LAVORO FAI-DA-TE: IL SOSIA ALL’ESAME DI GUIDA O LA COMPARSA NELLE TRASMISSIONI TV…

1 - GANG DI "SOSIA" PER SOSTENERE GLI ESAMI DI GUIDA
Da "Libero"

La polizia stradale di Siracusa ha denunciato 12 persone, tra cui i titolari di due autoscuole di Avola e Pachino, con l'accusa di avere in concorso prodotto falsi documenti di identità per sostituirsi, anche in base all'effettiva somiglianza fisica, a coloro che dovevano sostenere l'esame teorico di guida.

Questi temevano di non superare l'esame di teoria per ottenere la patente B, così alcuni giovani hanno pagato delle persone, anche 1.500-2.000 euro, per sostenere la prova al loro posto, con la complicità dei titolari di autoscuole. Il finto candidato si presentava con la pratica del foglio rosa, il certificato medico e la carta d'identità della persona a cui doveva essere intestata la patente, in cui sostituivano la fotografia.

I falsi candidati, di età compresa tra i 25 e i 35 anni, venivano reclutati in base alla somiglianza con i candidati veri e alla capacità di superare l'esame. Adesso dovranno rispondere di sostituzione di persona, false dichiarazioni a pubblico ufficiale, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi e truffa. Già 40 le ordinanze di annullamento delle patenti illegali.

2 - MARIA COMPARSA DELLA TELEVISIONE NON DELLA VITA
Caterina Bonvicini per il "Fatto quotidiano"

Maria B. in 52 anni ha accumulato solo cinque valigie, non possiede altro. Quattro di queste sono parcheggiate in casa di una sua amica, che però non le può ospitare più. E Maria non sa dove metterle. Certo non se le può portare dietro: la sua vita a costo zero richiede un bagaglio leggero. Una volta dorme nell'appartamento di una pensionata, dividendo con lei l'unica stanza (che paga 7 euro a notte), un'altra in una soffitta senza mobili e senza bagno, e un'altra ancora, per risparmiare, non dorme proprio.

Cammina da sola fino all'alba e risolve il problema alla radice: se sta sveglia, non ha bisogno di un letto. Non è una zingara, non viene da paesi del terzo mondo e non è una barbona (anzi, si tiene con cura: ha addosso un abitino di velluto elegante, che ha trovato a Porta Portese, le è costato 1 euro). Maria è italiana, viene da un paese che si chiama Samassi, in provincia di Cagliari.

Ha lasciato la Sardegna a 24 anni per liberarsi di un padre padrone che la teneva chiusa in casa. Innamorata della sua libertà e di Roma, non si è pentita di questa scelta. Anche se era partita per cercare fortuna e la fortuna non l'ha mai trovata, è riuscita a costruirsi una vita - molto estrema - però migliore di quella che aveva, almeno ai suoi occhi. Il padre era un fruttivendolo e lei già a tredici anni lavorava nel suo negozio. Non poteva uscire mai.

Forse per questo adesso è sempre in giro: a piedi o in autobus. Conosce così bene i mezzi pubblici di Roma che a volte, quando arrivano nuovi autisti da fuori, li guida lei. Sa a memoria tutte le fermate, tutti i percorsi. Se le chiedono un'informazione per strada, risponde con una precisione da App umana, più efficiente di un I-phone. Infatti le piaceva molto fare il Pony, per una ditta privata. Non aveva né macchina né motorino, quindi consegnava i pacchi usando l'autobus.

Un lavoro bellissimo, secondo lei, il migliore. Maria ne ha fatti tanti, di lavori. Pulizie in un istituto dermatologico (quattro mesi a tempo determinato in cui ha imparato che se uno non ha casa, può risolvere il problema dell'igiene personale usando i bagni di un ospedale), ha lavorato in mensa, di solito al lavaggio (300 euro al mese), in un ristorante, in una pizzeria, in un bar dietro Piazza Barberini, cassiera al Pam, badante, colf, ha persino venduto porta a porta dei prodotti dietetici e per un anno ha lucidato vetri di autobus in un deposito.

