salvini trump

FUKUYAMA HA RAGIONE – “IN PASSATO IL POPULISMO È STATO UTILE, VEDI IL NEW DEAL DI ROOSEVELT. IL PROBLEMA SONO I LEADER: TRUMP, ORBÁN E SALVINI SONO DEGLI OPPORTUNISTI CHE SANNO SOLO TRARRE VANTAGGIO DALLO SCONTENTO E DALLE PAURE DI MOLTI CITTADININON SOLO ECONOMICHE, CI SONO ANCHE FERITE CULTURALI COME IL MALESSERE PER LA PERDITA D'IDENTITÀ, SEMPRE PIÙ SBIADITA IN TEMPI DI GLOBALIZZAZIONE E DI FENOMENI MIGRATORI IMPONENTI, SPESSO GESTITI CON POCA LUNGIMIRANZA DAI GOVERNI OCCIDENTALI. LE ÉLITE, INSOMMA, HANNO LE LORO COLPE E LA REAZIONE POPULISTA È COMPRENSIBILE. SOLO CHE LA CURA - PROTEZIONISMO E XENOFOBIA - È PEGGIORE DELLA MALATTIA”

Massimo Gaggi per il Corriere della Sera

FRANCIS FUKUYAMA

 

Ma allora il populismo è una malattia da sradicare, potenzialmente mortale per la democrazia, o una reazione comprensibile agli errori compiuti dalle classi dirigenti che, a certe condizioni, può anche diventare una risorsa?

«Dipende dai leader» risponde Francis Fukuyama. Quelli attuali - penso soprattutto a Trump, Orbán e Salvini - sono degli opportunisti che sanno solo trarre vantaggio dallo scontento e dalle paure di molti cittadini. Ma non è stato sempre così».

 

stalin churchill e roosevelt a teheran nel 1943

Sono le sei e mezzo del mattino: l' ora in cui, in una giornata newyorchese molto intensa, lo storico della Stanford University, autore del celebre La fine della storia, pubblicato dopo la dissoluzione del blocco sovietico, e di molti altri saggi sulla crisi della democrazia, è riuscito a trovare uno spicchio di tempo per rispondere alle domande del Corriere.

 

In un' intervista di un anno fa al nostro giornale lei citò il caso del presidente Andrew Jackson, eletto nel 1829, come un esempio di populismo deteriore: detestava le élite, volle governare senza esperti e fece disastri. Con lui e per molto tempo dopo l' America ebbe un' amministrazione inefficiente e corrotta. Ma in «Identity», il suo ultimo saggio, appena uscito, lei cita anche il populismo costruttivo col quale, nel 1932, Franklin Delano Roosevelt alimentò il suo New Deal.

 

DONALD TRUMP E MATTEO SALVINI

«Certo: nella storia non mancano esempi di populismo utile. Gli Stati Uniti d' America sono nati da una rivolta populista: lotta contro l' oppressione coloniale, ma anche contro la burocrazia britannica e le sue tasse. E anche il nazionalismo ha avuto spesso una funzione utile. Oggi ha una cattiva reputazione per quello che è successo nella prima metà del Ventesimo secolo, ma ce ne sono varie forme. C' è un nazionalismo liberale e non aggressivo che accetta le persone con differenze culturali, che rafforza la democrazia con un sentire comune, con obiettivi condivisi che diventano collante sociale».

 

Trump, che sfida l' establishment e oppone al multilateralismo una rete di alleanze tra governi nazionalisti, fa proseliti.

matteo salvini viktor orban 4

«Se Trump non avesse vinto le elezioni, non avrei scritto Identity. Bisogna capire cosa c' è dietro il fenomeno che lui incarna. Ci sono gli impatti economici devastanti di due crisi: il crollo finanziario di dieci anni fa, quello provocato dal crac Lehman e, più di recente in Europa, la crisi del debito greco. Ma non si tratta solo di economia. Ci sono anche ferite culturali come il malessere per la perdita d' identità, sempre più sbiadita in tempi di globalizzazione e di fenomeni migratori imponenti, spesso gestiti con poca lungimiranza dai governi occidentali. Le élite, insomma, hanno le loro colpe e la reazione populista è comprensibile. Solo che la cura - protezionismo e xenofobia - è peggiore della malattia».

 

SALVINI ALL INCONTRO CON TRUMP

L' erosione è cominciata ben prima del crollo della Lehman. Lei stesso nota, nel suo saggio, che l' impoverimento dell' America che vota Trump è iniziato 40 anni fa.

«Vero, ma, come le dicevo, la crisi, esacerbata dall' impoverimento, non è solo economica. E questo rende tutto più difficile: per uscirne non basta fare riforme, governare meglio. Bisogna affrontare il malessere per la perdita d' identità, il risentimento, il bisogno di essere riconosciuti: l' ira dei propri cittadini, ma anche quella di altri Paesi. La forza di Putin in Russia, di Xi Jinping in Cina e di Orbán in Ungheria è anche quella di dichiarare che la loro politica è una reazione alle umiliazioni subite per decenni dalle loro nazioni.

vladimir putin offre caviale a xi jinping

Quanto all' Italia, è vero: la crescita è bloccata da ben più di un decennio. Ma se Salvini emerge oggi con tanta forza è per una crisi d' identità legata soprattutto ai fenomeni migratori».

 

Un' onda potente, non facile da gestire. Vede terapie praticabili?

Francis Fukuyama

«Flussi enormi, certo, ma l' Europa poteva affrontarli meglio. Intanto quella di chiudere la rotta balcanica è stata una scelta politica, accettata da Bruxelles, che ha scaricato tutta la pressione su Italia e Grecia. E poi i flussi vanno gestiti. Vanno regolati in modo da non travolgere le identità nazionali. Al tempo stesso, però, queste identità non possono essere basate su criteri etnici. Lo ius sanguinis deve lasciare il campo allo ius soli, altrimenti la cittadinanza diventa una barriera insuperabile all' integrazione.

salvini putin

 

I processi di assimilazione, essenziali, a volte falliscono non per atteggiamenti razzisti, ma per errori sul piano educativo o perché si fa entrare un numero troppo elevato di immigrati. Nel 2015 la Merkel ha sbagliato perché ha accettato troppi rifugiati rispetto alle capacità di assimilazione del Paese. La Germania, poi, pur finanziando le scuole musulmane e delle altre religioni, non è un esempio virtuoso perché tende a mantenere la divisione tra diverse culture ed etnie. Vale anche per l' Olanda dove gli studenti sono segregati per religione. Errori che stanno costando cari alla cancelliera».

RENZI PUTIN MERKEL

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....