OGNI FESTIVAL E’ UNA PESTIVAL - DOPO I CASINI ROMANI, TOCCA A TORINO: IL REGISTA INGLESE KEN LOACH, SEMPRE CELEBRATISSIMO PER IL SUO IMPEGNO CINEMATOGRAFICO, VIENE DI COLPO ‘’SQUALIFICATO’’ QUANDO IL SUO “IMPEGNO” VA CONTRO LE LORO RASSEGNE - AMELIO: “LA SUA REAZIONE È MASSIMALISTA E ARISTOCRATICA. LA SUA PRESENZA SAREBBE STATA MOLTO PIÙ UTILE AI LAVORATORI”…

1 - LOACH SFIDA TORINO
Vera Schiavazzi per "la Repubblica"

Il Festival di Roma si è appena concluso tra una serie di controversie ed ecco che quello di Torino inaugura domani la sua 30° edizione già nel mezzo delle polemiche, con Ken Loach che sbatte la porta. Il regista inglese di successi come My name is Joe, Terra e libertà, avrebbe dovuto presentare il suo ultimo lavoro premiato a Cannes, The Angels' Share, e soprattutto ritirare il Gran Premio Torino alla carriera: invece, ieri è arrivato un "no" in nome dei suoi ideali "operaisti" che penalizza fortemente il festival.

«È con grande dispiacere - ha scritto Loach - che mi trovo costretto a rifiutare il premio che mi è stato assegnato dal Torino Film Festival, un premio che sarei stato onorato di ricevere, per me e per tutti coloro che hanno lavorato ai nostri film».

Secondo Loach, al Museo nazionale del Cinema, lo stesso ente pubblico che amministra il Festival, «c'è un grave problema, la questione dell'esternalizzazione dei servizi che vengono svolti dai lavoratori con i salari più bassi. Come sempre, il motivo è il risparmio di denaro e la ditta che ottiene l'appalto riduce di conseguenza i salari e taglia il personale. E' una ricetta destinata ad alimentare i conflitti - continua Loach - Il fatto che ciò avvenga in tutta Europa non rende questa pratica accettabile».

Ma Alberto Barbera, direttore del Museo e contemporaneamente del Festival del cinema di Venezia, rispedisce le accuse al mittente: «Mi dispiace, ma nonostante la grande considerazione che ho per Ken Loach, che a Torino premiammo molti anni fa, non posso accettare lezioni di etica del lavoro neppure da lui: il Museo ha ottime relazioni sindacali, non abbiamo mai lasciato a casa nessuno nonostante i pesanti tagli ai bilanci della cultura.

Non possiamo interferire nelle vicende contrattuali di una cooperativa che ha vinto una gara pubblica europea e fornisce i servizi alla Mole Antonelliana. E personalmente ho più volte cercato di spiegarlo al mio amico Loach, col quale ho anche cenato a Venezia, senza avere la sensazione che le cose fossero a questo punto. Mi dispiace che abbia preferito credere a una sigla sindacale che a noi».

La sigla in questione è l'Usb, un sindacato di base vicino ai Cobas, che già nell'agosto scorso, subito dopo l'annuncio del premio a Loach, aveva cominciato a scrivere al regista. Grazie all'idea di un iscritto, A. B., 38 anni, cinefilo e dipendente del Museo: «Nel 2011 abbiamo fatto una battaglia per ottenere un aumento, alcuni di noi lavoravano fino a 70 ore alla settimana.

La cooperativa ci ha fatto una proposta, una mia collega l'ha rifiutata ed è stata sospesa. Per protesta mi sono presentato al lavoro con una scritta sulla maglietta, "e adesso sospendeteci tutti". Hanno mandato via anche me. Ken Loach è un mio mito, quando gli ho scritto avevo tra le mani il dvd di Bread and Roses, dove dei lavoratori messicani vengono sfruttati... Ma non pensavo che mi avrebbe ascoltato».

Invece Loach lo ha ascoltato, eccome. E ha ricevuto molte spiegazioni, sia da Barbera sia dalla stessa Rear, la cooperativa che lavora alla Mole. Un carteggio che si è protratto dal 16 agosto - data della prima risposta dal Museo - a tre giorni fa. E che evidentemente non ha convinto il radicale regista inglese, che ieri nella sua lettera ha precisato: «Accettare il premio e limitarmi a qualche commento critico sarebbe un comportamento debole e ipocrita. Non possiamo dire una cosa sullo schermo e poi tradirla con le nostre azioni». Per ragioni analoghe, nel 2006, Loach aveva rifiutato un premio importante assegnatogli dal Festival di Haifa, in Israele. E invitato tutti i suoi colleghi a boicottare il governo e le manifestazioni culturali di quel paese.


2 - "DAL REGISTA INGLESE GESTO MASSIMALISTA E ARISTOCRATICO"
Maria Pia Fusco per "La Repubblica"

Il direttore del festival torinese, Gianni Amelio, non ha preso bene il forfait di Ken Loach. «Quest'anno volevamo assegnare il premio a due registi che, sia pure in modi diversi sono sempre stati attenti al mondo del lavoro, Ettore Scola e Loach», dice «Entrambi hanno ricevuto una lettera in cui alcuni dipendenti di cooperative chiedevano solidarietà per le condizioni di lavoro disagiate. La reazione è stata di segno opposto. Scola sarà a Torino, incontrerà i lavoratori sul palco, ascolterà pubblicamente le loro ragioni. Loach ha deciso che, dove c'è un problema di lavoro, non si va».

Lei da che parte sta?
«Dalla parte di Scola. Con tutta la stima per Ken Loach e il suo cinema, la sua reazione è massimalista, sbagliata, in qualche modo aristocratica e autolesionista. La sua presenza sarebbe stata molto più utile proprio alla causa dei lavoratori».

