LA MALEDIZIONE DI SILVIO - FELTRI: “ALFANO SULL’ORLO DEL BARATRO, COME TUTTI QUELLI CHE HANNO TRADITO IL CAVALIERE, DA CASINI A FINI. E PURE A RENZI, DALLA FINE DEL PATTO DEL NAZARENO, CAPITANO SOLO SCIAGURE” - DE GIROLAMO MOLLA NCD, VERSO SALVINI?

 

1. NUNZIA DE GIROLAMO, ULTIMATUM A NCD: "FUORI DAL GOVERNO O ESCO IO DAL PARTITO"

Da www.liberoquotidiano.it

 

nunzia de girolamo e saltamartini con cicchitto all assemblea di ncd nunzia de girolamo e saltamartini con cicchitto all assemblea di ncd

Con tutta probabilità, il giorno è arrivato: Nunzia De Girolamo, ora, è davvero a un passo dall'addio al suo partito, Ncd. La deputata ha infatti lanciato (anzi, ribadito) il suo personalissimo ultimatum ad Angelino Alfano: o Ncd esce del governo, "o esco io". Questo, in buona sostanza, il succo delle dichiarazioni di Nunzia, da tempo in rotta con la sua formazione politica e, probabilmente, vicina al passaggio nell'orbita salviniana (come volto del leghismo al Sud, dove Matteo Salvini è in cerca di consensi per imporsi a livello nazionale).

 

de girolamo alfano interna new de girolamo alfano interna new

 "Visto l'esito del voto alle regionali - ha attaccato De Girolamo - chiedo le dimissioni del coordinatore regionale Gioacchino Alfano ed il commissariamento del partito a Benevento". A Nunzia ha replicato proprio Gioacchino Alfano: "Se è alla ricerca di pretesti, allora li cerchi altrove e non in Campania dove il risultato migliore parla per sé".

 

 

2. ALFANO È SULL'ORLO DEL BARATRO

Vittorio Feltri per “il Giornale”

 

VIGNETTA VINCINO DAL FOGLIO ALFANO TAGLIO IL RAMO DI BERLUSCONI VIGNETTA VINCINO DAL FOGLIO ALFANO TAGLIO IL RAMO DI BERLUSCONI

Quello che mi accingo a scrivere non è un articolo di politica in senso stretto e neppure largo: trattasi semplicemente di un resoconto inquietante di quanto è accaduto e continua ad accadere nel Palazzo, dal quale si evince - con rispetto parlando - che la sfiga di certi uomini pesa maggiormente delle loro capacità.

 

Prendiamo Angelino Alfano, già delfino di Silvio Berlusconi e ora demiurgo (esagero) dell'Ncd, che non è la marca di un elettrodomestico, bensì un partito piccolo e deficiente, tant'è che Matteo Renzi, nato grande e avviato a diventare nano, lo considera più o meno come il Cavaliere giudica Dudù, un animale politico domestico.

 

BERLUSCONI E ALFANO AL QUIRINALE FOTO LAPRESSEBERLUSCONI E ALFANO AL QUIRINALE FOTO LAPRESSE

Angelino non è una cattiva persona: abbaia molto, però non morde, al massimo ringhia quando qualcuno minaccia di sottrargli la pappa. A un certo punto della carriera, rapida e invisibile come un sommergibile, Angelino viene nominato caporale, pardon, capo di Forza Italia. Era un momento particolare: Silvio cominciava a non poterne più di ricevere ad Arcore e a Palazzo Grazioli file e file di questuanti in cerca di poltrone, raccomandazioni, soldi, patacche, incarichi eccetera. Cosicché decise di promuovere a segretario, suo personale e del partito (per finta), l'avvocato Angelino e gli scaricò addosso tutte le scocciature che lo ammorbavano, rendendolo nervoso.

