quel genere di correzioni di cui parla il dg Rai il tempo ormai stringe. Ieri il varo del regolamento in commissione: dal 10 con la par condicio cala la saracinesca sulla politica in tv, fatte salve le tribune elettorali.

Non a caso, Monti da quel momento cambierà strategia e si materializzerà in convegni e tavole rotonde in varie regioni, come è stato deciso in quella sorta di "Stati generali" del nuovo partito che è stato il vertice tenuto dallo stesso leader coi ministri Riccardi, Catania, Balduzzi, Moavero e poi con Ichino, Mario Mauro e i dirigenti di Italia Futura in un albergo romano. «Bisogna spiegare in concreto questa benedetta Agenda Monti, ma tra la gente» gli hanno spiegato. Strappando al premier un sì condizionato: tutto fuorché comizi.

2 - BEPPE GRILLO: "CHIUDERE IL TG3 FA DISINFORMAZIONE"
Da "la Repubblica"

«Raitre deve chiudere, fa disinformazione ». Beppe Grillo torna a lanciare i propri strali polemici e, attraverso il suo blog, attacca l'azienda televisiva di Stato. Questa volta, a scatenare le ire del comico genovese, un servizio del Tg3 che sottolineava come il MoVimento 5 Stelle disprezzasse i rimborsi elettorali ma, parallelamente, organizzasse delle raccolte fondi tra i militanti per finanziare la campagna elettorale. «Il contributo richiesto - tuona Grillo nel post - è assolutamente volontario ». Il cdr del Tg3: «Rispediamo al mittente le sue critiche».

 

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