E come tornano, nella sua vita, gli autobus. Perché è stata proprio colpa di un incidente in autobus se oggi non può più fare lavori pesanti. Una frenata brusca e lei cade all'indietro, rompendosi una vertebra. La sua schiena, già fragile per problemi di scogliosi, è definitivamente rotta.

E questo handicap restringe il campo: ha un diploma di terza media e non si riesce a piegare, non può portare pesi e se sta troppo seduta sente male: l'unico sollievo è camminare senza sosta, di giorno e di notte per le strade di Roma. Quel lontano bisogno di uscire di casa si è trasformato in una condanna. Eppure Maria riesce a trovare un lato bello anche in questa follia, e parla come un flaneur («Ieri ho scoperto delle traverse meravigliose dietro al Quirinale»).

Ma la vita costa, non può certo limitarsi a passeggiare. Anche se spende appena 7 euro a notte e quasi nulla per mangiare, perchè pranza alla mensa dell'Opera Don Calabria («Metro Battistini», Maria ti dice sempre la fermata corrispondente, il mondo nella sua testa ha un ordine solo così) e la sera cena con un cornetto, che le offrono gli amici del bar, deve guadagnare qualcosa.

Il suo lavoro, attualmente, è fare il pubblico in televisione. Certo, stare seduta cinque ore in uno studio le procura dolori terribili alla schiena, ma per il resto non è male. Alcuni anni fa pagavano meglio, anche 20 o 30 euro al giorno, adesso solo 10 (che ricevi dopo due mesi), però va bene. Ci sono delle agenzie (ne ha girate parecchie), tu chiami e ti prenotano un posto.

Una volta vai negli studi di piazza Santi Giovanni e Paolo, un'altra a Cinecittà o a Settecamini, si cambia sempre. E cambiano i programmi. Vedi Frizzi o Conti o Papi, fai amicizia con le persone sedute accanto, che in un certo senso diventano dei colleghi. Maria è timida, non ama intervenire. Per fortuna non è previsto, si tratta solo di battere le mani. Le è capitato una volta sola, in una trasmissione in cui facevano domande imbarazzanti al pubblico, sul sesso. A lei però nessuno ha chiesto niente.

L'esperienza più bella, dice, è stata all'Accademia dell'Arte Burlesque. Intanto il teatro è diverso dalla televisione: più emozionante. E poi che costumi (da farfalla o da sirena), che fantasia in certe scene (donne che nuotano nude in un gigantesco bicchiere di champagne o che ballano in mutande su un cavallo vero). In una persona così solitaria e casta, stupisce questo trasporto per gli spogliarelli.

Ma lei è una donna piena di immaginazione, capace di non annoiarsi quando cammina da sola per le vie di Roma fino all'alba. E piena di gioia di vivere, persino una vita come la sua. Ama ballare il liscio e quando c'è una serata gratuita in un locale, ci va. Le piace fare amicizia alla fermata dell'autobus (sempre l'autobus!). E viaggiare.

L'ha fatto pochissimo, naturalmente. Si è tolta questo sfizio quando ha vinto la causa dopo l'incidente. I soldi si sono presto volatilizzati, nel periodo di totale immobilità, soprattutto per pagare la fisioterapia e una stanza (300 euro). Forse avrebbe dovuto comprarsi una cantina e ha fatto l'ennesima scelta sbagliata. Però ha visto Venezia e Firenze. Ne valeva la pena. E Ravenna, finalmente. Le chiedo perché proprio Ravenna. Mi risponde che gliene parlava sempre il suo fidanzato, e lei era stanca di immaginarsela.

 

SCUOLA GUIDA PUBBLICO DI UNA TRASMISSIONE TV MARIA VIVE FACENDO LA COMPARSA NELLE TRASMISSIONI TV jpeg

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