1. FERMI TUTTI: IL CICLONE RENZI SI PREPARA A ROTTAMARE QUEL CHE RESTA DEL PD! 2. RENZI-BOY: “SONO TUTTI NERVOSI PERCHÉ MATTEO SI POTREBBE CANDIDARE A SEGRETARIO” 3. ALTRO CHE BERSANI TORNATO A BETTOLA: IL PARTITO RESTA IN MANO AI VARI STUMPO E ZOGGIA, RENZIANI EPURATI, IL FONZIE DI FIRENZE PREPARA L’ARTIGLIERIA PESANTE 4. IL DALEMIANO AMENDOLA: “SE SI CANDIDA RENZI, NON CE NE È PIÙ PER NESSUNO”. PRONTO L’ASSE COI GIOVANI TURCHI, L’INCONTRO CON UN D’ALEMA AVVELENATO CON LETTA 5. I VELENI DI LETTA: SINDACO DE CHE? “LUI PRESENTA IL LIBRO, IO PENSO A GOVERNARE” 6. L’ASSE EPIFANI-FRANCESCHINI PER ARGINARE RENZI: RINVIARE SINE DIE IL CONGRESSO

1. IL PD ORA TEME IL ROTTAMATORE: "SI VUOLE CANDIDARE A SEGRETARIO"
Carlo Bertini per "La Stampa"


«Sono nervosi perché hanno capito che Matteo si potrebbe sul serio candidare al congresso», sorride in un Transatlantico deserto Angelo Rughetti, renziano doc. Reduce, come tutti i parlamentari del rottamatore, dall'evento romano all'Ara Pacis, dove Renzi è sbarcato in mattinata rilanciando il suo format collaudato alle primarie, megaschermo, diapositive sul wrestling: cornice del lancio del suo ultimo libro, «Oltre la Rottamazione».

Ma a chi lo osserva in diretta streaming dalla sede del Pd sembra in realtà la cornice perfetta per il lancio di una nuova campagna del rottamatore, tutta condotta sul rischio di «vivacchiare» ostaggi di un governo col Pdl. E se dalla sala strapiena, dopo aver assistito all'inizio dello show, sfilano via personaggi di ben altra fede, cioè Nico Stumpo, uomo macchina di Bersani, Antonello Giacomelli, braccio destro di Franceschini, la presenza di sherpa conferma la trepida attesa per una possibile mossa dirompente del rottamatore: la corsa alla conquista del partito che spariglierebbe tutti i giochi, accendendo pure una miccia sotto la poltrona di Letta.

Anche se nel Pd c'è chi è convinto che per Letta sarebbe meglio misurarsi con un Renzi che agisca da capo del partito di maggioranza, piuttosto che come scheggia impazzita fuori dai giochi. «Tutto fa pensare che stia pensando di candidarsi e che cominci a schierare l'artiglieria pesante», ammette un dirigente della vecchia guardia, «perché la sua comunicazione è la cosa più forte che ha..».

«Sì, in effetti Matteo sta pensando seriamente se candidarsi», ammette uno dei più stretti collaboratori del sindaco di Firenze. E se così fosse, lo scompaginamento del quadro potrebbe essere tale che, stando ai ragionamenti teorici che si sentono fare dai dirigenti del partito, attorno a lui potrebbero saldarsi personalità come Veltroni, Fassino e perfino D'Alema: non senza preoccupazione un «giovane turco» fa notare che «ieri Massimo ha detto che per il Pd ci vuole un giovane, ma Cuperlo non lo è più, ha più 52 anni...».

E un dalemiano doc come Enzo Amendola, coordinatore dei 20 segretari regionali del Pd, ammette che «se si candida Renzi, non ce ne è più per nessuno...». Per ora il fronte più ostile a Renzi è quello «governativo» e le tensioni tra le due trincee abbondano. Lo si vede anche da piccoli episodi molto significativi: durante il voto sulla mozione galeotta di Giachetti sul Mattarellum, in aula lo stesso Rughetti prende di petto Franceschini, «non è possibile che tu fai il presidente del consiglio, il segretario del Pd e pure il capogruppo, lasciaci fare il nostro mestiere», gli rinfaccia a brutto muso beccandosi una rispostaccia.

Ma anche gli ex Ds sono in grande fibrillazione, «se D'Alema e Bersani si accordano per riunire tutta una componente, allora si può trovare un candidato condiviso e Cuperlo o Epifani vanno bene entrambi», spiega Stumpo. E potrebbe essere il calendario ad incidere sulla tempistica di una scelta difficile.

Se «loro» e con questa definizione i renziani intendono l'asse governativo che ruota attorno a Bersani, Letta, Franceschini e Epifani, «vorrebbero magari spostare il congresso a inizio gennaio è perché sanno che a dicembre scatta la tagliola per Matteo: lì dovrà decidere se ricandidarsi o no sindaco di Firenze...».

Anche la composizione della segreteria che Epifani annuncerà in Direzione martedì dimostra che il rottamatore incute timore: oltre alle conferme del «giovane turco» Fausto Raciti responsabile giovani e della responsabile donne Roberta Agostini, oltre ai possibili ingressi di Deborah Serracchiani e Matteo Colaninno, è stato deciso che il vertice dell'Organizzazione non sarà più affidato a un uomo di Renzi, bensì ad un bersaniano doc che potrebbe essere Davide Zoggia.