Il festival invece la soddisfa?
«Molto, non potevamo avere apertura migliore di Quartet, divertente e commovente, opera prima sia pure di Dustin Hoffman, c'è un film notevole come Anna Karenina, Sally Potter in chiusura. Qualche nome noto serve a far uscire dal ghetto un festival di opere prime e seconde di autori sconosciuti, è un lavoro che facciamo da sei anni, prima Moretti, poi io, e con buoni risultati, ogni anno il festival è in crescita di pubblico e di accrediti dal 7 all'11%. Non è facile, rinuncio al tappeto rosso e ai divi, è un festival che costa meno di due milioni di euro, non 12 milioni».

Ce l'ha con il festival di Roma? Le ha creato problemi la vicinanza di date?
«Nessuno ha goduto della vicinanza, ma non ce l'ho con Roma, ogni festival è benvenuto, è il cinema in primo piano. Il disappunto è con Müller sul piano personale per il suo atteggiamento di superiorità come noi fossimo paria, quest'estate il rapporto è stato turbolento. Avevo chiesto lo spostamento di una settimana, avevamo trovato una soluzione, era d'accordo. Poi ha cambiato idea ed è rimasto sulle sue date. Dovremmo smettere di litigare, è vero, ma ogni festival dovrebbe mantenere la sua identità, noi lo facciamo, Venezia lo fa, Roma invece da festival di glamour e divi si è messa sullo stesso piano di Torino».

Le dispiace che il suo mandato sia finito?
«No, perché faccio un altro mestiere, e ho nostalgia del set. Ma è stata un'esperienza importante, ho fatto il festival con la stessa dedizione con cui faccio un film».

Che pensa di Gabriele Salvatores come suo probabile successore?
«Chiunque sia il successore, se ne è parlato in modo intempestivo, una mancanza di educazione. Non me l'aspettavo da Torino, l'eleganza, lo stile e la sobrietà sono un vanto della città. È stato molto sgradevole, per educazione avrebbero dovuto far finire il festival prima di annunciare la nomina del nuovo direttore».

 

Ken Loach 5v12 gianni amelioKen Loach ca ken loachGIANNI AMELIO hoffman dustinEttore Scola ETTORE SCOLA

Ultimi Dagoreport

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)

meloni prevost

DAGOREPORT - STAVOLTA, LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) L'HA COMBINATA GROSSA - "E' UN'OFFESA ENORME AL SANTO PADRE, OLTRE CHE UN ERRORE DIPLOMATICO GRAVISSIMO", È IL SENTIMENTO DI FORTISSIMA IRRITAZIONE CHE TRAPELA I PALAZZI APOSTOLICI ROMANI - IL BIG BANG IN VATICANO È ESPLOSO IL 22 MAGGIO QUANDO LA DUCETTA HA SBANDIERATO AI QUATTRO VENTI IL CONTENUTO DI UN COLLOQUIO TELEFONICO CON PAPA PREVOST CHE, PRIVO DI UN'AUTORIZZAZIONE DELLA SANTA SEDE, DOVEVA RIMANERE STRETTAMENTE RISERVATO - "ORFANA" DI TRUMP, PER NON FINIRE NEL SECCHIO DELL'IRRILEVANZA, SI BECCA OGGI L'IRONIA DI TRAVAGLIO: “GIÀ PONTE FRA TRUMP E L'EUROPA, ORA LO È FRA IL PAPA E IL PADRETERNO...” - L’INDIGNAZIONE DELLA CURIA NEL VEDER IL VATICANO TRATTATO DA MELONI MANCO FOSSE UNA PROPAGGINE DEL SUO MINISTERO DEGLI ESTERI, AVREBBE SPINTO PAROLIN A PRENDERE CARTA E PENNA PER UNA NOTA DI PROTESTA ALL’AMBASCIATORE ITALIANO PRESSO LA SANTA SEDE. INIZIATIVA CHE, PER ORA, DICONO, GIACE SULLA SCRIVANIA DEL PONTEFICE, PRIVA DI FIRMA... – C'E' ARIA DI REPULISTI ALLA COMUNICAZIONE VATICANA: VIA I BERGOGLIANI RUFFINI-TORNIELLI?

2025candela elisa isoardi incoronata boccia

PER ELISA ISOARDI C’È IL SABATO POMERIGGIO: L’EX FIDANZATA DI SALVINI NON DOVREBBE OTTENERE LO SPAZIO DI “SABATO IN DIRETTA”, CONDOTTO DA EMMA D’AQUINO, MA LA FASCIA DELLE 14, CON UN “PEOPLE SHOW” – FLOP E POLEMICHE: LA RESISTIBILE ASCESA DI INCORONATA BOCCIA, PASSATA DAL TGR SARDEGNA ALLA VICEDIREZIONE DEL TG1 (E INFINE APPRODATA SU RAI3 CON “SPES”, HA TOCCATO L’1,6% DI SHARE) E ORA IN POLE PER DIVENTARE CAPO UFFICIO STAMPA DELLA RAI - X FACTOR, SI CERCA IL SOSTITUTO DI MANUEL AGNELLI - GILETTI DA RAI CULTURA AGLI APPROFONDIMENTI – IL PROGRAMMA, REGISTRATO DA MOLTISSIMI MESI, NON È STATO TRASMESSO: A BLOCCARE TUTTO SAREBBE LA DENUNCIA DI UNA PARTECIPANTE – IL MODELLO E ATTORE PER MANCANZA DI POSE HA “INSCENATO” UN FINTO FLIRT...

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...