1. LA FILASTROCCA CORTIGIANA PER RENZICCHIO SCATENA GRILLO: “LA SCENA DEL VENDITORE DI PENTOLE CHE INCONTRA I BAMBINI DELLE ELEMENTARI RAITI DI SIRACUSA CHE LO RICEVONO ALLINEATI E ADDESTRATI CON UN CORETTO DI BENVENUTO PER CONCLUDERE CON "MATTEO! MATTEO! MATTEO!" RICORDA, IN PEGGIO E IN GROTTESCO, GLI INCONTRI DI MUSSOLINI CON I FIGLI DELLA LUPA: "FACCIAMO UN SALTO/ BATTIAM LE MANI/ TI SALUTIAMO TUTTI INSIEME PRESIDENTE RENZI/ MUOVIAM LA TESTA/ FACCIAMO FESTA” 2. FRANCESCO MERLO: ‘BAMBINI NON MANIPOLATI MA ‘EDUCATI’ ALLA PIAGGERIA E ALL’ADULAZIONE’ 3. ‘LA PRESIDE CUCINOTTA, CHE È LA VERA REGISTA RESPONSABILE DELLO SPETTACOLINO, E LA SUA VICE KATYA DE MARCO SONO ACCANITE MILITANTI DI FORZA ITALIA. E IN QUELLO SPETTACOLINO HO VISTO LA TRISTEZZA DI UN MERIDIONE CHE È ANCORA E SEMPRE LO SCENARIO DELLO ZIO D’AMERICA, E MI SONO RICORDATO CHE BERLUSCONI A LAMPEDUSA FU ACCOLTO COME UN MESSIA, UN CONQUISTADOR…’’

1. I FIGLI DELLA LUPA
Dal blog di Beppe Grillo ‘www.beppegrillo.it'

Il pregiudicato e il condannato in primo grado Berlusca&Renzie, devono portare a casa il risultato della legge elettorale a qualunque costo. E la politica del dire senza fare o far finta di fare o non fare un cazzo. I due sono specialisti nell'arte di contar frottole. Renzie :"Ce la facciamo, la portiamo a casa. E sarà una vera rivoluzione".

La legge elettorale sarà fatta solo per la Camera, il Senato è escluso perché, a detta loro, comunque sarà eliminato. Se, quando e come non lo sa nessuno. Per eliminarlo bisogna cambiare la Costituzione, quindi alle calende greche. Dato lo stato di questo governo, in cui un Conduttore Televisivo ha sostituito Letta, le elezioni potrebbero essere più vicine di quanto si pensi. Forse già a novembre, l'economia sta andando a rotoli e la crisi non aspetta. Che sia a novembre o a primavera 2015, andremo alle elezioni con una legge elettorale per la Camera, il Pregiudicatellum, e una per il Senato, il Consultellum, la versione modificata del Porcellum dopo le osservazioni della Corte Costituzionale.

Il Pregiudicatellum di Berlusca&Renzie non tiene conto delle osservazioni della Corte sul Porcellum, la mancanza di preferenze e l'abnorme premio di maggioranza. Berlusca&Renzie non vogliono le preferenze, così possono nominare i servi che vogliono e vogliono mantenere il premio di maggioranza.

Visto così il Pregidicatellum è incostituzionale così come lo era il Porcellum. La Corte, con i suoi tempi, lo casserà certamente, magari tra sette anni e due elezioni. Di fronte a questo scempio istituzionale in cui la legge elettorale è diventata solo marketing per gonzi non si ode alto e forte il monito del Colle che ha sempre osteggiato il premio di maggioranza del Porcellum, ma quello del Pregiudicatellum invece è ottimo e abbondante.

Renzie è stato messo lì per fare campagna elettorale permanente per le europee. Dice cose, vede gente e rompe i coglioni alle scolaresche in mondovisione. La scena del Venditore di Pentole che incontra i bambini delle elementari Raiti di Siracusa che lo ricevono allineati e addestrati con un coretto di benvenuto per concludere con "Matteo! Matteo! Matteo!" ricorda, in peggio e in grottesco, gli incontri di Mussolini con i figli della Lupa: "Facciamo un salto/ Battiam le mani/ Ti salutiamo tutti insieme Presidente Renzi/ Muoviam la testa/ Facciamo festa/ A braccia aperte ti diciamo "benvenuto al Raiti"


2. SE I BIMBI CANTANO IL CULTO DI MATTEO
Francesco Merlo per ‘La Repubblica'

La canzone era così servile che avrebbe messo in imbarazzo i nordcoreani. Perciò Renzi, che ha fama di disobbediente («sono un po' bullo»), avrebbe dovuto liberare, fare discoli e mandar fuori a giocare quei poveri figli di Siracusa che gli cantavano «facciamo un salto / battiam le mani / muoviam la testa/ facciam la festa».

