ENRICHETTO VOLA IN EUROPA PER INCASSARE L’UNICA FIDUCIA CHE CONTA: QUELLA DELLA MERKEL

M. Gal. Per il "Corriere della Sera"

Berlino, poi Parigi e infine Bruxelles. Esattamente come fece Mario Monti. Presentarsi, discutere con i nuovi partner, ma anche segnare un confine netto e preciso, «dare subito segno che il nostro Paese è europeista».

Tre capitali per un tour in qualche modo obbligato. Oggi pomeriggio confronto, poi conferenza stampa congiunta, infine cena di lavoro con la cancelliera Angela Merkel. Di risanamento economico l'Italia sta morendo, ha detto Letta a Montecitorio; un allarme condiviso anche da una fetta del sistema economico tedesco. Di certo sarà argomento di confronto con colei che rappresenta il simbolo del rigore e dell'austerity, imposta a tutti i Paesi europei che hanno squilibri di bilancio e debiti pubblici elevati.

Nel programma annunciato in Parlamento dal presidente del Consiglio si intravede una corposa variazione delle misure fiscali e di budget: dovranno essere a saldo invariato o Letta ha intenzione di lottare per un allentamento dei vincoli imposti dal Consiglio europeo, dove di solito la linea di Berlino si impone come maggioritaria, insieme ai Paesi del Nord Europa?

Letta ieri ha precisato che tutto avverrà «entro i vincoli europei», ma è noto che questi possono essere più o meno flessibili, a seconda della situazione contabile del Paese sotto osservazione. Un discorso che proseguirà il giorno dopo, il primo maggio, all'Eliseo, con il presidente francese Hollande, che potrebbe avere più di un motivo per appoggiare le richieste italiane di un allentamento del rigore deciso in sede comunitaria. E non è un caso che il breve tour europeo del neopresidente del Consiglio si concluda e non inizi a Bruxelles.

Nella capitale belga il capo del governo italiano vedrà sia Van Rompuy che Barroso, con il presidente del Consiglio e quello della Commissione discuterà degli spiragli che esistono per l'economia italiana dopo averne discusso con gli azionisti di maggioranza, se così si può dire, dell'Unione. Di certo Letta dovrà dire come intende coprire eventuali minori entrate, dove eventualmente andrà a tagliare la spesa pubblica, illustrando probabilmente più di quanto emerso ieri in sede parlamentare.

Per i nostri interlocutori europei il nuovo governo di Roma sarà anche una novità: il volto giovane di Letta rappresenterà fonte di curiosità, porterà con sé la novità delle larghe intese di marca italiana; un metodo che in Germania e Olanda, e in tanti altri Paesi della Ue, può costituire semplicemente una strada obbligata dall'esito di elezioni senza vincitori, ma che in Italia rappresenta molto di più.

Dopo anni di scontri italiani «esportati» nei palazzi della Ue e nelle Cancellerie comunitarie il presidente del Consiglio presenterà il volto inedito di un'Italia che ha destra e sinistra nello stesso esecutivo, nell'interesse prevalente del Paese. Di certo non saranno poche le domande, e lo stupore, degli interlocutori di Enrico Letta.

 

 

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