CHI HA ESO-DATO I NUMERI? - OGGI ELSA PIPPERO SARÀ GRATINATA DALLA CAMERA SUL NUMERO DI PERSONE SENZA COPERTURA DA QUI AL 2017 - CE NE SONO ALMENO ALTRI 50MILA OLTRE AI 65MILA PREVISTI DAL MINISTERO, MA L’INPS RIBADISCE LA SUA CIFRA “POTENZIALE”: 390MILA - ALLARME DALL’ABI: “20MILA ESODATI NELLE BANCHE”, E DALLA COLDIRETTI: A RISCHIO I CONTADINI PREPENSIONATI PER FAVORIRE L’INGRESSO DEI GIOVANI - MONTI E PASSERA VOGLIONO LA RIFORMA DEL LAVORO ENTRO IL VERTICE UE DI FINE GIUGNO…

1 - ESODATI: ABI, 20MILA NELLE BANCHE, COPERTURA NON PER TUTTI
(ANSA) - Sono complessivamente 20mila i cosiddetti esodati nel settore delle banche, numero coperto in minima parte dai 17.210 salvaguardati previsti dal decreto del 2 giugno per i settori dotati di fondi di solidarietà (con il credito anche altri settore, come Poste, Ferrovie, Monopoli). Lo ha evidenziato l'Abi, in audizione alla Camera sulla riforma del lavoro.

"Per quanto di interesse per le banche - si legge nel documento presentato dall'associazione bancaria - alla luce di verifiche effettuate informalmente presso l'Inps, risultano circa 13.000 i titolari di assegno straordinario del credito al 4 dicembre 2011 e circa 7.000 i potenziali percettori di assegno da data successiva (sulla base degli accordi collettivi intervenuti prima): è evidente come la 'salvaguardia dei 17.710' non sia quindi sufficiente a garantire l'intero fabbisogno di settore".

2 - ESODATI: PASSERA, DOBBIAMO RISOLVERE LA SITUAZIONE
(ANSA) - "Sugli esodati dobbiamo risolvere la situazione". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, parlando a 'Radio Anch'Iò su Radiouno Rai aggiungendo che "sarebbe un bel segnale" arrivare al consiglio europeo di fine giugno con la riforma del lavoro approvata.

3 - COLDIRETTI,IN CAMPI ESODATI SENZA PENSIONE E AZIENDA
(ANSA) - Tra gli esodati ci sono anche gli agricoltori che rischiano di rimanere senza pensione, lavoro e azienda dopo aver aderito alle misure comunitarie per favorire l'ingresso in agricoltura dei giovani attraverso il prepensionamento. Lo ha denunciato la Coldiretti nel corso dell'audizione in Commissione Lavoro della Camera, secondo cui il nuovo caso è ancora più paradossale poiché la decisione di prepensionamento degli agricoltori è stata assunta sulla base delle indicazioni formulate dalle Autorità comunitarie, nazionali e regionali nell'ambito dei piani di sviluppo rurale.


4 - ALTRI CINQUANTAMILA ESODATI IL GOVERNO RIFÀ I CONTI SERVONO NOVE MILIARDI - OGGI LE CIFRE SUI LAVORATORI SENZA TUTELE

Paolo Griseri per "la Repubblica"

Il numero lo renderà noto oggi, rispondendo al Senato alle interrogazioni dei partiti. Elsa Fornero chiarirà così i motivi della clamorosa girandola di ipotesi su quanti siano davvero gli esodati, i lavoratori che rischiano di andare in pensione senza averne diritto e dunque senza poterla percepire per diversi anni. Un pasticcio che anche ieri ha attirato sul ministro del lavoro aspre critiche.

L'audizione in Senato dovrebbe servire dunque a sciogliere il mistero. Fornero parlerà a Palazzo Madama e successivamente incontrerà alla Camera i capigruppo di maggioranza per definire i tempi di discussione del disegno di legge sulla riforma del lavoro. Le due questioni, quella degli esodati e quella della riforma sono legate perché il Pd chiede che vengano risolte insieme. Secondo le indiscrezioni che circolavano ieri sera nelle segreterie dei partiti, il ministero del lavoro starebbe studiando l'ipotesi di aggiungere altri 50.000 prepensionati alla platea di coloro che dovrebbero essere salvaguardati dall'effetto della riforma delle pensioni.

Il nodo esodati è nella differenza tra le cifre del ministero e quelle fornite dall'Inps. Semplicemente perché il ministero ha calcolato il numero di coloro che rischierebbero di perdere la pensione entro i prossimi due anni mentre l'Inps ha fornito la cifra di coloro che, anche solo teoricamente, potrebbero vedersi modificato il trattamento durante il periodo di transizione tra la vecchia e la nuova normativa, in pratica entro il 2017.

