joe robert kennedy

CHE FINACCIA HANNO FATTO I KENNEDY - L'ASTRO NASCENTE JOE È GIÀ TRAMONTATO, SCONFITTO ALLE PRIMARIE IN MASACHUSSETTS (PRIMO IN FAMIGLIA DAL 1947). PER LA BASE È TROPPO POCO RADICALE, E IL VECCHIO VOLPONE CHE PROVAVA A DISARCIONARE SI È FATTO SOSTENERE DAL ROSSETTO SGUAINATO DELLA OCASIO-CORTEZ - INVECE ROBERT KENNEDY JR, FIGLIO DI BOB E NIPOTE DI JFK, È L'IDOLO DEI NEGAZIONISTI E A BERLINO HA TENUTO UN DISCORSO: ''IO CONTRO IL TOTALITARISMO COME MIO ZIO''

 

 

1. ROBERT KENNEDY JR E QUEL DISCORSO NEGAZIONISTA A BERLINO: «IO CONTRO IL TOTALITARISMO, COME MIO ZIO JFK NEL 1963»

Elisa Messina per www.corriere.it

 

Sono tempi strani per la grande famiglia politica dei Kennedy. Mentre brucia ancora la sconfitta politica del deputato Joe Kennedy III, nipote di Robert, che ha perso le primarie democratiche in Massachusetts per il seggio senatoriale dello Stato (era la prima volta che un Kennedy perdeva in quello stato dal 1947), in rete continua girare il discorso “negazionista” alla folla pronunciato da Berlino da Robert Francis Kennedy Jr, 66enne figlio di Robert, “Bobby” Kennedy e nipote dell’ex presidente John F. Kennedy, durante la grande manifestazione di domenica 29 agosto contro le restrizioni anti Covid. Lo stesso Robert da cui, un anno fa, il resto della famiglia prese le distanze pubblicamente per le posizioni no vax.

robert kennedy jr a berlino

 

 

Contro il totalitarismo sanitario di Big Pharma

A poca distanza dal luogo dove lo zio JFK, il 26 giugno 1963, pronunciò lo storico discorso “Ich bin ein Berliner” (“Io sono un berlinese”) proclamando la sua vicinanza ai cittadini della Germania Ovest che temevano il totalitarismo della Germania Est, Robert ha parlato in sostegno alla manifestazione organizzata contro le misure sanitarie anti Covid-19 volute dal governo di Angela Merkel, una protesta che ha coinvolto circa 38mila persone che hanno sfilato in modo pacifico, ma senza mascherine e senza rispettare il distanziamento sociale e alla quale si erano uniti anche gruppi neonazisti e di estrema destra.

 

robert kennedy jr a berlino

Il figlio di Bobby Kennedy (assassinato a Los Angeles il 6 giugno 1968) , che è un antivaccinista convinto ed è fondatore e presidente di Children’s Health Defence, una delle maggiori organizzazioni sul tema, si è lanciato davanti alla folla in un’audace parallelo con il discorso berlinese di JFK: »Mio zio John Kennedy venne a parlare a in questa città perché era l’ultima frontiera contro il totalitarismo globale. E ancora oggi questa città è la frontiera contro il totalitarismo globale, voi siete la frontiera contro il totalitarismo» È un totalitarismo sanitario, stavolta, quello a cui fa riferimento Robert Kennedy, voluto dai governi e da “Big Pharma”, le multinazionali farmaceutiche, per imporre restrizioni in seguito a una pandemia «pianificata da tempo», una «crisi di comodo per le elites che stanno dettando le loro politiche e permette loro di cancellare la classe media».

 

robert kennedy jr a berlino

«Pandemia pianificata da Bill Gates e Fauci»

«I governi amano le pandemie per lo stesso motivo per cui amano la guerra. perché permettono loro di imporre un controllo della popolazione che in altre circostanze non sarebbero mai permesse» ha dichiarato Kennedy, aggiungendo che molte «importati persone come Bill Gates ed Anthony Fauci (’epidemiologo che guida la task force della Casa Bianca sull’emergenza Covid ndr) hanno pianificato questa pandemia da decenni» e che ora «fingono di non sapere come controllarla, inventano numeri e non sono in grado di dirci qual è il tasso di mortalità per Covid con il solo scopo di alimentare la paura». La pandemia è servita, insomma, ai governi per spaventare, e la quarantena è servita a portare il 5G in tutti gli Stati, ha proseguito Kennedy, che ha poi fatto riferimento alla moneta digitale e al controllo globale dei dati da parte di Bill Gates, Mark Zuckerberg, Jeff Bezos e tutti gli altri big dell’hi tech, il vero obiettivo finale degli attuali governi: «Pensate che ‘Alexa’ stia lavorando per voi? Lei sta lavorando per Bill Gates, spiandovi».

 

Imbarazzo in famiglia

joe kennedy iii

Le posizioni e le battaglie sanitarie di Rober Kennedy avevano già creato qualche imbarazzo in seno alla famiglia: «Noi lo amiamo, è nostro fratello e nostro zio, ma fa parte di una campagna di misinformazione che sta avendo conseguenze strazianti e mortali»: con queste parole, nel maggio 2019, la sorella Kathleen, il fratello Joseph Patrick II e la figlia di Kathleen Maeve firmarono un articolo su Politico.com per prendere le distanze dalle posizioni antivacciniste di Robert. Riconoscendogli, però, il merito di essere stato, prima di sposare la causa no-vax, uno dei più agguerriti avvocati per le cause ambientali: «Il suo lavoro per ripulire il fiume Hudson e la sua instancabile difesa contro le organizzazioni multinazionali che hanno inquinato i nostri fiumi e messo in pericolo le famigliea influenzato positivamente la vita di molti americani. Siamo con lui nella sua continua lotta per proteggere il nostro ambiente. Tuttavia, sui vaccini si sbaglia».

