enrico pazzali samuele calamucci carmine gallo

LA CHIESA, IL RIFUGIO DEI PECCATORI E DEGLI SPIONI – ENRICO PAZZALI, PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ “EQUALIZE”, STAVA PENSANDO DI TRASFERIRE IL SERVER ITALIANO, USATO PER LE OPERAZIONI ILLECITE, AL PALAZZO ARCIVESCOVILE DI MILANO, UN LUOGO ESTREMAMENTE SICURO”. IL TRASLOCO SAREBBE STATO MOMENTANEO, PRIMA DI SPOSTARE LE APPARECCHIATURE IN OMAN – PER AMMANTARE DI LEGALITÀ GLI ACCESSI ABUSIVI CON I CLIENTI, L’HACKER CALAMUCCI MILLANTAVA UN ACCORDO “CON LA PROCURA E LA PREFETTURA”

Estratto dell’articolo di Claudia Guasco per “il Messaggero”

 

ENRICO PAZZALI

Gli investigatori fotografano il gruppo di via Pattari come «un'organizzazione criminale ramificata in ascesa». Che progetta l'apertura della filiale di Londra, dispone - come rivela uno dei soci in un'intercettazione - di un archivio con 800 mila Sdi, cioè informazioni ottenute con accesso abusivo alla banca dati delle forze dell'ordine, e che in meno di tre anni ha «dossierato 767 persone», stima peraltro al ribasso.

 

Per questo la squadra di Equalize […]  si attiene a «modalità formali attraverso cui camuffare e occultare le operazioni illecite». Regola numero uno, la sicurezza. Tant'è che tra i progetti c'è il trasferimento dell'attività in una stanza del palazzo Arcivescovile di piazza Fontana, dietro al Duomo, residenza ufficiale dell'arcivescovo di Milano.

 

nunzio samuele calamucci

[…] L'idea è di Enrico Pazzali, presidente della società e autosospeso numero uno della Fondazione Fiera Milano. Lo scorso 14 settembre i carabinieri del Nucleo operativo di Varese captano una conversazione tra il socio ex super poliziotto Carmine Gallo e Nunzio Calamucci, la mente tecnologica del gruppo. Gallo informa il sodale che Pazzali intende contattare Fulvio Pravedelli, consulente presso la Veneranda fabbrica del Duomo, ente preposto alla conservazione della cattedrale. Obiettivo: «Ottenere un ufficio all'interno dell'arcivescovado di Milano».

 

carmine gallo

Spiega Gallo: «Lunedì devo chiedere a Pravedelli se si libera un ufficio, perché a lui piace molto l'arcivescovado, lì dove metto la macchina io». La stanza verrebbe utilizzata «come sala riunioni», ma il presidente vorrebbe trasferire nel palazzo cinquecentesco anche i server di Equalize, «un luogo estremamente sicuro», annotano gli investigatori.

 

La società dispone di un server in Italia, uno in Gran Bretagna e un altro in Lituania, Pazzali vorrebbe rivedere la mappa e durante una riunione ventila di portare tutte le apparecchiature in Oman, «dove le norme sono permissive» […].

 

SAMUELE CALAMUCCI E CARMINE GALLO

Lo spostamento nell'arcivescovato appare tuttavia una soluzione pratica e immediata, oltre che all'altezza dell'immagine del gruppo grazie al prestigioso portafoglio di nominativi acquisito nel corso del tempo. Rimarca Calamucci: «Siamo partiti come Ikea, ci stiamo trasformando in boutique eh...».

 

Il problema è che alcuni clienti chiedono una certificazione delle analisi economico-finanziarie e di carattere «reputazionale» fornite dalla squadra. È il caso della responsabile di un'azienda farmaceutica che si presenta nella sede di via Pattari a dicembre 2022, perplessa poiché non si spiega come «possano essere raccolte anche informazioni di polizia e giudiziarie».

 

PALAZZO ARCIVESCOVILE DI MILANO

Per giustificare la capacità di accedere a banche dati istituzionali protette da misure di sicurezza, comprese quelle dell'Agenzia delle Entrate, del ministero dell'Interno e della Presidenza del consiglio, Carmine Gallo e Nunzio Calamucci «affermano di essere titolari di un'apposita licenza investigativa».

 

[…] E in un'altra intercettazione il tecnico si spinge oltre: per ammantare di legalità di accessi abusivi allo Sdi, spiegano i carabinieri, racconta che le informazioni «sarebbe il frutto di un accordo con la Procura e la Prefettura». Assicura Calamucci: «Più di una volta ne abbiamo discusso in un tavolo con la coordinatrice della Dda di Milano Alessandra Dolci e con il Prefetto. Io paleso un'esigenza, vado dal Prefetto, guardi che sto facendo un KYC su questa persona, abbiamo l'evidenza che è un criminale, quindi tutto quello che abbiamo fatto ve lo diamo, in cambio io vorrei completare il lavoro. Allora c'è questo scambio!».

 

enrico pazzali

Sono millanterie, «affermazioni tanto calunniose quanto manifestamente contrarie al vero, anche solo in ragione dell'assoluta inattuabilità di un simile scambio», sottolineano gli investigatori. Per i quali «le fantasiose invenzioni di Calamucci contribuiscono a metterne in luce l'estrema pericolosità […]».

 

Per tutelarsi, la rete di presunte cyber-spie aveva un piano «segreto nel cuore», parole sempre di Calamucci. «Safe Harbour» - Porto sicuro - una società schermo preziosa in caso di accertamenti e indagini, costituita presso l'indirizzo di residenza di Giulio Cornelli, uno dei giovani hacker della compagine. L'operazione […] avrebbe consentito a Equalize «non solo di drenare risorse, movimentandole dalle società capofila, ma anche di allontanare da via Pattari la catena di formazione, realizzazione e distribuzione dei report e di gestione della piattaforma Beyond».

samuele calamucci Carmine Gallo al tribunale di milanomarco malerba giuliano schiano giulio cornelli samuele calamucci massimiliano camponovo carmine gallo

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?