“LA CINA NON SCEGLIE TRA MOSCA E WASHINGTON: SCEGLIE SÉ STESSA – ETTORE SEQUI ANALIZZA LA DECISIONE DELLA CINA DI FERMARE GLI ACQUISTI DI PETROLIO RUSSO VIA MARE: “È UN GESTO DI DISTENSIONE VERSO TRUMP, UN SEGNALE DI PRAGMATISMO PER CREARE UN CLIMA PIÙ FAVOREVOLE A UN'INTESA” – “PECHINO SOSTIENE MOSCA POLITICAMENTE, MA LA VINCOLA ECONOMICAMENTE. GLI STATI UNITI COLPISCONO IL CUORE DELLA POTENZA RUSSA E OTTENGONO UN CANALE DI DIALOGO CON LA CINA, CHE RIMANE COMUNQUE IL LORO AVVERSARIO STRATEGICO”
Estratto dell’articolo di Ettore Sequi per “La Stampa”
La decisione di Pechino di sospendere gli acquisti di greggio russo [...] è una scelta economica dal significato politico profondo.
È al tempo stesso mossa tattica e segnale di lungo periodo[...].
Non è un atto isolato: riflette la doppia esigenza di Pechino di tutelare la propria sicurezza economica e mantenere lo spazio politico per il dialogo con Washington.
La tempistica non è casuale. La Cina ha concluso ieri il Quarto Plenum del Comitato Centrale del Partito Comunista, dove Xi ha presentato il piano quinquennale 2026-2030 e ridefinito le priorità strategiche.
Parallelamente, si avvicina un possibile incontro fra Xi e Donald Trump al vertice Apec di fine ottobre. Nel negoziato tariffario la Cina non può permettersi tensioni con Washington.
La sospensione temporanea del greggio russo è quindi un gesto di distensione, un segnale di pragmatismo per creare un clima più favorevole a un'intesa che entrambe le potenze cercano: riduzione dei dazi, stabilità dei mercati e migliore accesso reciproco a microprocessori e materie critiche.
L'economia cinese rimane fragile. […] Dopo le decisioni del Plenum, Xi deve rassicurare una società inquieta.
Stabilità dei prezzi energetici e sicurezza delle forniture sono condizioni essenziali per contenere il malcontento e mantenere l'ordine interno.
Ridurre l'esposizione al rischio sanzionatorio Usa è dunque prudenza politica prima ancora che economica.
Pechino non romperà con Mosca, ma non sfiderà l'ordine finanziario dominato dal dollaro.
La Cina parla spesso di dedollarizzazione, ma sa che nessuna valuta alternativa può oggi sostituire il dollaro nel commercio del petrolio.
Le sanzioni Usa colpiscono il cuore dell'economia russa, vietano alle compagnie di operare in dollari e impongono rischi diretti ai partner. Le sanzioni secondarie estendono la minaccia a banche, assicurazioni, trader e armatori.
Le grandi società cinesi non intendono esporsi. Meglio sospendere e preservare margini negoziali in vista del vertice Xi-Trump.
vladimir putin e donald trump - meme by 50 sfumature di cattiveria
La Cina muove dunque su tre piani. Innanzitutto, su quello economico, difende i propri interessi nel negoziato tariffario, puntando a ridurre barriere e consolidare un nuovo equilibrio nelle catene del valore.
Sul piano politico, prepara il terreno all'incontro Xi-Trump, evitando gesti ostili.
Sul piano strategico avverte Mosca: la cooperazione continua, ma il sostegno non è illimitato.
Pechino non intende pagare il prezzo della guerra russa né sacrificare i propri interessi tecnologici e finanziari.
Le sanzioni Usa, nate per colpire la Russia, allentano l'abbraccio tra Pechino e Mosca. Trump lo ha intuito: ha dichiarato che la Cina «potrebbe facilitare una soluzione» e intende discuterne con Xi.
La Cina, che trae vantaggio dalla minore attenzione americana sull'Indo-Pacifico, mira ora a tradurre questa fase in concessioni concrete: minore pressione su Taiwan, maggiore flessibilità sull'export di chip avanzati e alleggerimento selettivo dei dazi.
[...]
Da Mosca non sono arrivate per ora reazioni alla decisione cinese. Il Cremlino sa di non poter rinunciare a Pechino, ma la cautela cinese rivela una dipendenza sempre più sbilanciata.
DONALD TRUMP - VOLODYMYR ZELENSKY - CASA BIANCA, 17 OTTOBRE 2025 - FOTO LAPRESSE
Per l'Ucraina, queste dinamiche aprono uno spiraglio. Le nuove sanzioni Usa, l'allineamento europeo su Gnl e flotta ombra russa, e la prudenza cinese sugli acquisti energetici, rendono più onerosa la strategia di Putin. Il vantaggio russo nel tempo si erode, mentre la Cina trasforma la cautela in leva diplomatica. C'è un messaggio chiaro: il potere non risiede più nei pozzi, ma nei flussi. Chi controlla pagamenti, assicurazioni e standard internazionali controlla la velocità del denaro, e quindi della guerra.
Nel nuovo equilibrio, Pechino si muove con doppio registro: sostiene Mosca politicamente, ma la vincola economicamente. Gli Stati Uniti colpiscono il cuore della potenza russa e ottengono un canale di dialogo con la Cina, che rimane comunque il loro avversario strategico. La guerra resta incerta, ma il quadro cambia: l'Asia non è più rifugio della Russia, la Cina non è partner incondizionato e l'energia è la nuova diplomazia coercitiva. In questa economia del potere, la Cina non sceglie tra Mosca e Washington: sceglie sé stessa.
DONALD TRUMP ALLA CASA BIANCA MOSTRA LA SUA FOTO CON VLADIMIR PUTIN - FOTO LAPRESSE
petrolio russo
USA VS CINA
DONALD TRUMP ALLA CASA BIANCA MOSTRA LA SUA FOTO CON VLADIMIR PUTIN - FOTO LAPRESSE
vladimir putin donald trump e xi jinping vecchi - immagine generata dall intelligenza artificiale