 

Berlusconi Fini Mi Cacci Berlusconi Fini Mi Cacci

Una scelta di cui Berlusconi si pentì quasi subito. Lo confessò egli stesso lasciandosi sfuggire una frase significativa: ad Alfano manca il quid. In realtà, oltre al quid, gli mancava qualcosa d'altro: ad esempio, la gratitudine ossia il sentimento tipico della vigilia. Prova ne è che l'attuale ministro dell'Interno, allorché il suo benefattore si trovò in difficoltà, abbandonò la casa del «padre» e, con un nutrito gruppo di fedifraghi, infilò la testa in una greppia più allettante, fondando un nuovo movimento, Ncd, del quale si collocò al vertice.

 

Fini Berlusconi Fini Berlusconi

Perché? Elementare. Per non rinunciare agli scranni governativi, ricchi di benefit. Angelino e la sua orchestrina stonata sono ancora lì nelle stanze del potere. Un potere più virtuale che sostanziale, ma potere.

 

berlusconi_casiniberlusconi_casini

La mossa di Alfano non è stata elegante. Non solo. È stata anche causa di sputtanamento e guai. Il signore del Viminale oggi nuota in acque torbide. Il suo braccio destro, Giuseppe Castiglione, sottosegretario all'Agricoltura, è immischiato nell'ultimo scandalo stagionale, quello di Mafia capitale, di cui il Giornale ha ampiamente riferito. Speculare sugli immigrati è pratica disgustosa, d'accordo. Ma non metterei la questione sul piano morale. Mi accontento di segnalare che chiunque abbia voltato le spalle in modo volgare a Berlusconi è stato colpito da una sorta di maledizione. Nessuno si è sottratto alla sfiga che si è attirato andandosene per conto proprio. Non è superstizione la mia, ma cronaca.

 

fitto berlusconifitto berlusconi

Il primo a staccarsi dal carro di Forza Italia fu Pier Ferdinando Casini, adesso impegnato nel ruolo di bambinaio in servizio permanente effettivo presso la famiglia Caltagirone. Per carità, un posto fisso, ma inferiore a quello di presidente della Camera che gli garantì il Cavaliere. Il secondo fu Gianfranco Fini, ex divo della politica, sparito dalla circolazione dal dì che, illudendosi di soffiare la cadrega a Silvio, abortì un partitino dal nome che nemmeno rammento. Dicono che pure il vecchio leader di An si dedichi nella presente congiuntura alla cura e alla sorveglianza della prole. Non è un brutto mestiere, ripeto, ma poca roba per uno che ricoprì la terza carica dello Stato.

SACCONI BERLUSCONI MATTIOLI SACCONI BERLUSCONI MATTIOLI

 

Di Alfano abbiamo detto, è sull'orlo del burrone. Aggiungiamo che alle urne ha ottenuto consensi di dimensione numeriche condominiali. Si prepari al trasloco che, per stress, è inferiore soltanto al divorzio e al funerale. Altri nomi di desaparecidos? Schifani, ex presidente del Senato. Sacconi, ex ministro. Formigoni ex governatore della Lombardia. Raffaele Fitto, immagino stia facendo gli scongiuri: comunque, uomo avvisato, mezzo salvato. Un avviso anche al navigante Verdini: occhio ad allontanarsi dalla nave scuola, visti i precedenti.

Berlusconi FIni e SchifaniBerlusconi FIni e Schifani

 

SIAMO LA COPPIA PIU BELLA DEL MONDO BERLUSCONI E MELONI SIAMO LA COPPIA PIU BELLA DEL MONDO BERLUSCONI E MELONI

L'unica che l'ha fatta franca è l'ottima Giorgia Meloni, ma l'eccezione non è la regola funesta che abbiamo descritto con oggettività, cioè sulla base dei fatti, anzi dei fattacci. Per concludere questa carrellata di sciagure, ricordo il patto del Nazareno. Da quando è stato archiviato, sono iniziate le disgrazie di Matteo Renzi, la cui popolarità cala vertiginosamente. Non sarà che il premier fiorentino è stato sfiorato dalla stessa sfiga che ha fatto tante vittime tra chi ha infilato il coltello tra le scapole di Berlusconi? Vada a farsi benedire.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”