facci corruzione

LE CLASSIFICHE SULLA CORRUZIONE? UNA BOIATA PAZZESCA – FACCI INFILZA IL RANKING DI “TRANSPARENCY INTERNATIONAL”: “HANNO CERCATO DI PROPINARCI ALTRI DATI FARLOCCHI, NON GLI CREDE NESSUNO DA ANNI E PERÒ GIORNALI E POLITICI FINGONO IL CONTRARIO ASSIEME A SPROVVEDUTI, SOPRATTUTTO GRILLINI E LORDATORI DEL COSTUME ITALICO” – SE L’AUTODENIGRAZIONE DIVENTA SPORT NAZIONALE

Filippo Facci per “Libero Quotidiano”

 

filippo facci

Gli alchimisti di Transparency International si sono rifatti vivi (poi spieghiamo chi sono) e hanno cercato di propinarci altri dati farlocchi sulla corruzione: non gli crede nessuno da anni - nessuno che abbia almeno la terza media - e però giornali e politici fingono il contrario assieme a sprovveduti, impallinati, soprattutto grillini e lordatori del costume italico: dipende.

Tre anni fa c' era ancora l' Unità che dava enfasi alla notizia che l' Italia aveva scalato il ranking di 8 posizioni mondiali: perché c' era al governo la sinistra.

 

Quest' anno, invece, è toccato ad altri evidenziare che l' Italia è piazzata al 53esimo posto nel mondo (52 punti su 100) con un miglioramento di due punti: «La reputazione del nostro Paese sta migliorando, siamo sulla strada giusta» s' inventava l' altro giorno il commercialista Virginio Carnevali, presidente di Transparency Italia e - senza offesa - perfetto signor nessuno.

 

TRANSPARENCY INTERNATIONAL - CLASSIFICA SULLA CORRUZIONE

E in attesa che si brandiscano i nuovi dati trattandoli come vangelo, sarebbe interessante far notare che l' Italia è invece 56esima secondo l' ultimo rapporto della Banca Mondiale (dopo Ruanda e Bulgaria) oppure 80esima secondo l' Index of Economic Freedom (il Botswana è 36esimo) oppure 69esima secondo il Corruption Perception Index, oppure 73esima secondo il World Freedom Press Index, oppure ancora 69esima secondo il Global Gender Gap Index.

 

Che significa? Significa che sono tutte cazzate, ma per spiegarlo scientificamente viene in soccorso un fresco studio Eurispes titolato «La Corruzione tra realtà e rappresentazione. Ovvero: come si può alterare la reputazione di un Paese».

 

FICTION E REALTÀ

raffaele cantone

Lo studio, curiosità, è prefato dal contraddittorio Raffaele Cantone, presidente dell' Autorità anticorruzione: lo stesso Cantone che officiò la conferenza stampa di Transparency nel gennaio 2016 e, l' altro giorno, ha ospitato Transparency presso l' Anac: contribuendo - nostro parere - a sputtanare l' anticorruzione di cui è presidente. A parte questo, non c' è solo lo studio Eurispes. C' è quello de Il Mulino (dicembre 2017) secondo il quale persiste uno scarto significativo tra la famigerata «corruzione percepita» e quella reale, tanto che gli italiani si autorappresentano come corrotti pur essendo nella media europea.

 

sabino cassese

Ci sono gli articoli del giurista Sabino Cassese sul Corriere della Sera, che ha ridicolizzato la maxi-balla dei 60 miliardi annui che ci costerebbe la corruzione. C' è, stesso tema, il saggio di Luca Ricolfi e Caterina Guidoni («Il pregiudizio universale», Laterza, 2016) e poi però c' è da spiegare qualcosa su questi di Transparency.

 

In pratica sono gli inventori di un «indice di corruzione percepita» che ogni anno inseriscono in un «Barometro mondiale della corruzione»: ma si tratta solo di sondaggi su una percezione, domande a uomini d' affari e delle istituzioni o a cittadini qualsiasi.

