nichi vendola michele emiliano elly schlein antonio decaro

FUOCO DI PUGLIA – MENTRE DECARO RIPETE CHE NON SI CANDIDA SE C’È EMILIANO, ELLY SCHLEIN CONTINUA A FARE FURBESCAMENTE IL PESCE IN BARILE: PER SBROGLIARE LA MATASSA NON SENTE NÉ CONVOCA IL GRUPPO DIRIGENTE DEL NAZARENO, CINCISCHIA CON I SUOI QUATTRO SCHIAVETTI METTENDO COSI’ A RISCHIO LA SICURA VITTORIA IN PUGLIA, CON I 5STELLE CHE MINACCIANO DI USCIRE DALL’ALLEANZA SE VIENE FATTO FUORI L’EX MAGISTRATO CHE APRÌ LORO LE PORTE DELLA GIUNTA REGIONALE - UNA QUADRA VA TROVATA ENTRO IL 5 SETTEMBRE, QUANDO LA LEADER MULTIGENDER SARÀ ALLA FESTA REGIONALE DELL'UNITÀ A BISCEGLIE - MA LE GRANE PER LA SEGRETARIA DEM NON SONO FINITE: IN CAMPANIA...

 

Andrea Carugati per "il Manifesto"

 

michele emiliano e antonio decaro

«Non voglio essere ostaggio delle decisioni di chi mi ha preceduto. La Puglia non ha bisogno di un presidente a metà. Non è una questione personale. È una questione politica». Dopo settimane di rumors fatti filtrare ai giornali, in cui Antonio Decaro faceva sapere che non si sarebbe candidato alla presidenza della Puglia se nelle liste di Pd e Avs ci fossero stati Michele Emiliano e Nichi Vendola, ieri l’ex sindaco di Bari ha scelto di rompere il silenzio.

 

E con un post sui social ha messo nero su bianco le sue condizioni per la candidatura. Stringenti: «Ho detto da subito che per candidarmi devo sapere di poter guidare la Regione con piena libertà, guardando avanti e non indietro». Segue un ultimatum: «So bene che nessuno è indispensabile a cominciare da me. Il lavoro in Europa che sto facendo è importante, prestigioso e impegnativo. Se non ci saranno le condizioni per tornare in Puglia, continuerò a lavorare lì, per la mia terra, sostenendo lealmente il candidato progressista alla guida della Regione».

michele emiliano antonio decaro

 

I toni di de Caro, e la scelta di affidare ai social una partita così delicata, hanno creato più di un malumore dentro Pd e Avs, i partiti coinvolti nella scelta dei due ex governatori. Con Sinistra italiana che ha ribadito: «Non sarà uno del Pd a decidere le nostre liste, Nichi resta in campo».

 

La mossa a sorpresa arriva da Igor Taruffi, braccio destro di Schlein, che in una nota dà per acquisita la candidatura di Decaro. Una sorta di abbraccio così forte da mettere in secondo piano le condizioni dell’ex sindaco di Bari. «La sua disponibilità a candidarsi è un’ottima notizia ed è proprio quello che speravamo. Per noi è la candidatura più competitiva da mettere a disposizione della coalizione, è la persona giusta per portare avanti una storia importante che ha caratterizzato il centrosinistra e il governo della Puglia negli ultimi 20 anni».

 

DECARO SCHLEIN

Quanto alle liste dem, «lavoreremo come sempre con il partito regionale e chiediamo a tutti, a partire da chi ha svolto ruoli di maggiore responsabilità politica, di mettere in campo generosità senza precondizioni ma pensando al lavoro di squadra, perché in un partito nessuno decide da solo».

 

Parole che suonano come un invito a Emiliano a fare un passo da lato. Ma che, viene spiegato da fonti dem, non sono ultimative. Una volta acquisita la candidatura di Decaro, e costruita la coalizione, ogni partito deciderà sulle proprie liste. Emiliano avrà varie occasioni per far valere le proprie ragioni, come la direzione regionale che avrà l’ultima parola sui candidati.

ELLY SCHLEIN - GIUSEPPE CONTE - IL SORPASSO - MEME BY IL GIORNALONE - LA STAMPA

 

L’ipotesi di primarie per le liste viene considerata impercorribile. Di certo, se Vendola, come pare, resterà in campo (e su questo iol Pd ribadisce di non avere competenza) anche per l’attuale governatore sarà più facile restare in partita. E, a quel punto, sarà Decaro a dover giustificare la clamorosa retromarcia.

 

La partita a scacchi dunque non è finita. In serata Decaro ha lanciato un’altra bordata al suo padre politico: «Non è mai capitato che un presidente di Regione si sia candidato a fare il consigliere regionale.

 

Diventa difficile gestire l’attività, perché ti devi confrontare sempre col predecessore, in questo caso col predecessore e col predecessore del predecessore, ogni volta che devi prendere una decisione e quindi non mi sentirei libero», ha detto durante un incontro a Fasano, ribadendo di provare verso Emiliano e Vendola «un affetto anche smodato, nel senso che con loro sono cresciuto, al Comune con uno, in Regione con l’altro».

