CIAK, SI GIRA: IL TENTATO SUICIDIO DI PROVENZANO - PER CASO, È ARRIVATA ANCHE A LUI QUALCHE BOLLETTA DI EQUITALIA? - PRIMA DICE AL SECONDINO DI NON RIUSCIRE A SEDERSI PERCHÉ NON TROVA LA SEDIA, POI FA LA SCENA DEL MATTO E PROVA AD AMMAZZARSI CON UN SACCHETTO DI PLASTICA - GLI AVVOCATI: “MA QUALE MESSA IN SCENA! VOGLIONO FARLO FUORI” - IL FIGLIO DEL BOSS AVEVA INSINUATO CHE QUALCUNO VOLESSE TAPPARGLI LA BOCCA PER NON FARLO COLLABORARE SULLA TRATTATIVA STATO-MAFIA…

1 - PROVENZANO; FONTI DAP, AVREBBE SIMULATO TENTATO SUICIDIO
(ANSA) - Bernardo Provenzano avrebbe simulato di volersi suicidare. E' quanto si apprende da fonti del Dap. Il boss, sottoposto recentemente a perizie che hanno stabilito che é in grado di intendere e di volere, già da giorni avrebbe cercato di dimostrare la sua pazzia.

L'altra sera, quando l'addetto alla sorveglianza si è avvicinato, Provenzano ha messo la testa dentro un sacchetto di plastica di piccole dimensioni usato per tenere i farmaci. L'intervento dell'agente é stato sottolineato, è stato comunque tempestivo.Per dare prova della sua instabilità mentale, ieri il boss diceva di non riuscire a sedersi e di non trovare la sedia. Provenzano nel carcere di Parma è in una sezione speciale del 41 bis, in una zona riservata esclusivamente a lui.

2 - PROVENZANO; SAPPE, 'UNA BUFALA TENTATIVO DI SUICIDIO'
(ANSA) - "Per quanto ci è dato sapere, quello messo in atto nel carcere di Parma da Bernardo Provenzano é stato un maldestro tentativo di simulazione di suicidio probabilmente per evitare di essere sottoposto ad una visita psichiatrica già programmata". Lo scrive in una nota Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo Polizia penitenziaria (Sappe).

"Non a caso - sostiene Capece - le modalità del presunto tentativo sarebbero avvenute quasi in presenza del preposto di Polizia penitenziaria addetto alla sorveglianza del detenuto, poliziotto che comunque è stato bravissimo ad intervenire nell'immediatezza per scongiurare che anche il maldestro tentativo potesse in realtà avere gravi conseguenze. L'attenzione, lo scrupolo e la professionalità del poliziotto penitenziarie vanno certamente rimarcate perché, ripeto, sono state fondamentali per un tempestivo intervento. Ma, ripeto, per quel che ci è dato sapere il tentativo di suicidio di Provenzano è una bufala".

3 - PROVENZANO TENTA IL SUICIDIO, SALVATO
Riccardo Arena per "la Stampa"

Il mistero, la rabbia, i dubbi. Un tentativo di suicidio in carcere che viene considerato decisamente anomalo sia dai responsabili della sicurezza che dai difensori del boss. Perché il protagonista è un capo dei capi di Cosa nostra: Bernardo Provenzano, a mezzanotte e mezza, nella notte tra mercoledì e ieri, si sarebbe infilato un sacchetto in testa e avrebbe tentato di uccidersi, nel carcere di Parma in cui è detenuto. Gli agenti che lo sorvegliano 24 ore su 24 se ne sono accorti e lo hanno salvato.

Il condizionale è però d'obbligo. Dietro la vicenda montano infatti tanti dubbi. In un senso e nell'altro. Da un lato i detenuti come Provenzano, 79 anni, non possono tenere sacchetti, né cinture, né lacci di scarpe e hanno anche lenzuola speciali, per evitare tentativi di autostrangolamento in cella.

"Binu" avrebbe così usato un sacchetto di cellophane per alimenti, molto piccolo, forse non adatto a uccidere un uomo. Quando è stato scoperto, poi, avrebbe cercato di nascondere quel che stava facendo: «Dove dobbiamo andare?», avrebbe detto agli uomini del Gom, il Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria, i suoi angeli custodi.

Mentre al Dap ipotizzano dunque anche una possibile messinscena, i legali, gli avvocati Franco Marasà e Rosalba Di Gregorio, ribattono per le rime, dicendo di non credere alla versione ufficiale: «Non è un tentativo di suicidio, forse hanno cercato di eliminarlo». Parole pesanti come macigni: «È vero, un detenuto al 41 bis non può tenere sacchetti in cella, e allora chi glielo ha dato? E tanto per chiarire - aggiungono i difensori - la notizia noi difensori e i familiari l'abbiamo appresa dai giornalisti».