 

Ogni anno però fingiamo di berci i dati sul relativo Cpi italiano (Corruption perception index) che viene sparato come dato inoppugnabile. Intanto Transparency campa con finanziamenti vari (100mila euro a testa pagati per esempio da Enel, Telecom, Vodafone, Luxottica, Terni, Generali, Edison, Falck, Impregilo, Snam, Terna) oppure, oltre al 5 per mille, facendosi pagare seminari da Comune di Milano, Unioncamere, Ferrovie Nord Milano, Camera di Commercio e altri enti pubblici, compresa la presidenza del Consiglio. Gli affari, diciamo così, vanno bene, e la persistenza del tema corruzione è il loro pane quotidiano.

corruzione

 

Peccato che - come spiega il presidente di Eurispes Gian Maria Fara, non riferendosi soltanto a Trasparency, ma ai vari «percettori» nel loro insieme - questo abbia contribuito al «rafforzamento dell' immagine dell' Italia come Paese corrotto, anzi, tra i più corrotti in assoluto... Il risultato è stato il progressivo abbassamento dell' appeal del Paese e dei suoi principali attori economici, con gravi ricadute in termini di crescita e sviluppo».

 

NESSUNO SA COSA SIA

Insomma, si muovono i «protagonisti di una vera e propria ingegneria reputazionale che fondano classifiche e graduatorie attraverso la mera percezione soggettiva della corruzione». E che dice l' onnipresente Raffaele Cantone nella prefazione allo studio? Parla di «scarsa affidabilità degli indici di percezione, poiché non misurano il fenomeno ma solo l' impressione che se ne ha.

Corruzione

 

Tutti "avvertono" la corruzione ma nessuno (o quasi) ha mai avuto direttamente a che fare con essa Non vi è neppure comunanza su che cosa si intenda con esattezza per corruzione».

Poi lo studio Eurispes, con argomentazioni accademiche, evidenzia - ci scusiamo per la sintesi - il cosiddetto «Paradosso di Trocadero («Più combatti la corruzione, più la rendi percepibile») e il cosiddetto «Paradosso del safe haven», secondo il quale «attribuire a un Paese una patente di permeabilità alla corruzione significa anche incidere sulla scelta che le organizzazioni criminali compiono».

 

Da qui la domanda: dove si dirigerà un immigrato, dovendo scegliere tra un Paese definito corrotto e uno difficilmente penetrabile? Dove guarderanno i trafficanti di migranti?

FILIPPO FACCI

Dove finiranno i capitali delle multinazionali del crimine? È chiaro, poi, che se agli intervistati chiedi «il suo è un Paese corrotto?», oppure «ha mai avuto sentore che alcune decisioni siano state determinate dalla corruzione?», la risposta in Italia sarà scontata.

 

Molto utile, sul tema, anche il libro di Federica Pintaldi «Come si interpretano gli indici internazionali» (Franco Angeli, 2011) per meglio comprendere come l' Italia tenda a collocarsi, negli studi degli indici internazionali, in posizioni molto più basse di quanto non meriterebbe il suo status.

 

ALTRO CHE SCIENZA

CORRUZIONE

Tornando a Transparency, spiega Eurispes, «gli indicatori tradizionali di percezione non effettuano una diagnosi approfondita, né consentono di analizzare i fattori chiave e i costi della corruzione». Gli strumenti usati sono il Cpi (Corruption Perception Index) che è l' indicatore più diffuso ma è basato solo su questionari rivolti a personaggi che vivono nel Paese in questione, come detto.

L' altro indice è il Bpi (Bribe Payers Index) che dovrebbe misurare l' inclinazione dei privati a pagare tangenti a membri della Pubblica amministrazione.

 

Il Global Corruption Barometer, infine, fu introdotto da Transparency sin dal 2003. Questo mentre l' Ocse (Organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo) elaborava un rapporto secondo il quale «la corruzione percepita in Italia è da record, sfiora il 90 per cento». Percepita. Solo Portogallo e Grecia sono messi peggio, pardon, percepiscono peggio.

filippo facci

 

Lo studio Ocse, citato da Eurispes e denominato «Curbing corruption», aggiunge che l' Italia è anche tra i Paesi in cui la fiducia nel governo è più bassa. Se poi i governanti parlano e sparlano di un Paese corrotto - ogni riferimento non è casuale - il cortocircuito è certo. E i sondaggi disfattisti come quelli di Transparency - morale - riflettono l' immagine che un Paese ha di se stesso e non il quadro reale.

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")