MICHELE EMILIANO NICHI VENDOLA

 

Fratoianni viene descritto come furioso per l’uscita di Decaro. Nico Bavaro, della segreteria nazionale di Si, barese, è netto: «Caro Antonio, non puoi venire in casa nostra a dire chi possiamo candidare. La tua uscita di oggi non è da coordinatore di una squadra, ma da uomo solo al comando.

 

Così non ti riconosco».«Decaro sbaglia ad avere paura», dice il deputato dem pugliese Ubaldo Pagano. «Il partito è inutilmente dilaniato in questo stress che nessuno di noi avrebbe voluto, perché non ce ne era necessità. Ora serve un dibattito aperto all’interno degli iscritti del Pd, una consultazione ampia: deve decidere il nostro popolo chi saranno i candidati».

 

DECARO EMILIANO

Anche in Campania i per i dem restano parecchie grane. Il congresso regionale dovrebbe tenersi entro settembre, dunque prima del voto. Schlein intende tener fede al patto con De Luca per avere il suo via libera alla candidatura a presidente del 5S Roberto Fico, e dunque sostenere il figlio Piero per la guida del Pd campano.

 

Di più: raccontano che la segreteria ritenga di aver fatto la mossa giusta per tenere a bada padre e figlio. Ma i suoi fedelissimi, che hanno passato gli ultimi due anni a contrastare il sistema di potere di De Luca padre, non ci stanno.

 

E così si profila candidatura di Sandro Ruotolo, arruolato nel Pd proprio da Schlein (di cui fu portavoce della mozione in Campania al congresso nel 2023) e responsabile informazione della segreteria nazionale. I suoi sostenitori ricordano le oltre 100mila preferenze ottenute alle europee 2024 , contro candidati assai più esperti. Gli schleiniani (guidati dal deputato Marco Sarracino) hanno dunque deciso di sfidare il candidato imposto dalla segretaria. Una guerra fratricida.

 

FRATOIANNI

Gabriella Cerami per repubblica.it - Estratti

 

MICHELE EMILIANO - ELLY SCHLEIN

«Le nostre liste in Puglia le decidiamo noi. Non Antonio Decaro». Nicola Fratoianni, co-leader di Avs, respinge al mittente il veto posto dall’aspirante candidato del centrosinistra, che non vuole che in consiglio regionale seggano il governatore uscente Michele Emiliano e il predecessore Nichi Vendola.

 

Decaro è pronto a rinunciare alla candidatura se nelle liste ci saranno i due ex governatori. A nome di Avs cosa risponde?

«È un dibattito incredibile e surreale da chiudere subito in modo dignitoso».

 

 

vendola fratoianni

Ma l’eurodeputato Pd ha detto che non si sentirebbe libero di governare se ci fossero Vendola ed Emiliano in assemblea regionale. Come si risolve?

«Decaro sarebbe un ottimo candidato per la Puglia, ma non capisco da cosa vuole essere libero. Dal trasformismo che ha segnato in lungo e largo alcune delle stagioni più recenti di governo della Puglia? Allora Avs è la migliore garanzia».

 

Si riferisce alla stagione di Emiliano?

«Vendola ed Emiliano rappresentano due stagioni diverse. Mettere tutto insieme non aiuta. Consiglierei un poco più di discernimento e precisione».

 

Il Pd ha chiesto a chi ha svolto ruoli di maggiore responsabilità politica di mettere in campo generosità, invitando dunque al passo indietro. Voi come Avs sareste pronti a spaccare la coalizione se il veto persiste?

«Avs ribadisce che le liste le decide Avs. Questa discussione non esiste e nessuno può pensare di esternarla in questi termini. Nessuno all’interno della coalizione può dire, in casa altrui, chi candidare e chi no. Soprattutto se si tratta di una figura importante come Vendola. È ridicolo e inaccettabile».

ELLY SCHLEIN COME MAO - MEME BY EMILIANO CARLI

 

Decaro teme forse condizionamenti nella stesura del programma o in consiglio regionale?

«Il candidato presidente è il presidente ma non è il sultano. Non fa politica da solo. Indica delle priorità programmatiche e poi si misura con la coalizione. Io vorrei che questo dibattito si riempisse di politica. Siamo liberi di esercitare discontinuità, ma apriamo un dibattito politico sull’ambiente, sul salario minimo, sulla sanità. Ad oggi la coalizione sta lavorando su molti aspetti programmatici».

 

Ma rischiate di dover andare a caccia di un candidato.

«Nessuno è insostituibile. Non capisco perché Decaro in questo momento stia dicendo di non essere in grado di governare liberamente, si sta infliggendo un’autopunizione. Io invece credo che sia assolutamente in grado di essere libero e autonomo. A meno che non voglia fare scelte politiche assolutamente in totale contraddizione con i nostri principi».

 

(….)

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