UN CORVO VOLA SUL VIMINALE - UN ESPOSTO ANONIMO INVIATO ALLA CANCELLIERI ACCUSA DI “MALAFFARE NEGLI APPALTI” L’UFFICIO LOGISTICO DEL MINISTERO DEGLI INTERNI - IL VICEQUESTORE SAPORITO SI SAREBBE SPARATO UN COLPO IN TESTA ESASPERATO DAL “MOBBING” DEI SUPERIORI - SECONDO IL “CORVO” SI OPPONEVA AL “SISTEMA” - VICECAPO DELLA POLIZIA NICOLA IZZO INDICATO COME CAPO DELLA “CRICCA”…

Alberto Custodero per "La Repubblica"

Tensione al Viminale per un esposto anonimo già finito sul tavolo della procura. L'autore indica presunti casi di malaffare nella gestione di appalti e aste per l'acquisto di impianti tecnologici: dai software per le centrali operative di tutta Italia ai sistemi di videosorveglianza, dalla gestione del numero unico europeo della sicurezza (il 112) al rilevamento delle impronte digitali da parte della Polizia scientifica.

L'esposto è anonimo, formato da una ventina di pagine molto circostanziate, e individua come centro dei presunti favoritismi l'Ufficio Logistico diretto - fino all'estate scorsa - dal prefetto Giuseppe Maddalena. Come responsabile delle presunte illegittimità viene indicato il vice capo della Polizia, Nicola Izzo, il quale - dicono al ministero - ha reagito all'accusa anonima «con serenità».

Lo scottante dossier è stato inviato, un mese fa, in un'unica copia direttamente al ministro Annamaria Cancellieri. Che, molto preoccupata per le presunte e inquietanti rivelazioni, ha deciso di incaricare il capo del Dipartimento Sicurezza, Antonio Manganelli, di trasmettere alla procura quelle pagine di denuncia. Riservandosi in un secondo tempo di valutare la delicata situazione che riguarda il numero due della Polizia. Il dossier si apre con un appello: «Per l'amor di Dio, fermateli, fate presto».

Il capo della Polizia conferma l'esistenza del "corvo". «Ho avuto disposizione - spiega - di portare l'esposto in procura. Stiamo cercando di capire chi l'ha scritto. L'autore è, comunque, una persona molta informata. Mi auguro che la magistratura faccia al più presto chiarezza sulla vicenda nell'interesse sia del mio vice sia dell'istituzione ». La procura, da parte sua, ha avviato gli accertamenti per individuare il "corvo" e per verificare o meno la veridicità delle sue accuse.

Il testo anonimo incomincia ricostruendo le modalità (non trasparenti, a detta dell'autore) dell'affidamento di appalti a ditte che poi subappaltano ad altre imprese grazie al meccanismo dello "spezzatino", per aggirare l'obbligo di ricorrere ai bandi europei per volumi d'affari superiori a una certa soglia di finanziamento. Gli appalti del Viminale - va ricordato - hanno la caratteristica della segretezza.

Negli ultimi anni, il Viminale ha gestito acquisti per centinaia di milioni di euro, fondi della presidenza del Consiglio, fondi Ue, fondi cosiddetti «Pon» per la sicurezza. E nell'elenco del "corvo" si indicano i nomi delle aziende appaltatrici: tutti colossi dell'informatica e dell'elettronica. Alcuni di essi - stando all'anonimo - figurerebbero tra i "favoriti" dal meccanismo illegale degli appalti, altri tra gli "esclusi".

Ma ciò che più ha colpito gli inquirenti è l'ultimo capitolo intitolato "In memoria", che il "corvo" dedica al vicequestore Salvatore Saporito, suicidatosi nella sua caserma di Castro Pretorio il 31 marzo 2011. Saporito lavorava proprio nell'Ufficio Logistico del Viminale ed era rimasto coinvolto nell'indagine della procura di Napoli sugli appalti per la realizzazione del Cen (Centro elaborazione dati della polizia) previsto dal piano sicurezza del 2007 per fronteggiare l'emergenza criminalità nel capoluogo campano.

L'ipotesi di reato su cui lavora adesso la procura napoletana è quella di associazione per delinquere e turbativa d'asta. Lo scenario sarebbe quello di una serie di anomalie nell'adozione delle procedure per l'assegnazione degli appalti ad alcune società del gruppo Finmeccanica. Nell'inchiesta partenopea è coinvolto anche il prefetto Izzo che, però, non è mai stato interrogato né come indagato, né come testimone.

Ebbene, secondo il "corvo", Saporito non si sarebbe suicidato perché preoccupato dall'indagine, ma perché non avrebbe sopportato il mobbing al quale per lungo tempo sarebbe stato sottoposto dai suoi superiori per aver tentato di opporsi al "sistema-appalti" dell'Ufficio Logistico del Viminale.

«Gli urlavano contro - scrive l'anonimo estensore della denuncia - stracciavano le sue relazioni e gliele buttavano in faccia. Hanno fatto di tutto per allontanarlo». «E - aggiunge il testo anonimo - proprio quando stava per giungere l'ordine di trasferimento, Saporito decise di togliersi di torno: con un colpo di pistola alla tempia».

 

ANNAMARIA CANCELLIERIe Antonio Manganelli nicola izzo

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