Da tempo la famiglia del superboss cerca di porre l'attenzione sulle condizioni di salute di Provenzano, ma finora tutte le perizie hanno stabilito che il capo corleonese è in condizioni compatibili col regime carcerario e che è anche capace di intendere e di volere. «Forse hanno visitato un altro?», ironizza la Di Gregorio. Le polemiche erano state acuite dalle parole di uno dei due figli di Provenzano, Angelo, che, intervistato da Servizio pubblico, in marzo, aveva parlato di «pena di morte ad personam» per il padre. Cosa che potrebbe essere legata alla volontà di tappare la bocca al boss, nel momento in cui vengono fuori i particolari della trattativa Stato-mafia nel periodo delle stragi del '92-'93.

Tentativo reale di suicidio o messinscena, per acuire ancora di più le tensioni e per far risaltare le condizioni di salute del boss? Provenzano, che è controllato in video e in audio 24 ore su 24, nel totale isolamento in cui vive dal giorno dell'arresto (11 aprile 2006), di notte è illuminato da una luce di cortesia, bluastra, che lo rende visibile. Attraverso i monitor gli uomini del Gom si sono accorti che qualcosa non andava.

Dice Roberto Piscitello, direttore generale dell'ufficio detenuti del Dap: «Il sistema di controllo e sicurezza ha funzionato». All'altro figlio di Provenzano, Francesco Paolo, che ieri sera ha chiamato il carcere di Parma, gli agenti hanno detto che le notizie erano «esagerate».

Il tentativo di Provenzano viene letto come un «avvio di collaborazione» dal pentito Francesco Marino Mannoia: «Io me ne intendo - dice dal suo rifugio segreto - e se il signor Provenzano si decide a collaborare non dovrà dire le solite fesserie, ma tutto ciò di cui è a conoscenza. Se non lo farà, lo sfido a un confronto davanti a una commissione antimafia».

 

Bernardo provenzano arrestatoBERNARDO PROVENZANOBernardo Provenzanoprovenzano bernardobernardo provenzano repubblprovenzano ap sky

Ultimi Dagoreport

elly schlein tafazzi

DAGOREPORT: IL “NUOVO PD” DI ELLY NON ESISTE - ALIMENTATA DA UN'AMBIZIONE SFRENATA, INFARCITA SOLO DI TATTICISMI E DISPETTI, NON POSSIEDE L'ABILITÀ DI GUIDARE LA NOMENKLATURA DEL PARTITO, ISPIRANDOLA E MOTIVANDOLA - IL FATIDICO "CAMPOLARGO" NON BASTA PER RISPEDIRE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO L'ARMATA BRANCA-MELONI. NELLE MARCHE IL PD-ELLY SUBISCE IL SORPASSO DELLE SORELLE D'ITALIA - QUELLO CHE INQUIETA È LO SQUILIBRIO DELLA DUCETTA DEL NAZARENO NELLA COSTRUZIONE DELLE ALLEANZE, TUTTO IN FAVORE DI UN'AREA DI SINISTRA (M5S E AVS) IN CUI LEI STESSA SI È FORMATA E A CUI SENTE DI APPARTENERE, A SCAPITO DI QUELLA MODERATA, SPAZIO SUBITO OCCUPATO DALLA SCALTRISSIMA DUCETTA DI VIA DELLA SCROFA, CHE HA LANCIATO AMI A CUI HANNO ABBOCCATO LA CISL E COMUNIONE E LIBERAZIONE - CHE ELLY NON POSSIEDA VISIONE STRATEGICA, CAPACITÀ DI COMUNICAZIONE, INTELLIGENZA EMOTIVA, PER FRONTEGGIARE IL FENOMENO MELONI, E' LAMPANTE - OCCORRE URGENTEMENTE, IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, RISPEDIRE ELLY SUI CARRI DEI GAY-PRIDE, PUNTANDO, DOPO LE REGIONALI D'AUTUNNO, SU UNA NUOVA LEADERSHIP IN SINTONIA COI TEMPI TUMULTUOSI DI OGGI

raoul bova beatrice arnera

DAGOREPORT: RAOUL, UN TRIVELLONE ''SPACCANTE''! - DAGOSPIA PIZZICA IL 54ENNE BOVA ATTOVAGLIATO ALL'ORA DI PRANZO AL RISTORANTE “QUINTO”, A ROMA, IN COMPAGNIA DELLA FASCINOSA TRENTENNE BEATRICE ARNERA, CON CUI RECITA NELLA FICTION “BUONGIORNO, MAMMA”, ATTUALMENTE IN ONDA SU CANALE5 – GLI AVVENTORI DEL RISTORANTE NON HANNO POTUTO FARE A MENO DI NOTARE L'AFFETTUOSA INTIMITÀ TRA I DUE ATTORI: BACI GALEOTTI, ABBRACCI E CAREZZE FURTIVE FINO A UN INASPETTATO E IMPROVVISO PIANTO DI BOVA – DOPO LO SCANDALO DEGLI AUDIO PICCANTI INVIATI A MARTINA CERETTI, DIFFUSI DA FABRIZIO CORONA, CHE HANNO TENUTO BANCO TUTTA L’ESTATE, ORA QUEL MANZO DI BOVA SI RIMETTE AL CENTRO DELLA STALLA…

