eva cantarella

CONTE IL SALSICCIAIO - LA GRECISTA EVA CANTARELLA: ''L'ATTUALE SITUAZIONE POLITICA MI RICORDA 'I CAVALIERI' DI ARISTOFANE, CHE PER LIBERARSI DI CLEONE-SALVINI SI AFFIDANO AL SALSICCIAIO CHE PROVA A METTERE INSIEME CARNI DIVERSE, E FINISCE IN UN DISASTRO. MA L'ATTUALE PREMIER È DIVERSO PERCHÉ…''

Silvia Truzzi per ''il Fatto Quotidiano''

 

 

EVA CANTARELLA

Se chiedi a Eva Cantarella - che ha a lungo insegnato il Diritto greco antico alla Statale di Milano - a quale tragedia può somigliare l' attuale fase politica, risponde con un sorriso. "A nessuna le tragedie non si occupavano - o meglio non si occupavano se non in via mediata - di questioni politiche. Della politica, quella concreta, quella del momento si occupava la commedia, che pur riferendosi ad alcuni millenni or sono, ha ancora molte cose da dirci".

 

Un esempio per tutti?

I Cavalieri, in cui Aristofane, nel 424 a.C. esorcizza nel riso la tragedia che vedeva profilarsi per la sua amatissima Atene, in quel momento sciaguratamente governata da Cleone, capo di un partito democratico che, sotto di lui, di democratico aveva ormai solamente il nome. Cleone (rappresentato sulla scena con il nome di Paflagone), era un demagogo di modi volgari, sfrontato, avido, di pochissima cultura, divorato da una sfrenata ambizione, capace di sollecitare gli istinti più bassi delle folle delle quali era l' idolo incontrastato. Vantandosi di un momentaneo, secondario, successo nella lotta contro Sparta era riuscito a esaltare i suoi concittadini, convincendoli a proseguire una guerra che, come ben noto, li avrebbe portati alla rovina. Cleone, questo bisogna dirlo, era un vero e proprio genio della propaganda.

 

Somiglianze con Salvini?

EVA CANTARELLA

Beh, direi che i possibili elementi di raffronto non mancano: anche a prescindere dalla parabola, il rischio di passare dalle stelle alle stalle. Chissà forse Salvini è meglio di come ha scelto di mettersi in scena, ma resta il fatto che ha deciso di farlo così. Il suo volto pubblico è quello del demagogo, che quando si crede al massimo della popolarità invoca i pieni poteri. E sollecita la paura del diverso, dell' altro. Però è democratico e religioso.

Proseguiamo con la trama.

 

Paflagone è all' apice del suo successo, senonché, anche se non lo sa, su di lui incombe un rischio: un oracolo prevede che sarà detronizzato da un salsicciaio (sulla scena, Agoracrito). Sì, il macellaio che amalgama le carni in un insaccato. Non sfuggirà la valenza metaforica del mestiere: qualcuno che impasta e compatta diverse carni. Inizialmente però il salsicciaio si schermisce. Sono ignorante - dice - sono incompetente, cresciuto nella strada, non so di politica Ma è proprio questo che serve per vincere, gli dicono quei Cavalieri che danno il titolo alla commedia.

 

Chi sono?

SALVINI CONTE

La classe dei moderati: sono democratici ma non massimalisti, sulla scena rappresentano Demostene e Nicia, appartenenti entrambi al partito della pace, e di conseguenza, contro Cleone, sostengono il Salsicciaio. Ma il padrone di tutto, in realtà, è Demo che - come dice il nome - rappresenta il popolo (al seguito di Paflagone, ma pronto ad abbandonarlo alla prima occasione). Demo ama solo sentirsi adulare e sentirsi fare promesse mirabolanti. Il populismo paga. Così tra il salsicciaio e il Paflagone inizia la gara a chi le spara più grosse e riesce meglio a procurarsi popolarità. Non c' è bisogno di mostrare rosari: Demo segue la sua capricciosa volontà, è volubile, viziato. E così accade che il nuovo capo, tra il giubilo popolare, sarà Agoracrito, che riesce a sconfiggere Paflagone perché è persino peggiore di lui. È questa la vera, sola, ragione della vittoria.

 

Di nuovo: non è che sta pensando a Conte, alle prese con maggioranze diverse da impastare?

No, assolutamente no! Conte, per cominciare, è una persona colta, un "professorone".

E, nella desolazione generale, questo è motivo di non poco conforto. Certo, dovrà gestire una fase difficile, presumibilmente - e auspicabilmente - dovendo "impastare" decisioni prese in un passato anche molto vicino alla luce dei nuovi obiettivi che oggi è chiamato a raggiungere. Ma la sua cultura mi sembra autorizzi a ben sperare.

 

Torniamo alla nostra commedia. Come finisce?

Per liberarsi di Cleone, il popolo si affida al Salsicciaio, che lo condurrà al disastro.

 

giuseppe conte e luigi di maio con la postepay per il reddito di cittadinanza

Cosa voleva dire Aristofane con questo finale?

Voleva mettere i suoi concittadini di fronte a quello che accadeva quando la democrazia, invece dei più valorosi e onesti, esprime i peggiori, che trovando solidarietà tra i loro simili degradano il livello sociale ed etico della convivenza civile. Dalla democrazia alla demagogia: mai, forse, ne è stata fatta una descrizione più amara. Quasi una premonizione.

 

Perché?

Aristofane sembra presagire quello che di lì a pochi mesi accadrà. Pur avendo parteggiato per il Salsicciaio, i suoi concittadini, al di là degli inganni di Cleone, volevano la guerra, che accanto ai morti portava danaro Un ulteriore argomento del quale varrebbe la pena parlare anche oggi. E il partito della guerra era destinato a vincere: poche settimane dopo la rappresentazione de I Cavalieri, gli stessi Ateniesi che avevano visto sulla scena Cleone sbeffeggiato e svergognato, lo eleggono stratega.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…