Il quale lascerà a un renziano, Luca Lotti o Dario Nardella, la sua poltrona altrettanto cruciale, gli Enti Locali, che consente di avere il polso su una rete di 80 mila amministratori del Pd e sulle candidature sparse per l'Italia. Insomma, un ruolo di peso, concordato con Renzi, ma ben diverso da quello che ha l'Organizzazione che significa avere il controllo del partito. E se qualcuno dei renziani incita allo «strappo», cioè non entrare affatto nella segreteria unitaria, altri frenano, perché «a Matteo serve avere uno dei suoi dentro la struttura, soprattutto se si lancerà in una corsa congressuale».

2. LETTA: "RENZI E D'ALEMA VANNO MESSI IN SICUREZZA"
Goffredo De Marchis per "La Repubblica"


«Lui presenta il libro, io penso a governare». A Palazzo Chigi sono impegnati a non dare troppo peso al movimentismo di Matteo Renzi ed Enrico Letta, alla fine del giro in Emilia, non vuole approfondire il solco. Ma le mosse del sindaco di Firenze vengono monitorate una per una. Anche il premier osserva un'escalation di dichiarazioni da parte di Renzi, il tentativo di allungare le mani sul partito seppure da fuori e di indebolire il governo schiacciandolo sulle posizioni di Berlusconi.

Letta segue anche i passaggi meno pubblici dell'attività renziana. Sa che ieri mattina, prima di lasciare Roma, Renzi ha parlato riservatamente con Massimo D'Alema. Un bis del precedente faccia a faccia fiorentino durante le votazioni per il Quirinale, il rafforzamento di un legame. Che può avere riflessi soprattutto sulla vita del Pd. Per questo, negli ambienti lettiani, si continua a usare una formula comune per il rottamatore e il rottamato: «Loro due vanno messi in sicurezza».

Renzi "a piede libero", capace di svariare su tutti i fronti senza dover rispondere a nessuno se non ai suoi fedelissimi, è un pericolo evidente. Ma anche il sindaco sa di non poter reggere troppo a lungo un cannoneggiamento al governo effettuato solo dall'esterno. Per questo, da qualche giorno, sta valutando l'ipotesi, fin qui sempre scartata «al 100 per cento», di candidarsi alla segreteria del Pd.

«Vediamo», risponde adesso a chi lo interpella sul tema. Ne ha parlato anche con D'Alema ieri mattina. «Ma non sappiamo nemmeno quando ci sarà il congresso. Non è il momento di esporsi», dice lasciando cadere il discorso. Può essere questa la «messa in sicurezza» a cui pensa anche Letta? Secondo alcuni esponenti vicini al premier la soluzione non va scartata. E vero che Renzi ha sempre detto: «Se facessi il segretario dovrei staccare subito la spina al governo».

Ma è anche vero che nel Partito democratico si sta saldando e rafforzando l'alleanza filo-governativa rappresentata da Guglielmo Epifani, Pier Luigi Bersan i e Dario Franceschini. Con un esecutivo che comincia a ingranare, poi sarà difficile che il partito possa sfuggire di mano al premier. Se n'è avuta la prova mercoledì nel voto alla Camera quando il renziano Roberto Giachetti è rimasto solo. E la pattuglia renziana, al momento della scelta, si è divisa in due tronconi.

L'appeal di Renzi però rimane. Il giro di presentazione del libro "Oltre la rottamazione" è appena cominciato. Ieri Roma e Firenze: sono soltanto le prime tappe. Il gruppo di suoi parlamentari aspetta al varco il disegno di legge che oggi il governo vara sul finanziamento pubblico ai partiti.

Ancora in piedi resta il tentativo di portare Luca Lotti, il "fratello" del sindaco secondo la definizione dello stesso Renzi, alla poltrona di responsabile organizzazione del Pd. Ma proprio i buoni risultati delle amministrative possono fermare la scalata dei renziani ai posti di vertice di Largo del Nazareno. Allora potrebbe scendere in campo il sindaco.

D'Alema ha ancora il dente avvelenato per l' esclusione dalla squadra dei ministri. Anche lui manda qualche segnale contrastante per il governo attaccando Berlusconi e seminando qualche dubbio sulle larghe in tese: «Si sa, il Cavaliere è mutevole». Palazzo Chigi segue da vicino le parole e i movimenti dell'ex presidente del Copasir.

Ieri D'Alema ha lanciato Gianni Cuperlo per la segreteria. tin sostegno previsto, ma anche un modo per accelerare le fasi del congresso.
Letta considera i passaggi sulle riforme e sull'abolizione dei rimborsi ai partiti importantissimi, ma non fondamentali per la tenuta della maggioranza.

Affida il destino del suo esecutivo soprattutto alla partita europea che si gioca nelle prossime settimane. I temi concreti, i fatti che si possono toccare con mano: anticipazione dei soldi per il lavoro, da ottenere prima del 2014; pacchetto di 30 miliardi da utilizzare per il Sud. E la richiesta alla Bce di immissione di nuova liquidità da girare alle banche, stavolta però con il vincolo dei prestiti alle imprese.

 

LETTA enricol RENZI MATTEO Angelo Rughetti,NICO STUMPO DALEMA-FRANCESCHINIGianni Cuperlo BERSANI E DALEMA SBIRCIATINA ALLUNITA epifani-cadutaMATTEO RENZI E DEBORAH SERRACCHIANI jpegMATTEO COLANINNO E D ALEMA Roberto Giachetti

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