IL SALTO DEL GRILLO – SULLE TRUPPE PENTASTELLATE L’INCUBO DEL TIRA E MOLLA DEI DISSIDENTI PRO-LETTABIS

Brunella Bolloli per "Libero"

In principio erano i dissidenti, i ribelli del Movimento Cinque stelle, distinti dagli ortodossi detti anche i "talebani" di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Adesso siamo nella fase del possibile asse con il Pd, che fa infuriare i leader, e dunque si chiamano «aperturisti» e contro di loro sono partiti i vaffa dal blog di Beppe.

Versi addirittura in rima, come quelli tipici degli stornelli in romanesco postati dalla senatrice Paola Taverna, fedelissima di Grillo, che da novella Trilussa ha creato la poesia per dire ai colleghi malpancisti di accomodarsi alla porta: «Ma quanti sete 5, 7, 20.../Perché nun ve ne andate felici e contenti/ Lasciate che sto sogno che in tanti ancor vediamo/ Possa spiccare er volo... E voi state lontano».

BALLETTO DEI NUMERI
I numeri dei possibili transfughi sono abbastanza vaghi, dieci o forse venti ognuno spara la sua cifra, ma la pattuglia con la valigia pronta è sempre al Senato, dove i pentastellati attualmente sono 50 e potrebbero davvero fare la differenza in caso di nuove e «strane maggioranze».

A Palazzo Madama, infatti, il Pd conta su 108 senatori, cifra che non consente di raggiungere l'autosufficienza in caso di voto di fiducia, visto che la soglia necessaria per raggiungere la maggioranza è di 159 senatori. E già nei mesi scorsi ci sono state varie fibrillazioni, proprio al Senato, in particolare in merito all'espulsione della senatrice Adele Gambaro (seguita da un paio di altre colleghe nel Misto), nonché sulla diatriba per la restituzione della diaria.

A Palazzo Madama, osservano gli stessi grillini "dissidenti", «siamo meno disposti a farci dettare ordini o a pigiare un bottone su comando». Insomma, un bel daffare per il capogruppo Morra.

Dunque, da una parte c'è il grido di battaglia di Grillo e soprattutto del guru e cofondatore Casaleggio («Mai con il Pd, piuttosto lascio il Movimento»), dall'altra c'è la mini-truppa dei parlamentari grillini che invece già assaporano il sottile gusto del piacere di stare al governo e magari, chissà, occupare le poltrone lasciate libere dal Pdl nel caso in cui Berlusconi decidesse di staccare la spina.

Nel caso, a fare due calcoli, se il premier Letta volesse imbarcare qualcuno del Movimento Cinque stelle potrebbe offrire cinque dicasteri, fra l'altro di peso, ma perfino molti più posti da sottosegretario o viceministro. Fantapolitica, secondo alcuni. Ma intanto la fronda grillina c'è e lotta insieme al Pd.

GIRO DI VITE
L'ex comico è a conoscenza delle tensioni interne ai suoi parlamentari e infatti ha deciso di serrare le fila dei fedelissimi in vista della ripresa dei lavori. Non solo. Beppe è intenzionato a preparare un giro di vite sui dissidenti 5 Stelle, perché la possibile accelerazione di una crisi di governo e il dibattito sulla legge elettorale ha riacceso parecchi malumori nel Movimento.


«Il concetto è sempre lo stesso», rivela, infatti, una fonte autorevole del M5S, «chi guarda alla possibilità di fare accordi non ha capito nulla dello spirito del Movimento. Probabilmente c'è stato un errore nella selezione dei portavoce ma queste persone si trovano, senza dubbio nel posto sbagliato. E speriamo si accomodino alla porta quanto prima, di certo c'è l'intenzione di rendergli la vita difficile».

Con queste premesse, l'autunno grillino si preannuncia di fuoco, tant'è che, tra i fedelissimi, c'è chi ha deciso di anticipare il rientro a Roma per mettersi subito al lavoro e capire che aria tira.

La versione ufficiale, però, è un'altra: la battaglia pentastellata di settembre in difesa della Costituzione. «La verità è che è un momento complicato e dobbiamo frenare chi tenta di ostacolarci », confida una "talebana" di Beppe. «Il voto sembra essere dietro l'angolo e certi elementi èmeglio perderli per strada che tenerli in casa. Del resto, lo abbiamo detto anche in rima».

RISSA TRA COLLEGHI
Il riferimento è allo stornello della senatrice Paola Taverna, rimbalzato in un lampo su pagine Facebook e profili Twitter di deputati e senatori pentastellati. Strofe che scaldano i seguaci del papa ligure, ma che sono anche spia dei malumori interni al Movimento.

La prima a farne le spese, infatti, è Alessandra Bencini, senatrice grillina rea di essersi mostrata possibilista riguardo a un eventuale accordo con il Pd. Sulla sua bacheca Facebook piovono insulti, bacchettate e inviti a fare un passo indietro: «Voi voltagabbana fate orrore».

E alla Taverna ha subito replicato il collega siciliano Francesco Campanella: «Nessun attivista conta un po' più de gnente. Ogni cittadino eletto al Senato è un attivista. Ed insieme a TUTTI gli attivisti deve essere interpellato sulle grandi scelte».

Campanella aggiunge: «La vogliamo fare questa consultazione per sapere se dobbiamo andare a votare con il Porcellum, oppure dobbiamo stanare i partiti e farci dire DA LORO che il Porcellum non vogliono cambiarlo o vogliono addirittura peggiorarlo. Invece di adottarlo noi?». Il senatore, già in passato critico con i diktat, conclude chiedendo ai militanti di dire la loro: «Dite cosa ne pensate».

Il dibattito è aperto. «Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo di Evelyn Beatrice Hall (e non Voltaire...) », è, invece, la citazione su Facebook del collega Giuseppe Vacciano. Il tema della legge elettorale (Grillo è disposto ad andare subito alleurne conilPorcellum)è un altro dei nodi su cui la galassia M5S è divisa.

Ma ci sono tensioni anche sul ruolo dei comunicatori, nonché sugli attacchi al sindaco di Firenze, Matteo Renzi, rilanciati con fervore da Grillo («Renzie è uomo delle banche e non dice mai una cosa vicina alla gente»). Tutti elementiche, sempredi più,aumentano le distanze tra ortodossi e "aperturisti" stellati.

 

BEPPE GRILLO E CASALEGGIO AL QUIRINALE grillo casaleggio GIANROBERTO CASALEGGIO E BEPPE GRILLO FOTO LAPRESSE deputati grilliniGRILLINI alessandra benciniMATTEO RENZI SULLA GRU

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