proteste e arresti in russia contro la chiamata alle armi di putin

2022: FUGA DA MOSCA - ALLA FACCIA DELLA “MOBILITAZIONE PARZIALE”, IN RUSSIA SARANNO ARRUOLATI UN MILIONE DI CIVILI (E PER PUTIN SARÀ UN DISASTRO) – I RUSSI INIZIANO A CAPIRE LE INTENZIONI DI "MAD VLAD" E NON VOGLIONO ANDARE A MORIRE IN TRINCEA - CHI PUO', SCAPPA. CHI NON RIESCE, SCENDE IN STRADA A PROTESTARE - PARLA L’EX SPEECH WRITER DI PUTIN: “I SOLDATI UCCISI FINORA NON HANNO SUSCITATO EMOZIONE MA LE FUTURE MORTI DEI MOBILITATI SARANNO VISSUTE COME UNA TERRIBILE INGIUSTIZIA” - VIDEO

 

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

proteste in russia 1

«Come stiamo? Ha presente il Sole di Mosca?». La risposta di Dmitry Oreshkin, scienziato politico di notevole popolarità fino a quando nel 2014 osò criticare la strategia del Cremlino sull'Ucraina, necessita di una spiegazione. Appena dodici giorni fa. La capitale celebrava la sua festa, mentre a Kharkiv le truppe russe fuggivano abbandonando le loro posizioni, con una ritirata così veloce da non poter passare sotto silenzio.

 

fuga dalla russia

Vladimir Putin sceglieva invece di inaugurare con parole piene d'orgoglio la nuova attrazione locale, una grande ruota panoramica alta 140 metri che con i suoi raggi doveva illuminare il VDNKH, un parco tematico costruito nel 1935 per illustrare i grandi successi raggiunti dall'Unione Sovietica, oggi un'area in via di recupero.

 

proteste in russia 6

«Un'opera unica, che non ha eguali in Europa e nel mondo». Poche ore dopo, il Sole di Mosca si bloccava per un'avaria. È rimasta chiusa per quattro giorni, poi ha riaperto per due, infine ha chiuso nuovamente per manutenzione. «Alla popolazione è stato detto che eravamo forti e che dovevamo essere orgogliosi di noi stessi», spiega il professore, titolare di una rubrica molto seguita sul sito di Radio Echo fino alla sua chiusura.

 

proteste in russia 4

«All'improvviso scopriamo invece che non funziona nulla, e che le parole di Vladimir Putin degli ultimi sei mesi erano un bluff. Comprese quelle del suo ultimo discorso, perché la mobilitazione parziale è come una gravidanza parziale: non esiste. La gente lo capirà presto. E comincerà a non credergli più. Il vero pericolo che corre il Cremlino non è la protesta, ma la sfiducia collettiva».

 

 

proteste in russia 7

Eppure, sembra che non sia cambiato niente. A cominciare dal nome. Ieri Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino nonché voce del presidente, a precisa domanda di una giornalista inglese del Telegraph ha risposto che neppure adesso è possibile chiamarla guerra, rimane ancora una Operazione militare speciale. E come al solito l'Ucraina sta diventando «uno Stato totalitario nazista» secondo il ministro degli Esteri Sergei Lavrov. Avanti così, seguendo un copione prestabilito, e intanto mezza Russia e il mondo intero si chiedono cosa sarà mai questa mobilitazione.

 

proteste in russia 8

Citando fonti dell'amministrazione del Cremlino, l'edizione europea di Novaya Gazeta ha rivelato che all'inizio l'intero testo sulla chiamata alle armi doveva essere secretato, seguendo così la volontà del ministero della Difesa. Ma poi è stato deciso di applicare l'omissis solo al settimo dei dieci articoli di cui si compone il provvedimento, quello che stabilisce il numero delle persone da mandare al fronte. Dovevano essere trecentomila, si arriverà al milione di civili arruolati, secondo il giornale fondato dal premio Nobel per la pace Dmitry Muratov. Una versione che Peskov ha liquidato come «menzogna totale».

 

proteste in russia

La parte in chiaro del decreto avvalora comunque la tesi di una mobilitazione ben poco parziale. Gli unici esentati sono i dipendenti del comparto bellico, i non idonei per motivi di salute, le persone con familiari disabili a carico, i padri con almeno quattro figli a carico di età inferiore ai sedici anni.

 

proteste in russia 5

Ma ieri sono arrivate alcune correzioni dal ministero della Difesa. Rimarranno a casa anche gli studenti universitari a tempo pieno, una postilla che asciuga di molto un potenziale bacino di protesta, ed è stata smentita la voce che i nuovi coscritti perderanno il posto di lavoro. Confermata invece la decisione di notificare l'ordine di leva agli oltre mille manifestanti arrestati durante i cortei spontanei di mercoledì. Il movimento giovanile democratico Vesna parla di ritorsione e intimidazione. Peskov sostiene che si tratta di una misura legale, come al solito.

proteste in russia 3

 

Abbas Gallyamov, che fu uno dei primi speechwriter di Putin, è convinto che sia ormai cominciato il conto alla rovescia. «Per la maggior parte del pubblico, la mobilitazione è ancora un concetto astratto. Cominceranno a capire quando i loro cari avranno ricevuto la chiamata, e quando alcuni di loro torneranno in patria nelle bare. I soldati uccisi finora non hanno suscitato emozione, perché erano militari di professione. Ma le future morti dei mobilitati saranno vissute come una terribile ingiustizia. Persone che lo Stato ha tolto alla vita normale e ha mandato al macello. Le conseguenze si vedranno più avanti. E saranno devastanti per il Cremlino».

proteste in russia 2

 

Forse sono queste le ragioni per cui Putin si era finora mostrato riluttante al coinvolgimento dei civili, arrivando a escludere qualsiasi forma di mobilitazione. Lo aveva fatto lo scorso 8 marzo, quando cominciava a essere chiaro che l'Operazione militare speciale non sarebbe stata una passeggiata, nel suo secondo discorso alla nazione.

«Capisco i vostri timori per le persone amate, ma vi assicuro che non verranno chiamate».

Dmitrij Peskov e vladimir putin

 

Le prime notizie che arrivano dalle province più remote riferiscono di convocazioni inviate a persone sopra i cinquant' anni di età, dettaglio anagrafico che, se confermato, allargherebbe la platea dei coscritti ben oltre le trecentomila unità. Dice Oreshkin che ben presto inizierà un sabotaggio di massa. «Ormai è chiaro che il Sole di Mosca non funziona. E la gente vuole solo scendere dalla ruota, come già stiamo cominciando a vedere».

 

PROTESTE E ARRESTI IN RUSSIA CONTRO LA CHIAMATA ALLE ARMI DI PUTIN 2

L'incertezza produce paura e code ai confini di Georgia, Kazakistan e Mongolia. Sono quasi cinquemila le persone già rifugiate in Finlandia. Gli ingressi giornalieri dalla Russia in Armenia sono triplicati. La Germania si è detta pronta ad accogliere eventuali disertori. In soli due giorni, sono già stati attaccati a colpi di molotov tre centri di arruolamento militare. Vesna ha convocato per sabato manifestazioni nelle principali città. Finiranno con la consueta caccia all'uomo. Ma questa volta potrebbero anche essere un inizio.

 

PROTESTE E ARRESTI IN RUSSIA CONTRO LA CHIAMATA ALLE ARMI DI PUTIN 45PROTESTE IN RUSSIA CONTRO LA CHIAMATA ALLE ARMI DI PUTIN

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...