IL CIRCO BARNUM DELLA POLITICA ITALICA - FERRARA SI CHIEDE QUALE DOSE DI LSD OCCORRA PER IMMAGINARE UN GOVERNO BUTTIGLIONE-LUXURIA CON BERSANI PREMIER E SOGNA, COME IL SUO DANTE CAUSA BERLUSCONI, IL MONTI FOREVER - ALTRO CHE UNIONE DI PRODI! QUELLA AL CONFRONTO ERA UNA CORAZZATA! - GIULIANONE NON SI RASSEGNA: “È ORA CHE DA DESTRA QUALCUNO SPIEGHI CHE SOLO UN GOVERNO DI ALLEANZA PER LA NAZIONE PUÒ DARE UN MINIMO DI FUTURO A QUESTA TERRA…”

Giuliano Ferrara per Il Foglio


Uno spettacolo da circo. Berlusconi ha i suoi problemi, e anche di più. Ma a forza di stare defilato, con puntate rare di presenzialismo sulla scena politica, i suoi problemi, e anche di più, si vedono di meno. Ma la sinistra, ragazzi, e il centro: non so se ci rendiamo conto del grottesco abisso in cui i presunti vincitori delle prossime elezioni stanno sprofondando, una volta messo il capino di Bersani fuori del pelo dell'acqua del governo Monti. Il programma economico non c'è, a parte una patrimoniale da cartellone, e pare che di questo programma alla fine si senta una certa urgenza, visto come vanno le cose in Europa e in Italia, tra crisi finanziaria e recessione, abbattimento dei consumi e crescita sottozero.

Le alleanze politiche fanno tanta acqua che la barca del centrosinistra affonda nel ridicolo prima ancora, non dico di salpare, ma di tracciare una piccola rotta elettorale. È una specie di tragedia nazionale, corretta da un tono di commedia. Bersani scarica Di Pietro, sembra, esibendo una carta di intenti che pare una carta delle velleità. Di Pietro si candida premier del centrosinistra, sembra, in nome dello ius primae noctis del suo partitello diviso e raffazzonato, mentre Grillo che gli mangia quel po' di voti lo manda a quel paese.
Però c'è Vendola, l'indagato sentimentale dalla «narrazione» facile, che accetta di fare tresca con Casini, il centrista disinvolto, e si candida a primarie sempre più evanescenti, mentre il furbo Renzi sta zitto quando deve parlare proprio come parla quando dovrebbe stare zitto. Ma la base di Vendola, i due gatti che ereditano su twitter il lascito del popolo dei fax (ricordate le tricoteuses di Milano?), si rivolta e gli grida «venduto» con lo spietato vignettista Vauro.

Contrordine compagni: con Casini mai. Intanto Casini si chiama fuori e si tira dentro nelle stesse interviste, che sono ormai la sua sola attività politica: io faccio il moderato, andate avanti voi che a me viene da ridere. I sondaggi dicono che tutto questo caravanserraglio di sinistra, la cosiddetta sinistra di governo, sta dieci punti e più sotto i risultati della lista Veltroni, quando era in voga la vocazione maggioritaria del Partito democratico e Berlusconi era «il principale esponente dello schieramento a noi avverso» (34 per cento).
Però, nonostante il flop di Bersani e dei suoi «intenti», pare che potrebbero beccare un premio di maggioranza di cui non si conosce ancora la consistenza: ma per fare che cosa, per governare chi e in nome di quali idee, visto che ovviamente l'agenda dei prossimi due o tre anni si concorda non con la base di Vendola, e nemmeno con i moderati di scorta ancora non quotati alle elezioni, ma con le burocrazie tedesche e di Bruxelles, e sopra tutto di Francoforte?

In confronto a questo numero da dilettanti l'Unione di Prodi o l'Ulivo erano una specie di Invincible armada o, se volete, la Wehrmacht del 1939.Berlusconi e il Pdl o la Pdl hanno i loro problemi, ripeto. Parecchi. Si sente insomma lo sforzo, ma ancora non si vede il minimo risultato. Le forze antisistema, basta che non si tocchi l'accordo segreto Mediobanca-Ligresti, o come diversamente lo si voglia chiamare, hanno il vento dei giornali e dell'establishment de' noantri nelle loro vele, ma le storie dei Pizzarotti di Parma e altre storie dovrebbero sconsigliare eccessi di fiducia.
Si attendono sfracelli che non verranno, e se venissero quelli sarebbero sfracelli senza senso. Può un Paese in queste condizioni restare appeso alle chiacchiere postpasoliniane di un ragazzo che non è capace di governare la Puglia e aderisce con riserva a un'alleanza che non c'è? Davvero ci apprestiamo a fingere che la democrazia possa revocare la sospensione della sovranità nazionale imposta, diciamo così, dalle circostanze (oltre che da Guido Rossi e Massimo D'Alema, salotto più o meno buono), con questi brancaleoni e altri compagnoni d'avventura? Mi spiace, si può non credermi, ma mi spiace davvero.

Ho sempre pensato che gli eccessi, i fallimenti e i parapiglia del berlusconismo si spiegano anche con l'inestinguibile follia del centrosinistra, con l'inesistenza di un'alternativa se non quella di generiche faziosità, neopuritanesimi da bettola dotta e ciarliera, e non mi dà motivo di cambiare idea questo approdo quasi ludico della gestione Bersani. Prendi uno che si vanta di essere pragmatico, che non vuole smacchiare i giaguari, e finisci nel pentolone ribollente di frescacce della foto di Vasto, poi la foto la tagli di un caudillo di troppo, poi ci vuoi mettere l'audio e la poesia impoetica di un caudillo piccolo, e non si sente altro che un sordo gracchiare in vista di una battaglia nullista, senza punti cardinali, in una direzione vaga e francamente impresentabile, forse con l'aiuto di una lista demenziale di sindaci all'arrembaggio.
Ma che Italia è questa? Se non vogliamo che Draghi ci mandi un suo funzionario a risolvere il problema, è ora che da destra qualcuno spieghi che solo un governo di alleanza per la nazione, solo una soluzione capace di tagliare le ali della follia, può dare un minimo di futuro a questa terra malamente invecchiata, impoverita e prostrata dalla fatuità delle sue classi non dirigenti.

 

 

GIULIANO FERRARA DI PIETRO BERSANI BERSANI Antonio Di Pietro VENDOLA BERSANI GRILLO vittoria draghi mario MARIO MONTI E MARIANO RAJOY

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)