EX ONOREVOLE REFERENZIATO CERCA LAVORO, ANCHE PART-TIME

Denise Pardo per http://espresso.repubblica.it/

Dopo quella che l'ex deputato Pdl Giorgio Stracquadanio ha chiamato «la strage degli innocenti», ovvero i caduti alle elezioni di cui fa parte anche lui, una considerevole quantità di ex onorevoli e senatori si appresta a tornare alla vita normale. Senza gli ori, gli ozi e i pozzi insalubri ma che sanno di potere del Palazzo romano - giornate intere su e giù dal Transatlantico alla Corea (il corridoio laterale di Montecitorio), dal salone alla buvette del Senato, sbadigliando tra un voto e l'altro, da una commissione all'altra, votando dallo scranno, scambiando opinioni e divulgando pettegolezzi tra colleghi e fonti giornalistiche, due giorni a settimana, se andava male persino tre. La bella vita. Anche per un peone, anche per chi nel proprio gruppo non contava assolutamente nulla.

Fine di quei giochi. Il rinnovamento crudele ha decimato le file con la scure dell'età o della ragion di partito, maledetto Renzi, maledetto Grillo, e ora a chi non ha maturato l'agognato vitalizio tocca reinventarsi un'esistenza, tornare a lavorare, insomma, secondo la vulgata anti politica, passare dalla casta al costo (della vita).

Per esempio ricomincerà a vendere mutande il leghista numero tre in Piemonte e per fortuna sua moglie lo aveva sostituito anche nel campo delle attività di ortopedia e apparecchiature elettro-medicali, così, spiega, può ricominciare senza ripartire da zero.

Il suo ex collega , dodici anni al servizio del Paese, prima in Forza Italia poi in Grande Sud di Gianfranco Miccichè (prestigioso escluso della tornata elettorale) ha chiuso il ciclo della politica nazionale (e comunque nella Sicilia spagnolesca resterà per sempre un onorevole) ritrovando il suo posto al Palazzo dei Normanni messo in freezer grazie alla assai longeva aspettativa. Prima della folgorazione berlusconiana, Fallica operava nello stesso ramo di Cavallotto, era rappresentante di prodotti tessili e biancheria intima. D'altra parte nel Parlamento appena lasciato il settore della lingerie non è stato argomento politico di poco conto.

C'è chi non ci vuole stare. A stare fuori. Manuela Di Centa, ex regina del fondo azzurro (campionessa olimpica nel 1994) due legislature alla Camera, ha perso quest'ultima per un soffio. E' stata dirigente del Coni e del Cio, e nei tempi che precedevano la scelta politica faceva la conduttrice tivù. Ma non ha digerito la sconfitta, e prima di tornare alla vecchia vita, ha deciso di contestare il risultato e fare ricorso. C'era da aspettarselo da una che è stata prima italiana ad aver scalato l'Everest.

Paola Concia, ex onorevole Pd, invece sta cercando un posto di lavoro di dirigente nel mondo dello sport, da ex insegnante di educazione fisica ed ex manager di quell'ambiente. E' stata in Parlamento una sola legislatura. Non le mancherà, racconta, ha lavorato ben di più, quasi un quarto di secolo, nella vita reale. Continuerà a contribuire alla politica e a battersi per i diritti civili pur essendo occupata altrove. L'ha sempre fatto e, sostiene che oggi stando fuori si può fare forse di più che all'interno.

«Sono al lavoro» risponde così Italo Bocchino, deputato dal '96. Quale? Sono un giornalista ricorda lui che ha iniziato al quotidiano "Roma" di Giuseppe Tatarella (sostituendolo come editore con vicissitudini avverse) e che è stato anche l'uomo più vicino a Gianfranco Fini, altra clamorosa vittima di queste elezioni e dell'annientamento del Fli. In quale giornale, tv, redazione è stato accolto? «Devo ancora capire, decidere», spiega Bocchino, «mi prendo un sabbatico, aspettiamo di vedere quello che succede». A terra sono rimasti non pochi giornalisti.

