GUARDARE IL MONDO CON OCCHIALI DIVERSI - FACEBOOK COMPRA OCULUS, AZIENDA CHE PRODUCE GLI OCCHIALI 'RIFT'. CON CUI SI PUO' VEDERE UNA PARTITA SENZA ESSERE LI' E ANDARE DAL DOTTORE RESTANDO A CASA...

Federico Cella per il "Corriere della Sera"

«Quella mobile è la piattaforma di oggi, ora ci stiamo preparando a quella di domani». Con questa frase Mark Zuckerberg ha commentato quella che è la seconda acquisizione «monstre» di Facebook nel corso dell'anno: dopo i 19 miliardi per WhatsApp, l'azienda di Menlo Park con 2 (tra contanti e azioni) ha acquisito una delle startup più promettenti nel circolo dell'alta tecnologia, ossia Oculus, azienda impegnata nella realtà virtuale tramite i Rift, occhiali dedicati a una nuova frontiera nel campo dei videogiochi.

Da qui l'idea che Facebook, come molti altri big del settore - da Amazon ad Apple a Google - voglia buttarsi in prima persona nel ricco mercato dei videogame. Un passaggio che senz'altro avverrà, come ha confermato il fondatore di Oculus, il 21enne Palmer Luckey, con un post online: «Ci saranno pochi cambiamenti nel progetto, restiamo sempre focalizzati sul mondo che amiamo, quello dei videogiochi. E la possibilità di lavorare con il team di Facebook sarà solo una nuova, potente, opportunità di andare avanti». Ma l'idea, appunto, è che quello dei videogiochi, per Zuckerberg sarà solo un primo passaggio della nuova freccia virtuale al suo arco.

Il primo modello degli Oculus Rift nasce poco più di due anni fa nel garage californiano di Luckey, vero prodigio di creatività e ingegneria (riconosciuto da Forbes come una delle menti migliori sotto i 30 anni) che ha creato il device per la realtà virtuale smontando le parti di uno smartphone e riadattandole su una maschera da sci.

Pochi soldi di investimento e una grande esperienza nel settore grazie a una passione nata durante l'adolescenza e sfociata in una delle più grandi collezioni di Hmd (Head Mounted Display ) al mondo. Dopo una prima apparizione ufficiale all'Electronic Entertainment Expo del 2012, con uno dei miti del mondo dei giochi elettronici al suo fianco, il John Carmack della Id Software (Wolfenstein 3D, Doom e Quake), Palmer Luckey ha ottenuto tramite crowdfunding i finanziamenti per proseguire il lavoro sulla sua creatura con una delle campagne su Kickstarter più clamorose: 2,4 milioni ottenuti su una richiesta iniziale di 250 mila.

E dopo due Consumer Electronic Show vissuti da protagonista (malgrado la posizione defilata nella grande fiera di Las Vegas), 75 mila «dev-kit» distribuiti agli sviluppatori di videogiochi e l'arrivo del modello definitivo per la prima commercializzazione (a 300 dollari, con la virtualità finalmente resa in Full Hd), era nell'aria che una creatura così unica e gustosa nel campo della tecnologia potesse essere acquistata da una qualche big.

I sospetti per la mossa attesa ricadevano su Amazon e le sue ambizioni nel campo dei videogiochi con la soluzione in streaming sulle tv dotate della nuova «chiavetta» Fire. Oppure su Microsoft, desiderosa di rispondere a tono agli occhiali del Project Morpheus presentato da Sony per la sua Playstation4 e che saranno protagonisti nel prossimo E3 di Los Angeles. E invece è arrivato Facebook.

Che cosa vuole dunque farci Mark Zuckerberg? Secondo molti navigatori, nulla di buono. Ma la Rete, ammesso che la si possa considerare un soggetto univoco, è umorale e sospettosa di natura. Le prime reazioni online sono stati «meme» che raffigurano nei migliori dei casi una realtà virtuale fatta di advertising assai aggressivo, e nei peggiori utenti Facebook prosciugati da una vita vissuta senza più alcun contatto con la realtà quotidiana. Le seconde reazioni hanno riguardato i sostenitori di Oculus nella campagna di Kickstarter. Che ora rivogliono indietro i soldi investiti «in un sogno indie che ora si è trasformato in una vacca da mungere».

La risposta al quesito intanto la fornisce Zuckerberg stesso: «Oculus ha la possibilità di creare la piattaforma più sociale di sempre e cambiare così il modo in cui lavoriamo, giochiamo e comunichiamo». Un immaginario che il ceo di Facebook concretizza con alcuni esempi: con gli Oculus ci si potrà trovare «virtualmente» a bordo campo durante una partita di calcio, consultare un dottore faccia a faccia senza muoversi di casa, studiare in una classe con alunni e professori che vengono da ogni parte del mondo.

Proprio quest'ultimo esempio porta alla mente un romanzo molto pop, «Player One» del 2010, dove l'autore Ernest Cline immaginava un futuro che sembra sempre meno fantascientifico: tramite appositi occhiali e una console, la gran parte della popolazione mondiale viveva, studiava e amava nella realtà virtuale del videogioco Oasis.

Nei prossimi mesi dunque i tre colossi attuali dei videogiochi - Sony, Microsoft e Nintendo - e i futuri avranno un concorrente forte di un'idea e di un marchio senza rivali come Facebook. In futuro invece gli Oculus Rift della giovane coppia Palmer-Zuckerberg (50 anni in due) potrebbero letteralmente proiettarci in un nuovo mondo. Dove incontrare e interagire con gli «amici» in modo naturale in uno spazio digitale che esiste solo nei nostri occhi. E nei server di Facebook.

 

 

oculus rift de Oculus Rift oculus rift Oculus Rift

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