beatrice venezi

DAGOREPORT: VENEZI, IL "MOSTRO" DELLA LAGUNA – COME USCIRANNO IL MINISTRO "GIULI-VO" E IL SOVRINTENDENTE COLABIANCHI DAL VICOLO CIECO IN CUI SONO FINITI CON L’INSOSTENIBILE NOMINA DELLA “BACCHETTA NERA”? – IL “DO DI STOMACO” DEGLI ORCHESTRALI DEL TEATRO LA FENICE HA RICEVUTO LA SOLIDARIETÀ DEI PIÙ IMPORTANTI TEATRI LIRICI, DA LA SCALA DI MILANO AL SAN CARLO DI NAPOLI: CHE FARE? – CHISSÀ SE BASTERÀ LA MOSSA ALL’ITALIANA DI “COMPRARSI” LE ROTTURE DI COJONI COL VIL DENARO, AUMENTANDO LO STIPENDIO DEGLI ORCHESTRALI? – L’ARMATA BRANCA-MELONI DEVE FARE I CONTI NON SOLO CON IL FRONTE COMPATTO DEL MONDO SINDACALE LIRICO, MA ANCHE CON I 48MILA VENEZIANI RIMASTI A SOPRAVVIVERE NELLA CITTÀ PIÙ FATALE DEL MONDO. ABITUATI AD ALTI LIVELLI DI DIREZIONE D’ORCHESTRA, DA ABBADO A CHUNG, I LAGUNARI SONO SCESI SUL PIEDE DI GUERRA CONTRO LO SBARCO DELL’”ABUSIVA” VENEZI (I LAVORATORI DELLA FENICE HANNO ORGANIZZATO UN VOLANTINAGGIO CONTRO LA BIONDA VIOLINISTA)E GIULI E COLABIANCHI FAREBBERO BENE A RICORDARSI CHE I “VENESIAN” SONO POCHI MA IRRIDUCIBILI: I PRINCIPI NON SI COMPRANO. COME SI È VISTO NELLA LORO VITTORIOSA GUERRA CONTRO IL PASSAGGIO DELLE GRANDI NAVI DA CROCIERA NEL CUORE DELLA CITTÀ…- VIDEO

giorgia meloni matteo salvini elly schlein giuseppe conte bonelli fratoianni

DAGOREPORT - LA SCONFITTA MARCHIGIANA SE LA SONO CERCATA I PARTITI DEL CENTROSINISTRA – GRAN PARTE DEL 50% DEGLI ASTENUTI SONO I DELUSI DEI VARI E AVARIATI SCHLEIN, CONTE, FRATOIANNI, RENZI - NON PERVENUTI ANCHE GLI EFFETTI NELLE URNE DELLA PROSSIMA NASCITA DELLA COSIDDETTA “TENDA” CENTRISTA E RIFORMISTA - IL RISULTATO DELLE MARCHE, SE GALVANIZZERÀ I SOGNI DI GLORIA DEI FRATELLINI DELLA MELONI, POTREBBE COMPORTARE IL RISCHIO DI UN’EROSIONE DI VOTI NELLE REGIONI APPANNAGGIO DEL CENTRO-SINISTRA (SOPRATTUTTO LA CAMPANIA, DOVE PERDURA LO SCAZZO CON DE LUCA) - LE MARCHE SONO L’ENNESIMA PROVA CHE L’APPEAL DELLA SIGNORINA ELLY NON FUNZIONA: LE CAPACITÀ RETORICHE E MEDIATICHE DELLA DUCETTA SE LA MANGIANO CON UN SOL BOCCONE - DOPO LE REGIONALI, CERCASI QUALCUNO DEL PD CHE POSSIEDA LA LEADERSHIP DI BUCARE IL VIDEO CON UNA ORATORIA POPOLARE E TRASCINANTE...

roberto cerreto

DAGOREPORT – MA GUARDA CHE COINCIDENZA! ROBERTO CERRETO, IL CONSIGLIERE PARLAMENTARE FINITO SOTTO INCHIESTA DISCIPLINARE (ANCORA IN CORSO) CON L’ACCUSA DI ESSERE L’AUTORE DI ANONIME E CALUNNIOSE LETTERE PER BRUCIARE ALTRI PRETENDENTI AL RUOLO DI VICESEGRETARI DELLA CAMERA, DAL 2022 RICOPRE ANCHE IL RUOLO DI CONSIGLIERE DEL CDA DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA – BENE: COME MAI IL VISPO CERRETO NON HA MAI MANIFESTATO, O QUANTO MENO INFORMATO, IL RETTORE DELL’ISTITUTO DEL VATICANO, ELENA BECCALLI, DI ESSERE PORTATORE DI INTERESSE SU UNA VICENDA GIUDIZIARIA CHE RIGUARDAVA LA SUA COMPAGNA, CHE HA CREATO QUALCHE IMBARAZZO ALL’UNIVERSITA’ CATTOLICA? AH, SAPERLO…