dell'utri fascina marina berlusconi tajani

"FARSA ITALIA": CHI SARA’ IL VICE-VICARIO (O SICARIO) DI TAJANI? FORSE NESSUNO: IL MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO, PER EVITARE DI SCONTENTARE QUALCUNO, POTREBBE NON DARE RUOLI PRIVILEGIATI A NESSUNO DEI QUATTRO PRETENDENTI -  DEBORAH BERGAMINI VANTA UN CANALE PRIVILEGIATO CON MARINA BERLUSCONI, MARTA FASCINA TELEFONA A DELL’UTRI, STORICO AMICO DEL CAV, PER PROPIZIARE LA “SCALATA” DEL SUO UOMO, STEFANO BENIGNI, CON I VOTI DEI FORZISTI SICILIANI. IL TUTTO PER FERMARE L’ASCESA DI ROBERTO OCCHIUTO, GOVERNATORE DELLA CALABRIA, A CUI TAJANI HA GIÀ PROMESSO IL RUOLO DI NUMERO DUE...

FORZA ITALIA, IL DOPO CAV: TAJANI CON QUATTRO VICE

Estratto dell’articolo di Andrea Bulleri per “il Messaggero”

 

TAJANI e il nome di berlusconi nel simbolo di forza italia

È il secondo congresso dalla nascita, nel lontano 1994. Il terzo, se si considera anche la parentesi del Popolo della libertà. Ma soprattutto il primo che verrà celebrato senza il «sole in tasca» di Silvio Berlusconi. […] il tema dell'«eredità» non si pone, perché «il leader poteva essere solo Berlusconi, gli eredi siamo tutti noi: il segretario chiarisce Tajani sarà un primo tra pari, che avrà bisogno di una grande squadra». E la squadra, come prevede lo statuto, sarà composta da quattro vice-segretari.

 

Nessun «vicario», sottolinea il vicepremier: «Chi prenderà più voti, o una parità di voti risulterà il più anziano, potrà sostituire il segretario in caso di impedimento. Ma avranno tutti lo stesso ruolo e potere».

 

marta fascina e antonio tajani

Una risposta neanche tanto velata alle indiscrezioni su un presunto attivismo di Marta Fascina per far arrivare primo nella conta Stefano Benigni, attuale responsabile dei giovani (e soprattutto vicinissimo alla compagna del Cav).

 

Proprio Benigni, salvo stravolgimenti improbabili, sarà uno dei quattro vice. Gli altri tre posti verranno assegnati a Deborah Bergamini e ai governatori di Piemonte e Calabria Alberto Cirio e Roberto Occhiuto. Mentre non sarebbe più in pista la candidatura di Renato Schifani, che nelle scorse settimane aveva chiesto più peso ai vertici nazionali per la sua Sicilia. […]

 

TAJANI LANCIA LA NUOVA FORZA ITALIA, LA VERA SFIDA È PER IL NUMERO DUE

Estratto dell'articolo di Giuseppe Alberto Falci per il “Corriere della Sera” 

MARINA SILVIO BERLUSCONI

 

La sfida più dura è quella per arrivare secondi. È il primo congresso di Forza Italia del dopo Silvio Berlusconi — 1.200 delegati, venerdì e sabato al palazzo dei Congressi dell’Eur — ma lo schema non cambia: per il ruolo di leader non c’è partita. Sarà incoronato Antonio Tajani. Lui assicura che non sarà «un uomo solo al comando. Ci sarà una squadra, c’è una classe dirigente di alto livello».

 

La sfida è tutta sui vicesegretari. Saranno quattro, eletti dall’Assemblea azzurra. E anche se Tajani sottolinea che i 4 «avranno tutti lo stesso ruolo e potere», uno solo sarà il D’Artagnan. Il più vice degli altri, il vicario. Insomma, il numero due del partito.

 

DELL'UTRI FASCINA SILVIO BERLUSCONI

I termini per la presentazione delle candidature dei vice scadono oggi alle 15. Ma i nomi dei vincitori sono già annunciati e ci sono i favoriti anche per il ruolo di vicario. Il quartetto è composto da Deborah Bergamini, Alberto Cirio, Stefano Benigni e Roberto Occhiuto. Hanno prevalso loro nel gioco dei veti incrociati, degli equilibri tra le correnti.

Una partita dove pesano anche i rapporti personali, vecchie amicizie e legami che prescindono dal posizionamento politico.

 

MARTA FASCINA

Ognuno rappresenta qualcosa. Bergamini, a lungo portavoce di Forza Italia, quattro volte parlamentare, incarna la storia degli azzurri, è nel partito dagli inizi e qui ha ricoperto più ruoli. «È il revival, che va bene sempre», commenta in Transatlantico un esponente di FI. Storicamente legata a Tajani, Bergamini vanta un dialogo con Marina Berlusconi che le potrebbe essere funzionale per il match del congresso. Anche Cirio, presidente della Regione Piemonte, è legato a Tajani, anche se in molti fanno notare che in un recente passato «era vicinissimo a Licia». Licia, va da sé, è Ronzulli, colei che prima dell’avvento di Marta Fascina deteneva le chiavi del partito ed era sempre presente a Villa San Martino. Le chance di Cirio? È il candidato del Nord, questa la sua forza in sede di congresso.

marta fascina torna in parlamento dopo la morte di berlusconi 10

 

Poi si arriva ai due favoriti.

 

Benigni è il più giovane dei quattro. Classe ’87, coordinatore dei Giovani azzurri, è alla seconda legislatura a Montecitorio. Fin qui il curriculum base. Poi c’è il dettaglio che fa la differenza: Benigni è un fedelissimo moschettiere della compagna del Cavaliere, Marta Fascina. E proprio quest’ultima si starebbe muovendo a tutti i livelli per fare in modo che «l’amico Stefano» diventi il secondo del partito.

 

DEBORAH BERGAMINI

Il Fatto ha raccontato che Fascina avrebbe chiesto aiuto a un vecchio amico di Berlusconi, Marcello Dell’Utri. E che quest’ultimo, a sua volta, avrebbe chiamato i suoi riferimenti all’Assemblea regionale siciliana. Indiscrezioni che fanno sorridere Dell’Utri: «Non mi occupo di queste cose. Non c’entro niente. Mi mettono sempre in mezzo, a stento ho saputo che c’è il congresso l’altro giorno».

paolo berlusconi luigi berlusconi marta fascina in prima fila alessandro sorte e stefano benigni

 

I fasciniani, in ogni caso, si giocheranno la partita fino alla fine. E se la dovranno vedere con il favoritissimo: Roberto Occhiuto. Nella mappa delle correnti di Forza Italia Occhiuto sembra essere il più indipendente. È rimasto legato a Licia Ronzulli e gode della stima di Tajani. Il suo grande sponsor è l’eurodeputato Fulvio Martusciello: «Abbiamo sottoscritto la candidatura di Occhiuto: è l’immagine del Sud che lavora e non perde il proprio tempo a polemizzare».

fascina e berlusconi auguriocchiuto tajaniMARTA FASCINA COME ILARY BLASI - FOTOMONTAGGIO

 

ANTONIO TAJANI PIANGE AL FUNERALE DI SILVIO BERLUSCONI

ROBERTO OCCHIUTO - ANTONIO TAJANIANTONIO TAJANI ROBERTO OCCHIUTO

marina berlusconi 1

(…)

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”