Diciamolo più chiaro: se fosse stato ancora lo stesso che, appena eletto segretario, scelse come inno "Resta ribelle" dei Negrita, Renzi avrebbe certamente intonato «prendi una chitarra e qualche dose di follia / come una mitraglia sputa fuoco e poesia». E, con l'incitamento a contestare e a irridere i maestri, avrebbe coperto quei miagolii che dai maestri erano stati imposti: «Presidente Renzi, da oggi in poi / ovunque vai, non scordarti di noi».

Non l'ha fatto e l'Italia intera lo ha visto ubriaco di lusinghe. Ha cominciato ad abbracciare tutti e «Facebook non vale un abbraccio » ha detto, e pensate quanto sarebbe stato renzianamente bello sentirgli invece dire: «Disobbedite, se volete il mio abbraccio». Anche quel vezzo stucchevole di farsi chiamare Matteo più che da sindaco d'Italia sta diventando un tic da televisivo, non statista in versione Vasco Rossi ma imbonitore in formato Antonella Clerici, quella di "Ti lascio una canzone" che è appunto la fiera del bambino da salotto, tutto moine e mossette, che nessuno, soprattutto a sinistra, vorrebbe avere per figlio.

C'era in più, in quella filastrocca cortigiana, anche il tentativo del glamour, con il
clap and jump, e persino con il blues, la disposizione in semicerchio, il gioco perverso di regolare gli evviva e gli applausi, la fatica ruffiana di tradurre e adattare un testo inglese. Tutto questo per aggiungere charme al solito immaginario canoro degli italiani: una spruzzatina del Sanremo di Fabio Fazio sui bimbi- scimmiette del Mago Zurlì. Ecco il punto: Renzi ha tutto il diritto di girare le scuole d'Italia, se è questa la sua cifra di politica popolare, ma per cambiarle, come aveva promesso, e non per degradarle a serbatoi delle sue majorettes.

Capisco che qui è facile il paragone con l'uso dei bambini nei totalitarismi, sul quale infatti si è banalmente esibito Beppe Grillo: i figli della lupa, gli avanguardisti della ventisettesima legione che salutavano il duce intonando "Giovinezza", oppure "i battaglioni della speranza", ragazzini dai dodici a quattordici anni che cantavano nelle parate dell'Est europeo.

La verità è che anche in democrazia troppo si abusa dei giovanissimi, perché fa un sacco bello lasciare che i bambini vengano a noi e, come ha scritto Milan Kundera, "nessuno lo sa meglio degli uomini politici: quando c'è in giro una macchina fotografica si precipitano verso il bambino più vicino per sollevarlo in aria e baciarlo sulla guancia".

A Siracusa dunque non c'è stata la manipolazione sordida tipica dei regimi ma la
paideia, il tentativo di ridurre i bambini a protesi ornamentale, di formarli alla piaggeria e all'adulazione: "non insegnate ai bambini la vostra morale /è così stanca e malata potrebbe far male" cantava il Gaber citato da Renzi persino nei libri. Gaber li vedeva cantare e battere le mani e pensava che facessero "finta di esser sani", Renzi invece li ha passati in rassegna dando a tutti il cinque.

Ma ieri a Siracusa ho visto di peggio. Un retroscena rivela infatti che nell'esibizione di quella scuola di borgata, vicina alla chiesa di Lucia, santa e sempre più cieca, non c'è stato solo l'accanimento politico - e ridicolo - del sindaco Giancarlo Garozzo.

Ecco il colpo di scena: la preside Cucinotta, che è la vera regista responsabile dello spettacolino, e la sua vice Katya De Marco sono accanite militanti di Forza Italia. E dunque io, che da quelle parti sono nato, ci ho visto soprattutto la tristezza infinita di un Meridione che è ancora e sempre lo scenario naturale dello zio d'America, e mi sono ricordato che Silvio Berlusconi a Lampedusa fu accolto come un messia, come un
conquistador.

Perché sempre così è salutato l'uomo potente che viene da fuori, l'uomo del cargo che può essere un capopartito, un cantante, un calciatore, un presidente del consiglio o non importa chi, purché venga appunto da fuori. Renzi si rilegga, per risarcire l'Italia, Carlo Levi che racconta di quel tal Vincent Impellitteri che - cito a memoria - tornato dall'America, entra in paese (era la provincia di Palermo e non di Siracusa) su una lussuosa macchina scoperta, ed è accolto dalla gente in festa che lo tratta come uno sciamano: «‘Tuccamu a machina, così ce ne andiamo in America' gridavano i ragazzi del luogo». Ebbene, Impellitteri non solo non li abbraccia e non dà loro il cinque, ma si addolora e si rattrista al punto che si mette a piangere.

 

 

RENZI NELLA SCUOLA ELEMENTARE A SIRACUSA RENZI NELLA SCUOLA ELEMENTARE A SIRACUSA IL TESTO DELLA CANZONE PER RENZI CANTATA DAI BIMBI DELLA SCUOLA LA SIRACUSA RENZI E GRILLO a bbed a aee b ae aad Beppe Grillo al termine dellincontro con Matteo Renzi b f b fc f ac b e c ac grillo francesco merlo FRANCESCO MERLO

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