Come Mario Sechi, ex direttore di "Il Tempo" di Roma, alle elezioni con Monti. O Roberto Rao, ex portavoce di Pier Ferdinando Casini (un mese fa, era lui a benedire un buon numero di direttori o aspiranti Rai che facevano la fila per baciargli la pantofola), si era candidato con Scelta Civica. Ora deve inventarsi una sistemazione. Già trovata invece da Roberto Natale, ex segretario Usigrai, il sindacato dei giornalisti della tv pubblica, ed ex presidente Fnsi.

Non è riuscito a guadagnare uno scranno Sel con cui era sceso in campo. Ma è stato assoldato come portavoce dalla neo presidente della Camera Laura Boldrini. Certo non un posto così riposante quanto un seggio, ma secondo molti, è un gran colpo di fortuna, sempre che non si vada a votare al più presto. Torna all'ovile di Saxa Rubra e ai turni con i colleghi, l'ex deputato Pd Giorgio Merlo: «Mi tocca lavorare? Se non sei miliardario o in pensione, è scontato. Comunque sinora, ho sempre vinto le elezioni, continuerò a candidarmi».

Il ritorno alla condizione di comune mortale dovendo lavorare di più o in un modo diverso, non è semplice. Oddio c'è ben altro e quanto mai come in questo momento, su cui commuoversi. Ma per dire la situazione se si vuole anche paradossale in un Paese segnato dalla crisi, dalla disoccupazione in generale, per non parlare dei valori a cui è arrivata quella giovanile, a Pisa è persino nato uno sportello di supporto. E' "S.O.S politici", il nome parla da solo.

«Tornerò nel movimento cooperativo, non è un problema. Ma la politica è impietosa, quando si smette gli amici di ieri ti voltano le spalle e non sei più nessuno», commenta la fiorentina Tea Albini, una che è stata parlamentare solo per un anno. C'è anche da rimettersi in pari: l'ex senatrice dopo 12 anni ricomincia la vita da ricercatrice di filosofia contemporanea alla Normale di Pisa: «In questo tempo la ricerca ha fatto passi da gigante e io sono rimasta indietro».

L'ex deputato Udc Marco Calgaro, il 15 marzo da chirurgo a tempo pieno, reparto epatobiliare, ha rivarcato la soglia dell'ospedale Mauriziano Umberto I di Torino: «Nessuno choc da rientro» afferma spiccio. Per la fortuna dei suoi pazienti, il medico, uomo lungimirante - meno male - nei sette anni da politico e nei giorni liberi, lunedì e venerdì, non ha mai smesso di tenere il bisturi in mano gratis.

Come si sa, la politica è fede, oppio, ossessione, dipendenza, malattia. Forse anche per questo il lavoro di parlamentare assume una dimensione diversa. Non che si voglia nobilitare troppo la funzione dato quel che si è visto negli ultimi anni tra corruzione, abusi e soprusi. Ma sarà per fanatismo o per attaccamento a una vita speciale certo che sono molti quelli che non demordono. E aspettano che passi questa strana nottata della Repubblica e arrivino stagioni migliori.

Antonio Di Pietro, sconfitto in modo eclatante da queste elezioni, non si sta occupando, come si potrebbe pensare, delle sue campagne a Montenero di Bisaccia a cavallo del trattore noto alle cronache quasi quanto lui. Non pensa affatto a emulare Cincinnato. Le sue dimissioni da presidente del partito pare siano irrevocabili. Ma è sicuro invece che stia girando il Paese in lungo e in largo per incontrare i militanti, la base, i suoi ex fan-elettori aspettando il congresso a giugno dell'Idv e forse anche l'appuntamento dell'anno prossimo delle elezioni europee.

Giorgio Straquadanio, ex deputato Pdl, dichiara di trovarsi a un bivio.
Continuare a occuparsi di politica e di un nuovo progetto-soggetto con altri ex colleghi con ampio tempo libero o fondare invece, da vecchia volpe della comunicazione, un istituto di analisi politica, diverso da quelli dei sondaggi piuttosto arruffoni come si è visto, associandosi a un marchio Usa? Intanto, dice, investirà i soldi che riceverà dal Parlamento e i suoi risparmi - si ritiene una formica - per godersi in santa pace un anno sabbatico.

Anche Guido Crosetto, ex Pdl, non lascia il suo nuovo partitino Fratelli d'Italia, uscito assai malconcio dal voto, nel ruolo di coordinatore nazionale, fino al congresso di dicembre 2013, pur o anche proprio avendo ereditato dalla sua famiglia aziende di tutto rispetto di macchine agricole con interessi nella sanità, nei mangimi, nell'edilizia. Invece Massimo De Angelis, ex deputato Pdl, ex direttore del "Secolo" e leader dei 270bis, gruppo di musica alternativa di destra, si è dato alla birra. Insieme ad altri soci ha messo su un'impresa artigianale. Pare che la birra sia molto buona.

Altri tornano, invece, sui loro passi. E ricominciano a lavorare, per esempio, in un'azienda come la Breda dopo dodici anni da parlamentare («E' qualcosa che ti cambia la vita e il rientro al lavoro ha un impatto piscologico» racconta l'ex deputato Pd Lido Scarpetti) o in Cgil (Andrea Lulli, ex Pd, indeciso tra il sindacato di cui è dipendente o la nuova offerta per tenere i rapporti istituzionali di una società) o in banca come Claudio Molinari, ex Pd, poi Api ora considerato vicino a Lorenzo Dellai e ai montiani.

Molinari è stato sindaco della sua città, Riva del Garda, e per sette anni ha svernato a Palazzo Madama. Prima faceva lo sportellista all'Unicredit (da impiegato si era messo in aspettativa). Ma dopo tanti onori, sarebbe stato imbarazzante per tutti che l'ex primo cittadino ed ex senatore si fosse messo a dare estratti conto, hanno pensato alla sua filiale, studiando ora un incarico più nell'ombra. In ogni caso, Molinari avrebbe in animo di candidarsi alle regionali, forse persino come governatore. Com'è raro perdere il vizio.

Eppure c'è chi trova salutare e democratico lasciare il Parlamento prima di perdere la capacità di vivere da normali, senza rimpianti. Dopo sette anni alla Camera, Elisabetta Rampi, Pd, è tornata al suo posto di dipendente delle Ferrovie «fin dall'inizio ho pensato che sarebbe stata una parentesi. Era giusto rientrare al lavoro» e lei che abita a Borgolavezzaro, tra le risaie vicino a Novara, si alza all'alba per essere in ufficio venti minuti prima delle otto.

Anche l'ex onorevole Pd Sabina Rossa, figlia di Guido, il sindacalista ucciso dalle Br, ha ripreso la cattedra di educazione fisica in un liceo di Genova: «Resterò membro del partito e sicuramente ci saranno altre occasioni per dare il mio contributo. Ma sto affrontando il mio lavoro con rinnovato entusiasmo».

Dopo dieci anni in Parlamento, Rosanna Boldi, Lega, si è rimessa in mano il trapano da dentista nello studio di Tortona, provincia di Alessandria, in questi anni gestito dal marito: «Le atmosfere romane non mi mancano. Tutto ha un inizio e una fine. E' sano riprendere quello che si faceva prima». Quando c'è, il pragmatismo delle donne è insuperabile.

Il numero uno dei dipietristi in Toscana è Fabio Evangelisti, ex vice capogruppo vicario alla Camera. Ora ha deciso di candidarsi a sindaco di Massa, si vota a maggio. Ci saranno le primarie del Pd da passare però, quindi vai a sapere. Comunque se non dovesse farcela, ha detto: «Mi dedicherò al volontariato, a soccorrere le persone ferite o malate. Potrei fare l'autista di autoambulanze nonostante abbia la fobia del sangue». Strano, a Montecitorio ne deve aver visto scorrere parecchio.
(Hanno collaborato P. Cagnan, M. Lancisi, F. Lepore, P. Messina, M. Sasso)

 

 

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