 

 

2 – LA MALEDIZIONE DEI KENNEDY: L'ULTIMO EREDE PERDE IL SEGGIO

Paolo Guzzanti per “il Giornale

 

ed markey joe kennedy iii

La disgrazia di chiamarsi Kennedy, in terra dei Kennedy, nella città dei Kennedy, con il pelo rosso dei Kennedy, com' è possibile? È ciò che si sta chiedendo ancora sconsolato, dinoccolato, arrabbiato, l'ultimo giovanotto della grande dinastia e che risponde al nome di Joseph. P. Kennedy III, battuto in casa - Boston, Massachusetts - alle primarie democratiche (...) (...) dal senatore Edward J. Markey, uno che era già al Congresso quando il giovane Kennedy venne al mondo. Il mondo ha girato e non per caso. Questo ultimo rampollo Kennedy ha capito male due cose. La prima, è che il suo nome non porta più voti, ma semmai la maledizione del revisionismo storico e dunque disgrazia elettorale.

 

robert kennedy jr a berlino

La seconda: che il monopolio dei democratici si è spostato radicalmente a sinistra e chi non sta con le rivolte nere e gli scassi alle vetrine, incassa poco. Il vecchio Markey, che è un volpone di antica scuola, si è fatto «endorsare» da quella pasionaria visionaria, barricadiera che è la Ocasio Cortez, priva di qualsiasi contenuto ma di totale impatto ribellista-socialista ed è stata lei che ha fatto secco lo sfidante dal bel nome fighetto.

 

 Il quale sfidante, il ragazzo che ha un nome dinastico, ha fatto lo smargiasso: era ed è membro del Congresso ma ha voluto giocarsi la carta del seggio al Senato lasciando la strada vecchia per la nuova e così si è candidato a queste primarie in cui erano in gioco solo seggi senatoriali, tutti democratici - in questo pezzo d'America - ma suddivisi fra le varie frange della sinistra: rivoluzionari violenti, non violenti, razziali, antisistema e lui, povero ragazzo cresciuto fra i merletti di famiglia, ha avuto la sventuratissima idea di presentarsi come il candidato tranquillo di una middle class di sinistra moderata prevalentemente bianca, con alcuni neri selezionati fra i più buoni, odiosamente ragionevole e in contrasto con il trend che in questo momento è giacobino-bolscevico, mentre lui si presenta come un damerino socialdemocratico e se lo sono mangiato. Poi l'hanno anche messo alla gogna.

robert f kennedy jr

 

Sui social si sono scatenati a prendere per i fondelli proprio i grandi santoni di casa, il bisnonno presidente, il prozio super procuratore generale, tutti morti malissimo salvo Teddy morto di alcolismo molesto. Avete presente la gloriosa battuta di John Kennedy quando disse: «Non chiederti cosa può fare il tuo Paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese»? Be', gliel'hanno ritorta così: «Joseph Kennedy dovrebbe far sapere al Paese se per caso può fare qualcosa per lui o se sta bene così». Letame.

 

joe kennedy iii

 Il vincitore del duello, Edward J. Markey, la volpe rinnovata perché si è riciclato a sinistra come un piccolo Lenin spiazzando il rampollo dinastico, ha dovuto fermare le sue truppe mediatiche, già partite per calpestare e coprire di letame l'intera storia della famiglia trattata come una greppia di privilegiati, che hanno profittato delle disgrazie della media borghesia bianca per costruire la loro fortuna e le carriere di tutti i figli e nipoti. Markey ha detto: «Basta, ragazzi, non potete essere così irrispettosi». Ma intanto lo stesso perdente dinoccolato e sconsolato se ne andava in giro dicendo più o meno: ma proprio a me doveva capitarmi di portarmi addosso questo nome? Il problema è che gli hanno fatto le pulci e hanno trovato un sacco di atti legislativi da lui promossi o sottoscritti che in un modo o nell'altro andavano contro i neri, magari per condannare gli eccessi, ma insomma roba che oggi non si porta più se non come una macchia disonorevole.

joe kennedy iii

 

A questo punto il giovane rampollo ha preferito «to concede» e cioè ammettere pubblicamente di avere perso la competizione, mettendosi fuori gioco da solo perché per tentare il salto della quaglia di fatto ha abbandonato il posto alla House, il Congresso, dove aveva incamerato soltanto il sostegno, risultato inefficace, della speaker Nancy Pelosi che anche lei non è più sulla cresta dell'onda. Sembra che ci abbia goduto anche Biden, di questa sconfitta del rampollo kennediano, perché la sua strategia è quella radunare e incollare un fronte variopinto e sconclusionato, purché abbia come comune denominatore l'odio per Trump.

 

E il piccolo Kennedy è stato trovato in difetto anche di anti-trumpismo perché si è presentato con il suo compitino di riforme necessarie per una vaga economia «verde» che è già superata dalla nuova ondata nera che vuole vedere - almeno nelle parole - l'immagine del sangue che scorre e il suono dei tamburi di guerra. La partita teoricamente è ancora aperta, qualche miracolo potrebbe accadere, ma la sostanza è che la sinistra americana non ha più spazio per democratici riformatori, perché vuole incassare sull'apocalisse razziale e sul fantasma del Covid.

joe kennedy col prozio john

 

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