giuseppe conte

CONTE, CHE FARE? - L’AVVOCATO DI PADRE PIO (NIENTE) È RIMASTO SPIAZZATO DAL VAFFA DI GRILLO E SUDA FREDDO ALL’IDEA DI FONDARE UN NUOVO PARTITO, COME VOGLIONO IL RASPUTIN CASALINO E L’IDEOLOGO TRAVAGLIO, PERCHÉ HA PAURA DI FINIRE COME MONTI - VA PEGGIO A LETTA: IL PD HA PUNTATO TUTTO SULL’EX TRUMPIANO E SOVRANISTA AVVOCATICCHIO, E TRA I “DEM” DI RITO THAILANDESE C’È CHI IPOTIZZA ADDIRITTURA UN INGRESSO DI “GIUSEPPI” NEL PARTITO…

giuseppe conte in versione tennista 3

1 - DAGONEWS, MANICOMIO A 5 STELLE - CONTE MENTALMENTE DESTABILIZZATO DAL VAFFA DI GRILLO. E QUANDO IL SUO RASPUTIN CASALINO E IL SUO IDEOLOGO TRAVAGLIO LO INCITANO A FONDARE UN NUOVO PARTITO, COMINCIA A SUDARE FREDDO E NELLA TESTA RIAPPARE LO SPETTRO DI MARIO MONTI E IL FALLIMENTO DI SCIOLTA CIVICA - MA CHI STA PEGGIO DI CONTE, PERÒ, SI CHIAMA ENRICO LETTA. MENTRE DRAGHI È TRANQUILLO COME UN PISELLO NEL PROPRIO BACCELLO. INTANTO BEPPEMAO È TENTATO DI RIMETTERSI IN PISTA COME AI BEI TEMPI (MA LA FATICA È TANTA, I SOLDI MANCANO E IL CASINO DEL FIGLIO È ANCORA SULLE PRIME PAGINE)

il post di beppe grillo contro conte

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/dagonews-manicomio-stelle-conte-mentalmente-destabilizzato-vaffa-275076.htm

 

2 - LA SCISSIONE DELL'AVVOCATO UNA MINA PER IL GOVERNO

Marco Conti per “il Messaggero”

 

Alla ricucitura non crede nessuno. Tanto meno Giuseppe Conte che evita commenti ma con i suoi più stretti collaboratori parla oramai al passato constatando che «Grillo ha fatto la sua scelta di fare il padre-padrone della sua creatura» e che tutto ciò è «la riprova che l' attuale statuto necessitava di un deciso salto di qualità in termini di democrazia interna».

 

grillo conte

D' altra parte il comico genovese ha usato parole pesanti che non concedono spazi alle mediazioni. Si propone ora con forza la domanda che era logico farsi anche qualche giorno fa: che fa Conte senza Grillo?.

 

L' EPILOGO

Nella strategia dell' ex premier si ritrovano molte somiglianze e gli stessi consiglieri (da Travaglio a Casalino) che lo hanno costretto a lasciare Palazzo Chigi dopo l' estenuante e fallimentare caccia di voti al Senato. Anche stavolta l' ex premier rischia di ritrovarsi con meno supporter della vigilia sulla strada della costruzione di quel partito che ha da sempre rappresentato il piano-b.

 

conte grillo

A parte lo statuto già pronto, il progetto è ancora tutto da costruire e la pattuglia dei grillini contiani spinge, ma nessuno ha il coraggio di uscire allo scoperto contro il Fondatore che detiene quel simbolo che fa la differenza.

 

Tra i membri del governo, sicuramente vicini al leader in pectore della nuova forza politica, ci sono il capodelegazione Stefano Patuanelli, la sottosegretaria Alessandra Todde, il sottosegretario Giancarlo Cancelleri e la vicepresidente del Senato Paola Taverna, il capogruppo del Senato Ettore Licheri e il senatore Mario Turco. L' idea sarebbe quella di partire costituendo dei gruppi parlamentari con la provvisoria denominazione di lista-Conte, con l' obiettivo poi di costituire un vero e proprio partito dai forti connotati ambientalisti.

