francesco giorgi antonio panzeri

MAROCCO E I SUOI FRATELLI – FRANCESCO GIORGI SOSTIENE CHE L’ACCORDO CORRUTTIVO CON MAROCCO E QATAR RISALE A GENNAIO 2019, QUANDO ANTONIO PANZERI ERA ANCORA IN CARICA. MA DAI DOCUMENTI RISERVATI DELLA DIPLOMAZIA DI RABAT, L’EX EURODEPUTATO ERA CONSIDERATO “UN INTIMO AMICO” SIN DAL 2011. L’ANON DOPO, PORTÒ ABDERRAHIM ATMOUN, FUTURO AMBASCIATORE A VARSAVIA, ALLA FESTA DELL’UNITÀ DI REGGIO – PANZERI AVEVA MESSO A DISPOSIZIONE I SUOI SERVIZI ANCHE ALLA MAURITANIA…

antonio panzeri

1 - QATARGATE, I PATTI DELLA CRICCA "PANZERI CORROTTO DA TRE STATI QUANDO ERA EURODEPUTATO"

Estratto dell’articolo di Giuseppe Salvaggiulo per “la Stampa”

 

Sia l'ex eurodeputato Antonio Panzeri sia il suo ex assistente a Bruxelles Francesco Giorgi, protagonisti del Qatargate, ammettono di aver contratto un accordo corruttivo con altri Stati, per tutelarne gli interessi al Parlamento europeo. Ma le due versioni divergono sulle date. Secondo Panzeri, il patto sporco nasce alla fine del 2019, quando era tornato un privato cittadino, non più rieletto al Parlamento Ue.

 

Invece Giorgi lo retrodata ai primi mesi dello stesso anno, quando Panzeri era ancora in carica. La differenza di versioni non è irrilevante, ma la sostanza dell'accordo avvalora l'ipotesi della Procura federale belga, che ha arrestato entrambi con l'accusa di associazione criminale, corruzione e riciclaggio. Inoltre, secondo Giorgi, Panzeri si era messo a disposizione di tre Stati: Marocco, Qatar e Mauritania.

ABDERRAHIM ATMOUN - FRANCESCO GIORGI - ANTONIO PANZERI

 

Che il governo marocchino considerasse Panzeri «un intimo amico» risulta dai documenti riservati della diplomazia di Rabat dal 2011. L'anno dopo, Panzeri ospitava alla Festa nazionale dell'Unità di Reggio Emilia Abderrahim Atmoun, all'epoca senatore marocchino, poi ambasciatore a Varsavia, ritenuto dagli inquirenti l'agente della corruzione.

 

Nel 2015, Panzeri era relatore del rapporto annuale del Parlamento Ue sui diritti umani che, per la prima volta, non menzionava la disputa territoriale sul Sahara Occidentale, spina nel fianco di Rabat. Al contrario, ne elogiava «i lodevoli sforzi per i diritti umani».

 

MEME QATARGATE BY MACONDO

Era proprio Atmoun a rallegrarsene infierendo sulla «sconfitta dei lobbisti antimarocchini». Secondo la Procura belga, già in quel momento il rapporto tra Atmoun e Panzeri non era innocente ma corruttivo. Denaro, regali e viaggi per tutta la famiglia fino a poche settimane fa.

 

Il format era stato replicato con il Qatar dopo l'elezione di Panzeri a presidente della commissione per i diritti umani del Parlamento europeo nel 2017. Il suo interlocutore «naturale» era Ali ben Samikh Al Marri: ex presidente del Comitato nazionale per i diritti umani (organismo non indipendente, ma di emanazione governativa) e attuale ministro del lavoro del Qatar. Il grande tessitore dell'operazione per salvaguardare l'immagine del Paese in vista dei mondiali di calcio.

 

EVA KAILI FRANCESCO GIORGI

Fino all'audizione del 14 novembre davanti alla commissione diritti umani del Parlamento Ue, presieduta dalla socialista belga Maria Arena, fedelissima di Panzeri. Il quale, benché ex deputato, concorda con lo stesso ministro qatarino contenuti e ritmi del dibattito, per evitargli spiacevoli sorprese. Panzeri sostiene che tutto sia cominciato non prima di ottobre o novembre 2019, negando «conflitti di interessi» durante il mandato da eurodeputato. «La collaborazione è cominciata all'inizio del 2019», dice invece Giorgi, che allora era assistente di Panzeri dopo aver scavalcato nel ruolo Giuseppe Meroni, a sua volta perquisito dalla polizia belga.

ANDREA COZZOLINO - BRANDO BENIFEI - ALESSANDRA MORETTI - MARIA ARENA

 

Giorgi aggiunge dettagli: «Abbiamo definito gli importi per i nostri rispettivi interventi». È vago sugli importi, non sul fatto che «erano in contanti». Dopo la mancata rielezione di Panzeri, spiega Giorgi al giudice, la cricca si era strutturata attraverso la Ong Fight Impunity «perché bisognava trovare un sistema chiaro che non desse l'allarme». L'associazione umanitaria, mai registrata a Bruxelles, fungeva da canale per far transitare le mazzette.

 

In cambio, secondo la Procura belga, Panzeri e Giorgi condizionavano le posizioni del Parlamento Ue sul Qatar. Tra i premi forniti dal Paese che ospitava i mondiali, anche biglietti per le partite, che sarebbero stati distribuiti da Panzeri sia a parenti che a soggetti politici.

 

[…] Giorgi aggiunge un terzo contraente del patto scellerato: la Mauritania. A sua volta gravata da «un problema di immagine», si sarebbe rivolta a Panzeri, il quale è stato nella capitale Nouakchott anche recentemente, il 28 giugno, per un convegno.

 

antonio panzeri con una valigia all hotel steigenberger wiltcher di bruxelles

In questo caso, la remunerazione sarebbe stata per Panzeri in contanti (25mila euro) e per Giorgi sottoforma di affitto fittizio del suo appartamento brussellese (quasi 2mila euro mensili). Nel suo interrogatorio, riferendosi agli altri due Paesi, Panzeri aveva parlato di una «tariffa» da 50mila euro. […]

 

2 - LA RETE DEL QATARGATE «AZIONI DI INGERENZA IN ALTRE ISTITUZIONI UE»

Estratto dell’articolo di Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”

 

Anche altre «istituzioni europee» avrebbero subito l'ingerenza di Marocco e Qatar attraverso una rete di personaggi influenti inseriti in snodi determinanti di cui gli arrestati Antonio Panzeri, Francesco Giorgi e la ex vice presidente del Parlamento europeo Eva Kaili rappresentano solo alcune maglie. Dagli atti dell'inchiesta che ha terremotato il Parlamento europeo emerge con evidenza che il lavoro degli inquirenti non è finito e potrebbe avere sviluppi deflagranti.

 

[…] Il Marocco

incontro all hotel di bruxelles

Sarebbe stato il Marocco il primo a rivolgersi per coltivare i suoi plurimi interessi al gruppo facendolo guidare nelle operazioni da Mohamed Belharace, un ufficiale dei Dged, il servizio segreto di Rabat. Belharace avrebbe agito attraverso l'ambasciatore del Marocco in Polonia Abderrahim Atmoun, un personaggio che «lavorerebbe strettamente con i servizi segreti marocchini» che si è incontrato più volte con Panzeri e Cozzolino a Bruxelles e a Varsavia. Per operare, i tre italiani avrebbero contato «sulla collaborazione di un gruppo di membri del Parlamento europeo definiti come "amici". Essi sono tutti membri del gruppo parlamentare "S&D".

 

I più vicini sarebbero Kaili Eva, Arena Maria, Moretti Alessandra, Benifei Brando Maria». Tranne la prima, gli altri non risultano coinvolti nelle indagini. Panzeri, Giorgi (definito l'agente del primo nel Parlamento) e Cozzolino «prenderebbero ordini il più delle volte da Atmoun Abderrahim», ma «sarebbero altresì in contatto diretto con Mansouri Yassine, il direttore generale del Dged» che Cozzolino «avrebbe incontrato personalmente () in Marocco nel 2019».

 

antonio panzeri con una valigia all hotel steigenberger wiltcher di bruxelles

Nei mandati di arresto sono riportati i voli di andata e ritorno prenotati nell'autunno 2019 dal Dged per Cozzolino, ma non c'è certezza che l'europarlamentare sia poi salito sugli aerei, analogamente ai voli pagati per Panzeri. Per il giudice Claise, quindi, c'è il forte sospetto che Cozzolino e Panzeri abbiano «concluso un accordo nel 2019 con il Dged attraverso l'intermediario Atmoun per praticare l'ingerenza in favore del Marocco in seno al Parlamento in cambio di denaro».

 

Il Qatar

L'attività per il Qatar, invece, si sarebbe mossa agli ordini del ministro del lavoro Ben Samikh Al Marri Ali, con l'aiuto di un assistente, Bettahar Boudjellal, denominato «l'algerino».

 

Nel caso del Paese del Golfo, i contanti servivano a migliorare «la propria immagine sul piano dei diritti dei lavoratori, deteriorata a causa dei rapporti che denunciano gli abusi nei siti di costruzione degli stadi della Coppa del Mondo di calcio 2022». La squadra sarebbe stata composta da Panzeri e da Giorgi, che si sarebbero divisi i soldi al 50%.

 

FRANCESCO GIORGI

Durante il blitz del 9 dicembre, è stato sequestrato più di un milione e mezzo di euro in contanti nell'abitazione di Panzeri e in quella che Giorgi divide con la compagna Kaili. La Vsse ha monitorato i due uomini per mesi scoprendo che il primo usava il denaro per sostenere «un tenore di vita superiore ai suoi redditi legittimi» e «per pagare i membri della rete»; il secondo stava per «acquisire un bene immobile». Come hanno ricevuto le mazzette? Dal Marocco attraverso Atmoun, dal Qatar si sospetta sia transitato per i conti di Niccolò Figà-Talamanca, ma anche consegnato a Panzeri durante un viaggio nel Paese.

 

 

Articoli correlati

LA CONFESSIONE FI GIORGI: LA CRICCA ITALIANA INIZIO A INCASSARE LE MAZZETTE DAL QATAR A INIZIO 2019

 

 

 

 

 

francesco giorgi eva kaili antonio panzeri con una valigia all hotel steigenberger wiltcher di bruxelles Eva Kaili Francesco Giorgi Niccolo Figa-Talamanca Pier Antonio Panzeriandrea cozzolinoANDREA COZZOLINO antonio panzeri con una valigia all hotel steigenberger wiltcher di bruxelles ANTONIO PANZERI CON LA FIGLIA SILVIA EVA KAILI FRANCESCO GIORGIfrancesco giorgi antonio panzeri 1antonio panzeri 7antonio panzeri antonio panzeri 2incontro di panzeri con un uomo del qatar in un albergo di bruxelles

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...