FASSINA PREMIER! IL VICEMINISTRO NON FA MARCIA INDIETRO SULL' “EVASIONE PER SOPRAVVIVERE”: “HO DETTO LA VERITÀ!”

1 - FASSINA: "NON C'È NIENTE DA CHIARIRE E NON È UNA BESTEMMIA HO DETTO SOLTANTO LA VERITÀ"
Amedeo La Mattina per "la Stampa"

Quando alle sei del pomeriggio esce dalla sala del governo, mentre in aula il premier Letta sta parlando anche di lotta indefessa all'evasione fiscale, Stefano Fassina dovrebbe avere la faccia contrita di chi l'ha detta grossa e si prepara a rettificare, aggiustare, minimizzare. E invece neanche per sogno.

Il viceministro dell'Economia che non ride mai non cambia di una virgola la sua affermazione piena di pepe, «c'è chi evade per sopravvivere». Ecco, con l'evasione di sopravvivenza Fassina rompe un tabù nella sinistra e il Pdl ha già pronta la tessera per lui, che paradossalmente è sempre stato il bastian contrario della sinistra Pd.

Del resto Renato Brunetta ha sempre detto che tra loro due ci sono molti punti in comune, tra i tanti quello di essere super critici nei confronti della politica di austerità teutonica. Proverbiale le sue intemerate contro la lettera della Bce (quella dei suggerimenti di Trichet all'Italia) che quando era responsabile economico dei Democratici lo contrappose all'allora vicesegretario Letta.

Oppure il 21 ottobre 2011: Stefano ironizzò sull'assenza di Letta (sempre lui) alla manifestazione della Fiom. L'altro rispose che certe provocazioni sono difficilmente compatibili con l'equilibrio necessario per rappresentare tutto il Pd in una materia come l'economia. In effetti è quello che sta accadendo anche adesso con l'uscita sull'evasione di sopravvivenza.

«Non ho nulla da chiarire con Letta, ma per favore, io queste cose le ho già dette e le ho scritte tante volte», dice attraversando il Transatlantico di Palazzo Madama. «Non è una bestemmia, ho detto la verità». Non ha la faccia di uno che deve giustificarsi, ma si capisce che il viceministro è nervoso.

Soprattutto quando lo paragonano a Berlusconi, come se gli infilassero un pugnale nel fegato. «Ma che c'entra? Come si fa a paragonare quello che ho detto io con le parole di una persona che teorizza l'evasione per le troppe tasse che ci sono in Italia, che ha fatto pagare pochi spiccioli a chi ha portato i capitali all'estero. Ma via, per favore!».

Susanna Camusso considera scandalose anche le sue parole. Fassina agita l'IPad che ha in mano. «Ho letto. È strano che un giorno mi diano del comunista trinariciuto e un giorno mi vogliano dare la tessera del Pdl. Questa è una storia che ho già visto».

Quale sarebbe la storia che ha già visto? Fa una pausa, si allontana, si ferma, ricorda che nel suo partito ha già avuto tanto da discutere e polemizzare. Quasi non gli va di farlo di nuovo, ma con quella faccia che non sorride mai non si tiene e fa presente di essere stato facile profeta.

«Ve lo ricordate quando criticavo il governo Monti? Volevano espellermi, cacciarmi, strapparmi la tessera. Poi però tutti mi vennero dietro..., perchè avevo ragione». Tutti? «Una buona parte e succederà lo stesso, ma ora certe cose non hanno il coraggio di dirle...».

Secondo Fassina sono in tanti a pensarla come lui, che c'è veramente un'evasione di necessità. Chi non ha il coraggio di dirlo, ma la pensa come lui, sarebbero innanzitutto i liberal, coloro che sono più vicino alle idee di Letta. Ma questo non lo dice, non lo può dire, l'allievo prediletto di Vincenzo Visco che della lotta all'evasione aveva fatto la sua cifra quando era al posto del suo pupillo al ministero dell'Economia.

2 - VINCENZO VISCO: «NON METTIAMOLO IN CROCE, QUELLA FRASE NON È ALTRO CHE UN INFORTUNIO»
R.Tal. per "la Stampa"

Vincenzo Visco, ex ministro dell'Economia e padre di molti provvedimenti anti-evasori, Fassina ha parlato di "evasione di sopravvivenza". È una giustificazione lecita per non pagar tasse?
«Penso che si sia trattato di un infortunio. Fassina lo conosco ed è una persona seria. Non credo che questa dichiarazione vada presa alla lettera dal punto di vista politico. L'evasione è evasione. Non c'è differenza tra un evasore di necessità e uno volontario: evadere è una scelta. Altrimenti il concetto di necessità chi lo decide?».

La crisi però crea difficoltà a tanti...
«Se ci sono attività che non sono in grado di reggere pagando le tasse esistono due soluzioni: o cambiano le leggi o semplicemente quelle attività scompaiono. È chiaro che con la crisi aumentano i ritardi nei pagamenti, ma ci sono forme di rateizzazione. Fare fatture false, non dichiarare i ricavi e altri comportamenti in cui noi ci distinguiamo non c'entra con l'emergenza. Tutti i paesi europei hanno grosso modo la stessa incidenza fiscale, le stesse imposte».

Ma anche servizi migliori dei nostri.
«O smettiamo di tollerare comportamenti illegali come l'evasione o non faremo mai passi avanti. Abbiamo meno servizi perché ci sono più sprechi, e negli anni '80 ci siamo ricoperti di debiti che paghiamo oggi: gran parte del gettito infatti se ne va in pensioni e interessi».

 

STEFANO FASSINA jpegSTEFANO FASSINARENATO BRUNETTA VINCENZO VISCO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?