Questo spiega la differenza tra il numero di 65.000 salvaguardati indicato nel decreto Fornero e i 389.000 esodati indicati dalle tabelle dell'Inps. Una differenza che avrebbe notevoli conseguenze sulle casse pubbliche: per garantire le condizioni della vecchia pensione ai 65.000 salvaguardati il governo spenderà poco meno di 5 miliardi di euro in sei anni.

Se si dovesse intervenire su tutta la platea dei 389 mila, nelle stesso periodo si spenderebbero non meno di 20 miliardi (perché non tutti gli esodati pesano allo stesso modo nel calcolo). Soprattutto, si osserva negli ambienti del ministero del lavoro, se si applicasse la tabella fornita dall'Inps si vanificherebbe della riforma delle pensioni approvata a tambur battente dal governo per fronteggiare la speculazione dei mercati sul debito italiano.

Ancora ieri dall'Inps si faceva notare che le scelte politiche le compie il governo mentre all'istituto di previdenza spetta solo il compito di fornire le cifre della platea teoricamente interessata.

Ma dal ministero del lavoro si faceva osservare che le cifre della platea, quelle che nei giorni scorsi hanno scatenato la polemica, il ministero le attendeva invano da mesi e che la tabella fornita dall'istituto guidato da Antonio Mastrapasqua «non serve a risolvere i problemi».

Perché nel numero di 389.000 sono compresi 180.000 dipendenti che hanno lasciato il lavoro tra il 2009 e il 2011: nessuno sa dire quanti di loro hanno davvero contrattato un'uscita agevolata verso la pensione con le vecchie regole. In ogni caso, si fa notare al ministero, nessuno di loro rischia di rimanere senza pensione entro il 2014. Anche all'Inps si ammette comunque che dei 389.000 potenziali esodati almeno 60.000 dovrebbero aver già maturato oggi i requisiti per ottenere la pensione.

Altri 65.000 sono quelli tutelati dal decreto Fornero. Dunque, al netto dei 180 mila incerti, rimarrebbero ancora da tutelare, nei sei anni, circa 80 mila lavoratori. E' su questi che ieri e questa mattina si è concentrata la trattativa con i partiti della maggioranza. Non si tratta tanto di trovare una cifra, si ragiona nel Pd, quanto di individuare delle categorie e sapere che, comunque, sarà necessario nel medio periodo prevedere un'ulteriore aggiustamento.

Anche perché la stessa Elsa Fornero sottolineava ieri che «solo con pazienza e disponendo delle cifre necessarie è possibile capire la reale entità del problema». E quella dimensione si avrà solo «lavorando per aggiustamenti successivi», così come del resto è stato fatto per individuare il primo gruppo di 65.000 salvaguardati. Una soluzione in tempi successivi dunque avendo come orizzonte un primo gruppo di circa 50.000 salvaguardati da aggiungere ai 65.000 già salvaguardati. Se questa mediazione andrà in porto, si tratterà di spendere altri 4 miliardi nei prossimi sei anni. Oggi pomeriggio si capirà se questo sentiero stretto è percorribile.


5 - LAVORO: CAZZOLA, VOTO E POI CORREZIONI CONDIVISE
(ANSA) - Licenziare definitivamente la riforma del lavoro, nel testo uscito dal Senato, e poi concordare con il governo un pacchetto di modifiche da inserire nel decreto Sviluppo. E' la proposta di Giuliano Cazzola (Pdl), vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera e relatore insieme a Cesare Damiano (del Pd) della riforma Fornero. "Abbiamo appreso dai giornali dell'intenzione del premier Monti di voler chiudere tutto entro il 28 giugno - spiega Cazzola - E anche quando, la settimana scorsa, abbiamo stilato i lavori della Commissione Lavoro, nessun rappresentante dell' Esecutivo ci ha segnalato una tale necessità. Ma è chiaro che se c'é un accordo politico, si potrà arrivare a un via libera in tempi rapidissimi".

Un accordo politico, prosegue, "dovrà prevedere l' emendabilità del Ddl, rispettando così il lavoro svolto dal Parlamento. Non c'é dubbio infatti che il Pdl farà fatica ad accettare la chiusura della partita sulla flessibilità in entrata. E molto dipende anche da cosa dirà oggi in Senato il ministro Fornero sugli esodati".

 

ELSA FORNERO passera e forneroELSA FORNERO passera-forneroElsa Fornero e Corrado Passera GIULIANO CAZZOLA CESARE DAMIANO

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO