SCHERZI DA PRETE - IN CASA DI PAOLO GABRIELE LA GENDARMERIA HA TROVATO, OLTRE A CARTE RISERVATE DEL PAPA, UNA LISTA DI GIORNALISTI DESTINATARI DEI DOCUMENTI - PER GLI INQUIRENTI LE ALTRE FUGHE DI NOTIZIE NON SCAGIONANO IL MAGGIORDOMO, ANZI FAREBBERO PARTE DI UNA STRATEGIA CHE PUNTA A DIPINGERE “PAOLETTO” COME UN CAPRO ESPIATORIO - POTREBBE ESSERE ANCHE UN MESSAGGIO PER DISSUADERLO DAL COLLABORARE, COME DIRE, “NON TI ABBIAMO ABBANDONATO”…

Giacomo Galeazzi per "la Stampa"

Sono stati gli ultimi documenti passati all'esterno ad incastrare il corvo e i suoi complici. E ora quell'ultima, fatale fuga di documenti servirà come duplice prova: nel procedimento contro il maggiordomo e nella rogatoria per chi ha ricevuto da lui le carte trafugate. Ormai tra quanti indagano su «Vatileaks» nessuno crede che Paolo Gabriele sia soltanto un «capro espiatorio».

Ad aggravare la sua situazione è il fatto che in casa la Gendarmeria gli abbia trovato, oltre alle carte riservate di Benedetto XVI, una lista di giornalisti destinatari dei documenti sottratti nell'appartamento papale. Da tredici giorni l'aiutante di camera di Ratzinger è detenuto in una cella di sicurezza della caserma vaticana e oggi sarà interrogato dal magistrato che gli contesterà l'accusa di furto aggravato.

Quanto finora appreso dai gendarmi e dai cardinali della commissione cardinalizia d'inchiesta, adesso dovrà essere messo a verbale (eventuali complici e mandanti inclusi). Per questo i tre porporati Herranz, Tomko e De Giorgi intensificheranno i colloqui con i prelati di Curia sospettati.

Per il momento il maggiordomo infedele rimarrà in isolamento in una cella di quattro metri per quattro. Troppo delicata è l'inchiesta e troppo forte il rischio di inquinamento delle prove. «È il momento dell'unità e la trasparenza non è un atto di cinismo - assicura il cardinal Bertone - Il Papa non si fa intimidire da attacchi feroci, mirati, organizzati, dilanianti». Le ultime consegne del maggiordomo sono state «pilotate» per individuare i nomi ora scritti sulle rogatorie al ministero di Giustizia.

Una tecnica già risolutiva in un governo tecnico della Prima Repubblica contro le fughe di notizie economiche. I suoi avvocati assicurano che collaborerà ampiamente e hanno presentato l'istanza con la quale danno la disponibilità del loro cliente ad essere formalmente interrogato. Entra così nel vivo l'istruttoria condotta dal giudice Bonnet, che fa seguito all'istruttoria sommaria del promotore di giustizia, Picardi. Dopo l'interrogatorio è probabile la libertà vigilata. Sono caduti nel vuoto i tentativi di ridimensionare la sua responsabilità diffondendo dopo l'arresto altri documenti riservati.

In Curia si ritiene che a farli circolare sia qualche complice del maggiordomo o qualcuno dei giornalisti il cui nome figura tra i destinatari delle carte. Per gli inquirenti le altre misteriose fughe di notizie non scagionano il maggiordomo, anzi «sono un boomerang» e farebbero parte di una strategia che punta a dare l'impressione che «Paoletto» non sia un corvo ma un capro espiatorio. Al contempo potrebbe essere anche un messaggio al detenuto per dissuaderlo dal collaborare. Come dire, «non ti abbiamo abbandonato».

La barca di Pietro può anche essere «in balia» di «avversari» e navigare su acque in tempesta, ma il Papa regge il timone sapendo che è «Dio che governa il mondo», ha assicurato domenica il Pontefice. «Corvi in Vaticano, avvoltoi fuori», titola «Famiglia Cristiana». E il portavoce papale, padre Federico Lombardi, sottolinea che da tempo «vengono pubblicati documenti anonimi e firmati» ed è evidente che «chi ha recepito questa grande quantità di testi se li gioca non con l'intenzione di fare tutto in una volta e di lasciarci tranquilli».

Sul seguitissimo «Papa Ratzinger Blog» un autorevole osservatore di questioni ecclesiastiche come il vaticanista Salvatore Izzo dà voce all'opinione più diffusa nella Sacre Stanze: «Qui parliamo di furti e ricatti, di operazioni mediatiche teleguidate e volte a bloccare la pulizia che Benedetto XVI ha avviato e che tanto spaventa i vecchi apparati curiali». Facendo uscire ulteriori carte si vuole accreditare «la tesi del corvo che ritorna», mentre «a monte e a valle dei furti di Paolo Gabriele sono in pochi e nei verbali degli imminenti interrogatori del maggiordomo ci saranno i loro nomi, malgrado cortine di fumo mediatiche».

 

 

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