berlusconi foa salvini

SALVINI VUOLE MANGIARSI FORZA ITALIA – BERLUSCONI TIENE SUL NO A FOA PRESIDENTE RAI MA, CONSIGLIATO DA LETTA E CONFALONIERI, NON ROMPE COL LEADER LEGHISTA – FOLLI: "SULLA RAI HA PREVALSO L'ARROGANZA O FORSE IL CALCOLO DI SALVINI DI IMPORRE A BERLUSCONI, MAI CONSULTATO, UNA PUBBLICA UMILIAZIONE. UN MESSAGGIO ALL'ESTERNO: VENITE A RADUNARVI SOTTO LE BANDIERE LEGHISTE PERCHÉ FORZA ITALIA NON ESISTE PIÙ"

silvio berlusconi forza italia

Marco Galluzzo per il Corriere della Sera

 

 «Tutto ha un limite, quando loro erano al 4% noi avevamo un altro stile, non ci siamo mai comportati in questo modo». Silvio Berlusconi difficilmente perde la pazienza, ma in questo caso considera la designazione di Marcello Foa a presidente della Rai come la classica goccia che fa traboccare il vaso.

 

Non è detto che il voto contrario di Forza Italia, in commissione parlamentare di Vigilanza sulla tv pubblica, significhi per forza di cose una rottura del sistema di alleanze fra azzurri e leghisti, sarebbe forse troppo complicato e al contempo dannoso per entrambi i partiti, eppure il passaggio segna certamente uno dei punti più bassi nel già difficile rapporto fra Berlusconi e Matteo Salvini.

 

salvini

Il primo è come sempre al centro di un sistema che anche nel caso Rai, nella divisione con la Lega, ha sfumature e posizioni diverse. E se in questo momento a prevalere sono coloro che ritengono che il caso Foa sia uno schiaffo in faccia a Forza Italia, esistono anche le opinioni dei consiglieri più anziani, di quel Gianni Letta che vede una rottura sulla tv pubblica come fumo negli occhi, o anche di Fedele Confalonieri che ne ha viste tante in 25 anni di alleanza sistemica fra Forza Italia e Lega e che non ritiene il caso attuale capace di scardinare un rapporto storicamente strutturato.

 

salvini

Eppure resta il metodo di Salvini, il fatto che non ha ritenuto di dover fare nemmeno una telefonata da Arcore, e che addirittura fa la voce grossa. Adriano Galliani, una vita nel Milan e un' esperienza da senatore che è appena iniziata, ne fa una questione di «educazione e di metodo» e in questo caso è perfettamente allineato alla posizione di Silvio Berlusconi.

 

Valgono poco le giustificazioni che Salvini ha fatto arrivare ad Arcore, per interposta persona, il dato che Foa sia stato «un giornalista del Giornale». Il problema per Berlusconi è che il vicepremier leghista «fa come gli pare, decide e comunica, come se fosse il padrone, noi invece ci siamo sempre comportati in modo diverso, loro avevano il 4 per cento e avevano la Lombardia e tutto il resto...».

salvini

 

È possibile che alla fine, in extremis, si arrivi a una ricomposizione, magari su un altro nome, resta però un gelo nei rapporti che sembra acuirsi. La sollevazione degli imprenditori contro il primo provvedimento del governo, quel decreto Dignità che sta provocando un mucchio di polemiche soprattutto nelle regioni del Nord, non fa che allargare la distanza fra i due partiti: «Noi rappresentiamo gente che lavora», dicono in Forza Italia, «mentre Salvini ha delegato la politica economica al Movimento 5 stelle e questo non può durare».

 

silvio berlusconi forza italia

Insomma il no in commissione di Vigilanza si tira dietro altre polemiche, altre incomprensioni, e certamente anche la consapevolezza che senza dire qualche no Forza Italia rischia di relegarsi all' irrilevanza politica. L' addio della Mussolini al partito è dentro questa cornice, i sondaggi sono un' altra spia significativa. E il no a Marcello Foa «serve indubbiamente a fare chiarezza», concludono ad Arcore.

 

2. RAI, BERLUSCONI E UNA VITTORIA DI PIRRO

Stefano Folli per la Repubblica

 

berlusconi con gli amministratori di forza italia 6

Se si trattava di prendere atto che il vecchio centrodestra non esiste più, forse c' erano argomenti più efficaci dell' affare Foa al vertice della Rai. Un personaggio controverso, a dir poco, ma la frustrazione di Berlusconi avrebbe potuto esprimersi meglio su altri fronti più interessanti per l' opinione pubblica, almeno quella che ancora sostiene Forza Italia. I seicento imprenditori del Nord-est furiosi contro il "decreto dignità", la Tav Torino-Lione, il caso Ilva: tutte questioni su cui Berlusconi ha detto qualcosa, ma senza affondare il colpo.

 

conte salvini di maio

Viceversa, sembra che si voglia senz' altro liquidare il candidato di Salvini alla Rai. Tajani ha detto un "no" con l' apparenza dell' ufficialità. Ma è meglio aspettare fino a domani, quando si riunirà la Commissione di vigilanza e si conteranno i voti. Ieri Giorgia Meloni ha fatto sapere che i suoi due rappresentanti voteranno a favore.

 

Comunque insufficienti, ma è significativo che Fratelli d' Italia una volta di più scelga di stare dalla parte di Salvini anziché da quella di Forza Italia.

 

Così Berlusconi si trova solo con il Pd di Martina e con Liberi e Uguali. E si capisce che dietro la vicenda Rai c' è molto di più, non solo l' ira di un anziano leader mortificato dalla malagrazia del giovane rivale che ormai - e in modo imprudente - sente di essere padrone del gioco. Sul punto di merito sia Berlusconi sia il Pd non hanno torto. Se per eleggere il presidente dell' azienda televisiva pubblica ci vogliono i due terzi della Commissione, vuol dire che non può essere la maggioranza, con un atto d' imperio, a imporre la propria scelta.

stefano folli

 

È vero che il centrosinistra e il centrodestra berlusconiano in passato hanno occupato la Rai senza farsi troppi scrupoli, ma di solito badavano a salvare almeno le forme. Tanto che spesso i presidenti furono eletti, come è giusto, con una maggioranza più larga di quella che esprimeva il governo. Adesso ha prevalso l' arroganza. O forse il calcolo di Salvini di imporre comunque a Berlusconi, mai consultato, una pubblica umiliazione. In sostanza un messaggio all' esterno: venite a radunarvi sotto le bandiere leghiste perché Forza Italia non esiste più.

 

È una nuova frattura, forse decisiva, nel tessuto della destra italiana. Quella di Berlusconi si identifica da anni con un certo establishment in Italia e in Europa.

 

Ma non ha quasi più voti. Quella di Salvini è anti-establishment in ogni sua manifestazione e al momento ottiene un largo consenso. L' indicazione di Foa è figlia di questa prevalenza e condanna Forza Italia a una definitiva subalternità.

 

cena fund raising di forza italia tajani e silvio berlusconi

Berlusconi può ribellarsi in nome dell' orgoglio ferito: vota "no" e fa saltare il candidato indigesto. Ma non risolverebbe il problema di fondo, ossia il declino politico della sua parte. L' ovvia fotografia di Forza Italia avvinghiata al Pd - e viceversa - in una riedizione del "patto del Nazareno" è già pronta sui "social" e diventerà il tema estivo della propaganda giallo-verde. Sembra già di sentire i commenti: Pd e Forza Italia sono inesistenti nel paese ma ancora abbastanza forti nel palazzo per tagliare la strada al governo del "cambiamento".

 

martina

Tuttavia la vera questione riguarda il centrodestra. La Lega nazionalista non è emersa dal nulla. Nel Nord è contigua all' elettorato di Forza Italia e pian piano ha preso il sopravvento. Berlusconi non ha più un esercito dietro di sé, anzi il suo mondo sembra scomparso. Potrebbe fare la battaglia in nome della cultura economica, difendendo l' impresa delusa dal governo "populista". Se sceglie di farla su Foa, vincerà, certo, ma sarà una vittoria di Pirro.

berlusconiBERLUSCONI 1994Marcello FoaMarcello Foa berlusconi

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO