francesco milleri leonardo del vecchio ray ban luxottica

LA NUOVA DELFIN? “È QUELLA DI SEMPRE” – FRANCESCO MILLERI ALLA SUA PRIMA USCITA PUBBLICA DALLA MORTE DI DEL VECCHIO FA CAPIRE CHE NON HA INTENZIONE DI CAMBIARE NIENTE: “L’OBIETTIVO È FAR CRESCERE TUTTE LE ATTIVITÀ, IN CONTINUITÀ CON LA STRADA TRACCIATA IN QUESTO OTTO ANNI”. IL CHE VALE NON SOLO PER ESSILUX, MA ANCHE PER LE PARTECIPAZIONI FINANZIARIE, DA GENERALI A MEDIOBANCA (OPERAZIONE ACCETTATA CONTRO VOGLIA DAL PAPERONE DI AGORDO, MA CHE FU SOLLECITATA PROPRIO DA MILLERI)

 

Sara Bennewitz per www.repubblica.it

FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO

 

Nessun colpo di scena, nessun cambio di rotta. La nuova EssilorLuxottica a trazione Francesco Milleri, dopo la morte di Leonardo Del Vecchio, è esattamente come quella consegnata dal fondatore al neo presidente e ad del colosso degli occhiali, nonché presidente della holding della famiglia Delfin: «Le basi del futuro sono già tracciate negli ultimi otto anni», ha spiegato l’erede manageriale di Del Vecchio alla sua prima uscita pubblica. Nell’industria, certo; ma anche nelle partecipazioni finanziarie, da Mediobanca e Generali.

 

Dunque: Italia, giovani e innovazione. Milleri annuncia un investimento di oltre 50 milioni di euro per creare un centro di ricerca per sviluppare la prossima generazione di occhiali, connessi e smart.

 

I PRINCIPALI INVESTIMENTI DELLA HOLDING DELFIN

E con il supporto degli azionisti di Delfin, eredi dell’imprenditore che è mancato lo scorso 27 giugno, seguirà la linea tracciata anche nella gestione delle partecipazioni finanziarie della sua cassaforte, come il 19% di Mediobanca e il 9,9% di Generali, pronto a supportare la crescita di queste imprese.

 

«L’obiettivo è far crescere tutte le attività – dice Milleri a margine dell’annuncio della partnership con il Politecnico di Milano - Leonardo Del Vecchio ci ha insegnato la necessità di guardare sempre agli investimenti in un’ottica industriale di lungo periodo, mettendo al centro i clienti e le persone, che ha sempre ritenuto più importanti del profitto.  Il mio impegno è portare avanti la sua filosofia, in continuità con la strada tracciata in questi otto anni in EssilorLuxottica».

 

LEONARDO DEL VECCHIO FOTOGRAFATO DA RENE BURRI

Insomma non ci saranno operazioni mordi e fuggi, neppure da parte del delfino di Del Vecchio, il manager a cui l’imprenditore ha affidato il compito di portare avanti le aziende e gli investimenti di una vita, facendo da raccordo tra i suoi sei figli, la moglie Nicoletta e Rocco Basilico, nato dal primo matrimonio della consorte con Paolo Basilico. «Non prevedo dismissioni nel breve periodo - spiega - anzi non escludiamo nuovi investimenti per supportare la crescita delle aziende di cui siamo azionisti».

 

La cassaforte Delfin, il cui capitale è diviso in parti uguali fra gli otto eredi, resta quindi unita con Milleri alla guida. «La famiglia ha sempre condiviso e supportato la visione di Leonardo, e continuerà a farlo – spiega -. E io con loro». La holding custodisce un patrimonio da oltre 30 miliardi.

 

dynasty del vecchio

«Non è una nuova Delfin è la Delfin di sempre – precisa Milleri -. Continuerà a crescere e a evolversi seguendo i principi del fondatore, tra cui quello di avere un respiro internazionale e di cambiare al passo con i tempi. Molte cose innovative che Del Vecchio ha fatto in Luxottica, come integrare i negozi e i marchi di occhiali, all’inizio non sono state capite e ora sono riconosciute da tutti come vincenti».

FRANCESCO MILLERI E LEONARDO DEL VECCHIO CON I RAY BAN STORIES - GLI OCCHIALI SMART DI LUXOTTICA E FACEBOOK

 

Come a dire che pure le altre partecipazioni, oltre Essilux, devono diventare più internazionali. Quella di Milleri è un’eredità pesante, perché il manager è chiamato a calcare le impronte del fondatore sia nella holding che nel colosso italo-francese, con cuore ad Agordo e testa tra Parigi e Milano. Essilux è un gruppo da 23 miliardi di ricavi, che sta per attrarre cento scienziati e esperti di smart glasses nel capoluogo lombardo.

 

leonardo del vecchio mark zuckerberg

La visione di Del Vecchio è quella di un’azienda giovane (la metà dei dipendenti ha meno di 35 anni), fatta di persone, aperta al mondo e alla concorrenza.

 

«Nella sede di Milano, l’età media è ancora più bassa: in piazza Cadorna, dove lavorano 2 mila persone, un collega su due ha meno di 30 anni – osserva Milleri con orgoglio – il futuro di EssilorLuxottica è già realtà ed è rappresentato dalle sue persone.

 

FRANCESCO MILLERI

Non è ancora possibile quantificare l’impatto in termini economici generabile da soluzioni come gli “smart glasses”, il digitale e il metaverso, ma so che tra dieci anni questo settore sarà rivoluzionato e i nuovi weareables ne saranno i protagonisti. Pochi operatori del settore possono permettersi un simile investimento: crediamo quindi che sia nostra responsabilità promuovere, tramite questa iniziativa, il futuro dell’intera industria mondiale dell’eyewear».

 

ROCCO BASILICO E LEONARDO MARIA DEL VECCHIO

L’investimento annunciato ieri è solo una parte della strategia, si aggiunge al laboratorio di Digione e agli oltre mille ricercatori del gruppo dedicati alle nuove tecnologie e dislocati in trenta centri di ricerca del gruppo in tutto il mondo, ed è il proseguo della partnership con Meta e dell’incontro tra Mark Zuckerberg e Del Vecchio di tre anni fa.

 

«Con il nostro contributo, l’Italia sta diventando un punto di riferimento internazionale per la produzione degli occhiali del futuro – racconta Milleri -. Un tempo erano gli imprenditori italiani a doversi recare all’estero per conoscere nuove tecnologie e apprenderne le possibili applicazioni produttive; quanto sta accadendo oggi dà un’idea tangibile dell’impegno e del lavoro che stiamo portando avanti nel definire il futuro del nostro settore».

 

FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO

Un comparto, quello dell’ottica, dove Essilux supera di oltre venti volte il primo rivale. «Questo è un settore che ha ancora grandi potenzialità – spiega il manager – investiamo per farlo crescere: se il nostro fatturato sale del 10% in un anno, facciamo due volte i ricavi del nostro primo concorrente». Chissà che, parlando di futuro, non ci sia spazio per il ritorno del leader mondiale dell’ottica anche a Piazza Affari. «È sempre un’opportunità che esiste, per ora non è nei piani del consiglio». Porta chiusa, ma non del tutto.

funerali leonardo del vecchio 24ANNA CASTELLINI BALDISSERRA E LEONARDO MARIA DEL VECCHIO ZUCKERBERG E LEONARDO DEL VECCHIO leonardo del vecchioLEONARDO DEL VECCHIO CON LA MOGLIE NICOLETTALeonardo Del Vecchiopaola Barale Leonardo Del Vecchio

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....