beppe grillo - di maio - davide casaleggio

“NON MI OCCUPO DI QUESTE COSE” - LA FREDDEZZA DI GRILLO DOPO IL BLITZ A ROMA PER INCONTRARE DI MAIO E DAVIDE CASALEGGIO: BEPPEMAO SI INFORMA (MA CON DISTACCO) SULLE TRATTATIVE CON LA LEGA - LA STOCCATA A BERLUSCONI: “POVERO, È VITTIMA DI EPISODI DI BULLISMO. È BELLISSIMA QUESTA COSA CHE TORNI IL BADANTE…”

Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”

 

BEPPE GRILLO - DI MAIO - DAVIDE CASALEGGIO

Quando c' è stata occasione, Beppe Grillo non ha lesinato iperboli, incoraggiamenti, abbracci. Ma il tempo vibrante dell' entusiasmo è finito già da un po'. Ora si vivono giornate meno eroiche, con parole d'ordine prosaiche: appoggi esterni, staffette e addirittura le aborrite «alleanze».

 

Così un Grillo quasi rassegnato si è fatto riferire lo stato della trattativa, nell' incontro notturno di venerdì, in quello che era un tempo una sede di partito e ora è solo l' hotel romano nel quale soggiorna. Ha ascoltato perplesso le strategie di Luigi Di Maio, sempre più invischiato in geometrie da prima repubblica, mentre Davide Casaleggio vegliava sul consesso, con occhi neutri da tecnocrate.

 

GRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTA

La freddezza di Grillo è ben nota ai vertici operativi dei 5 Stelle. E non sorprende la frase con cui, dopo una clausola di stile («Luigi è in gamba, ci pensa lui»), spiega: «Non mi occupo di queste cose». Dove il «queste cose» esprime il distacco altero di chi non vuole sporcarsi troppo le mani. Tanto poco se ne occupa l' Elevato, come si fa chiamare, che dopo gli spettacoli di Isernia e Civitavecchia, ha fatto sapere agli amici, non ripasserà da Roma. La chiacchierata (più che vertice) con Casaleggio e Di Maio dura meno di un' ora.

Quasi fosse un atto dovuto. E non partorisce note congiunte, o disgiunte, finali.

 

GRILLO DI MAIO CASALEGGIO

L'unica nota di combattività, Grillo la riserva al suo avversario di sempre, appena riabilitato e considerato ricandidabile dal tribunale di sorveglianza: «Povero Berlusconi, è vittima di episodi di bullismo. È bellissima questa cosa che torni il badante: c' è del bullismo sul badante». Eppure è lo stesso del quale Di Maio, con captatio benevolentiae a fini governativi, aveva appena detto: «Berlusconi? Non c' è un veto personale».

 

Le sue aziende, del resto, concorda l' ex barricadera Barbara Lezzi, sono «un patrimonio per il Paese». Evidente che Grillo non sia entusiasta del nuovo corso. Basta scorrere l' archivio. Nel 2013 c' è una vignetta di Al Capone («Al Tappone») e la sentenza: «In un qualsiasi Paese democratico un personaggio come Berlusconi sarebbe in carcere».

 

GRILLO SALVINI RENZI BERLUSCONI

Difficile, dunque, che Grillo si trovi a suo agio in questo clima più post democristiano che post ideologico, meglio dividersi tra New York - dove ironizza sui rifiuti («Cercano di imitarci ma non ci riusciranno mai») - e Isernia, dove va in scena con la vecchia casacca di comico millenarista e sognatore politico.

 

Anche se non è un Aventino, perché Grillo ci tiene eccome alla sua creatura. Tanto che all' incauto cronista che gli chiede se il suo compito sia finito, risponde quasi indignato: «Ma stai scherzando? Dimmi che stai scherzando».

 

YALTA CON BERLUSCONI RENZI GRILLO

Non è finito, il suo compito, così come non è finito quello di Alessandro Di Battista, altro autoesiliato di lusso tra i 5 Stelle. Entrambi rappresentano il Movimento delle origini e sono i guardiani della Rivoluzione. Tanto più necessari per mantenere almeno le apparenze, della rivoluzione, ma alquanto indigesti per chi deve occuparsi (anche questo è politica) di posti di governo e di sottogoverno, di convergenze programmatiche e di interlocuzioni con mondi lontanissimi.

 

Per questo Di Battista è considerato ormai un guastatore e ogni sua battuta viene accolta con ansia e spesso disappunto dai vertici politici del Movimento. Quella su Berlusconi come «male assoluto», di qualche giorno fa, quasi fece saltare il banco. E non è per nulla piaciuta a Di Maio quella dell' altro giorno sul tentativo, fallito, di alleanza con il Partito democratico: «Ero molto, molto contrario a fare una qualsiasi forma di contratto con il Pd».

Grillo e Di Battista, per ora, stanno alla finestra. Intanto Di Maio comincia a sentirsi (troppo) osservato.

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO