pinotti dalema

COMPAGNI CHE BOMBARDANO - FELTRI E L’IPOCRISIA DELLA SINISTRA CHE FA LA GUERRA: "DICE DI ADORARE LA COSTITUZIONE, MA È LA PRIMA A FARNE CARTA STRACCIA. MOLTO MEGLIO AMMETTERE CHE LA LEGGE DELLE LEGGI È SUPERATA, QUINDI VA RISCRITTA"

Vittorio Feltri per “il Giornale”

PINOTTI TORNADOPINOTTI TORNADO

 

La sinistra dice di adorare la Costituzione, ma è la prima a farne carta straccia.
Spesso abbiamo accusato l' Italia di ipocrisia perché partecipa militarmente a varie azioni belliche, però le chiama missioni di pace onde non violare formalmente la Suprema Legge, secondo la quale il nostro Paese «ripudia la guerra».

 

Il lettore rammenterà cosa accadde negli ultimi anni Novanta: il governo, allora presieduto da Massimo D' Alema, fece bombardare Belgrado dagli aerei, spacciando l' intervento come una operazione non violenta, una sorta di soccorso alle popolazioni della zona. Roba da matti. Come se potessero esistere le «bombe costruttive».
 

DALEMADALEMA

Ci fu qualche polemica tiepida, poi sull'«incidente» scese il silenzio. Ora si ripresenta una situazione analoga. La ministra della Difesa Pinotti ha sostenuto che è allo studio un piano per attaccare l'Isis in Irak; tuttavia ha assicurato che prima di attuarlo sarà il Parlamento a pronunciarsi. E qui si è scatenata una bega. Stando ad alcuni (14 per l' esattezza) parlamentari, la votazione dovrebbe avvenire con gli stessi criteri adottati per le modifiche della Costituzione. Si vedrà.
 

Il punto fondamentale rimane quello cui abbiamo accennato: al di là degli imbrogli del passato, anche recente (l' invio di nostre truppe in Afghanistan incaricate, per finta, di badare all' ordine pubblico, in realtà pronte a premere il grilletto), si pone il solito problema, ossia se sia costituzionalmente lecito ricorrere a una aggressione armata, visto che il Sacro testo afferma il ripudio della guerra.

 

feltrifeltri

Basterebbe eliminare questa parte della Carta, ma nessuno ha finora osato farlo nel timore che i pacifisti (cattolici e no) insorgano. Cosicché ogni volta che si profila un conflitto, si preferisce chiudere un occhio e mentire sapendo di mentire, definendolo missione di pace. Nell'arte di predicare bene e di razzolare male siamo specialisti. Se l' ipotesi di combattere l'Isis in Irak si concretizzasse nel modo annunciato (invio di Tornado, cioè bombardieri), sarebbe evidente la mancata osservanza della Costituzione.

 

Ciò non ci stupirebbe né scandalizzerebbe per un semplice motivo: vi sono circostanze in cui l' uso della forza è indispensabile. Semplicemente facciamo notare agli adoratori della Carta, coloro che ne difendono l'integrità con spirito religioso, la loro tendenza a contraddirsi: infatti è assurdo appellarsi alla Costituzione quando fa comodo e ignorarla quando è di intralcio. Non è serio e neppure onesto. Molto meglio ammettere che la Legge delle leggi è superata, quindi va riscritta.
 

roberta pinottiroberta pinotti

Entrando nel merito dell' incursione programmata allo scopo di depotenziare il Califfato, conviene interrogarsi se essa sia opportuna. A fianco degli americani siamo già stati in Irak per esportarvi con gli ordigni la democrazia. E sappiamo come è andata a finire.
A Bagdad e dintorni, anziché nascere un regime liberale, è nato lo Stato islamico con le conseguenze che sappiamo. Se sparare serve a ridurre i danni, va bene. Ma se li aumenta è preferibile desistere. Nel vicino Oriente sono aumentati, altro che primavera araba.
 

È vero che tra il 2001 e il 2003 gli Usa invasero l' Afghanistan nel sospetto che proteggesse Bin Laden e dichiararono la seconda guerra a Saddam Hussein nella convinzione che questi disponesse di armi di distruzione di massa (più tardi si scoprì che ciò era falso). Ed è altrettanto vero che a New York erano da poco state abbattute le Torri gemelle (migliaia di morti).

 

VITTORIO FELTRIVITTORIO FELTRI

Ma oggi il clima è diverso. Se per distruggere l' Isis si distruggesse anche l' Irak dove spopolano i terroristi, si andrebbe incontro al rischio di trasformare l' area in un inferno in cui i tagliagole troverebbero terreno fertile per moltiplicarsi e radicarsi. Ma questa è solo un' opinione. Vale la pena riflettere prima di togliere i Tornado dagli hangar, forse.

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”