 

GIUSEPPE CONTE VERSIONE TENNISTA

L' ex premier si muove però con la consueta prudenza e sempre in stretto coordinamento con il Pd di Enrico Letta che però ieri ha fatto sfoggio di una super-cautela dettata dalle intese che i dem hanno con i 5S alle prossime amministrative e dalla volontà di non creare difficoltà al governo Draghi. Letta è consapevole che una scissione del Movimento, anche parlamentare, accentuerebbe i rischi sul governo anche per l' inevitabile concorrenza elettorale che si verrebbe a creare.

 

giuseppe conte beppe grillo luigi di maio 1

Senza contare che l' avvicinarsi del semestre bianco, con l' impossibilità da parte del Capo dello Stato di sciogliere le Camere, rende il rischio ancor più concreto. Inoltre Letta rischia di avere il problema interno di dover spiegare l' investimento fatto su Conte, che i dem avevano da mesi impalmato leader del M5S e sicuro alleato nella costruzione di una nuova alleanza di centrosinistra, e che ora potrebbe guidare un partito, diverso dal M5S, e ancor più simile al Pd.

beppe grillo

 

Eppure le dinamiche del rapporto tra Conte e Grillo ricordano molto da vicino gli scontri del Cavaliere con Follini, poi con Fini o la stessa liquidazione di Alfano che «non ha il quid». E' per questo che c' è chi nel Pd, per evitare scossoni al governo Draghi, ipotizza e auspica un futuro ingresso dello stesso Conte nel partito in modo da sterilizzare la fronda che potrebbe costituirsi al Senato dove l' ex premier può contare su numeri sufficienti a mettere in difficoltà il governo.

 

 

ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE

La vicenda del Cashback, sospeso da Draghi dal 1 luglio e contestata dal ministro Patuanelli, è il primo segnale di come l' ex premier voglia togliere a Di Maio l' interlocuzione con Draghi per poter avere un rapporto diretto con palazzo Chigi anche, se non soprattutto, quando si dovrà discutere di nuovo di nomine. Rai compresa.

 

IL SIMBOLO

Conte continua ad avere un alto indice di gradimento nell' elettorato, ma per conservarlo sino all' appuntamento elettorale del 2013 ha necessità di marcare una differenza rispetto al governo che è succeduto al suo.

 

giuseppe conte conferenza stampa al tempio di adriano 5

L' Avvocato, per non scomparire, deve fare in fretta anche se lui e i suoi consiglieri hanno sottovalutato Grillo e le difficoltà che ora ci sono nel restare a galla senza essere parlamentare, senza un partito, un simbolo e, soprattutto, fondi consistenti per provvedere ad una nuova forza politica che, per avere spazio e visibilità, dovrà contrapporsi all' attuale esecutivo avendo all' interno parlamentari che però non vogliono perdere la poltrona anzitempo.

 

Ma i problemi del M5S senza Conte sono evidenti anche nel post di Grillo. L'«Elevato» è stato uno dei più convinti sostenitori del governo Draghi ma da tempo è alle prese con il rumoreggiare della base e i mugugni degli eletti che sono senza guida da anni, contestano alcune scelte del governo e accusano Draghi di aver operato «uno spoil-system tutto ai danni del M5S».

 

enrico letta giuseppe conte

Il fatto che ieri a solidarizzare con Grillo siano stati molti dei parlamentari a suo tempo espulsi dal Movimento, la dice lunga sul caos interno che ora rischia anche di aumentare con la votazione sulla Piattaforma Rousseau del nuovo direttorio a cinque. Aver descritto Conte come un incapace non aiuta anche a trovare suoi possibili successori, tanto più cinque.

giuseppe conte marchese del grillogiuseppe conte conferenza stampa al tempio di adriano 1beppe grillo giuseppe conte luigi di maioconte grilloenrico letta giuseppe conte 1goffredo bettini gianni letta giuseppe contegiuseppe conte conferenza stampa al tempio di adriano 4

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO