1- IL FUTURO CONTROLLO DELLA CHIESA DOPO RATZINGER. DIETRO I CORVI E I GOTTI CHE INFESTANO IL VATICANO SI AGITANO GLI AMERICANI CHE DETESTANO L’IDEA DI UN SUCCESSORE ITALIANO A RATZINGER, EVENTO PROBABILE FINO A IERI GRAZIE ALLA PRESENZA DI BEN 30 CARDINALI TRICOLORI IN CONCLAVE, CON ANGELO SCOLA IN POLE POSITION 2- IL DURISSIMO BENSERVITO DI ANDERSON A GOTTI È STATO SOLO IL PRIMO “STEP” DELLA CONQUISTA DEL POTERE: RIPRENDERSI LA FINANZA PAPALINA VISTO CHE, INSIEME AI TEDESCHI, SONO I MAGGIORI CONTRIBUENTI DELLA CASSE DELLA SANTA SEDE E NON HANNO MAI SOPPORTATO LA DESTINAZIONE “FINANZIARIA” DEL LORO OBOLO MILIARDARIO 3- IN QUESTA STORIACCIA, TRACCE YANKEE LE TROVIAMO A PARTIRE DA PAOLETTO GABRIELE CHE DIPENDEVA DALL’AMERICANO MONSIGNORE HARVEY, PREFETTO DELLA CASA PONTIFICIA CHE SI È BATTUTO FINO ALL’ULTIMO IN DIFESA DEL MAGGIORDOMO-POSTINO (A PROPOSITO: DICONO CHE NELLA SUA AGENDINA COMPARIBBE IL CELLULARE DI RENATO FARINA. CHE SMENTISCE)

1- DAGOREPORT
Il futuro controllo della Chiesa dopo Ratzinger. Ecco cosa si agita dietro i corvi e i Gotti che infestano il Vaticano. Ieri, ospite del programma di Barbara Palombelli, il vaticanista di "Panorama" Ignazio Ingrao ha rivelato lo scontro che vede all'opera gli americani che si ammucchiano sotto le insegne ultraconservatrici e repubblicane dei Cavalieri di Colombo e la curia romana.

L'obiettivo degli americani è esplicito: evitare come la peste un successore italiano a Ratzinger, evento probabile fino allo scoppio dello Vaticaleaks grazie alla presenza di ben 30 cardinali tricolori in Conclave su circa 120, con Angelo Scola in pole position.

E in questa storiaccia tracce yankee le troviamo dappertutto: a partire da Paoletto Gabriele. Non a caso il maggiordomo-postino dipende dall'americano del Wisconsin monsignore Harvey, prefetto della casa pontificia che si è battuto fino all'ultimo in difesa di Paoletto. (A proposito: pare che nella sua agenda telefonica compaia il cellulare di Renato Farina, dicono - Interpellato da Dagospia Farina afferma di non aver mai ricevuto nè fatto chiamate con interlocutore "Paoletto" )

Ecco: i Cavalieri di Colombo guidati da Carl Anderson, insieme ai tedeschi, sono i maggiori contribuenti della casse della Santa Sede e non hanno mai sopportato la destinazione "finanziari" del loro obolo miliardario (vedi l'ultima l'idea di Profiti-Bertone di incamerare il San Raffaele, da cui nascono tutti i casini di Gotti Tedeschi, contrario all'operazione).

Il durissimo benservito di Anderson a Gotti è stato solo il primo "step": riprendere intanto la finanza papalina in mano, per la conquista del potere, oggi in mano a una curia italica lacerata tra bertoniani e no, gay e massoni.

Anderson, un repubblicano caro all'ex presidente Ronald Reagan, quindi anti-Obama, sogna di imporre un papa a stelle e strisce: il cardinale di New York Dolan, l'arcivesco di Boston ‘O Malley, ma oggi il vaticanista dell'Espresso Sandro Magister lancia anche il canadese Marc Ouellet.

Non solo: sono riusciti a imporre che il prossimo incontro mondiale della famiglia previsto nel 2015 si svolga a Filadelfia, a ridosso della futura campagna presidenziale americana.

E così ogni corvo porta acqua al loro mulino....


1- IL CORVO VOLA DAGLI USA E NON È IN MANO AI PRETI
INTERESSI AMERICANI DIETRO LO SCONTRO TRA OPUS DEI E CAVALIERI DI COLOMBO. IL VATICANO INFASTIDITO CON LA COMUNITÀ S. EGIDIO
Caterina Maniaci per "Libero"

Ancora una volta uno scenario diverso, ombre nuove e vecchie che si accalcano e si intrecciano: adesso si parla di "guerra fredda" scoppiata tra l'Opus Dei e il gruppo dei Cavalieri di Colombo. Questo perché Ettore Gotti Tedeschi, l'ex presidente della banca vaticana, lo Ior, «vicino all'Opus Dei», avrebbe avuto forti contrasti con Carl Anderson, Consigliere supremo dell'Ordine dei Cavalieri di Colombo, e uno dei quattro membri del consiglio di sovrintendenza dello Ior.

Una guerra che si vorrebbe circoscrivere nel perimetro delle mura vaticane ma che invece fa pensare, una volta di più, che arrivi da lontano, Oltreoceano, e che laggiù abbia importanti riflessi. Nel mirino, di nuovo persone fedeli al Papa. Ma chi sono questi cavalieri, spesso confusi con quelli di Malta? Si tratta di una organizzazione rigorosamente made in Usa, che oggi vanta un milione e settecentomila membri.

Il fondatore, padre Michael McGivney, diverrà beato. Irlandese di origine eamericano di adozione, scelse Cristoforo Colombo come personaggio di riferimento per l'associazione che alla fine del secolo scorso aiutava gli immigrati poveri, in maggior parte cattolici, che volevano diventare veri figli dell'America. Negli Usa i Cavalieri, tutti laici, sono ovviamente molto conosciuti, anche per via delle loro posizioni decisamente pro-life e certo non in linea con quelle espresse dall'amministrazione Obama.

La loro "fedeltà" alla Santa Sede è a prova di bomba. «Abbiamo iniziato a collaborare con il Vaticano per espresso invito di Papa Benedetto XV», ha ricordato Anderson, in un'intervista rilasciata al Secolo XIX di qualche anno fa, «dopo la Prima guerra mondiale il mio predecessore venne a Genova a visitare la casa di Colombo, poi andò a Roma dal Papa. In Vaticano Papa Benedetto volle celebrare una messa all'altare della Madonna della Guardia». I Cavalieri hanno sempre fatto molto per la Santa Sede e per i Papi in tutto ilmondo e a Roma, dove hanno organizzato strutture caritative e sportive.

Ogni anno, oltre tutto, grazie alla sovvenzione dei Cavalieri di Colombo, in ogni parte del mondo viene ritrasmessa la Benedizione Urbi et Orbi nel giorno di Natale. Uno di loro è sempre stato presente nella dirigenza dello Ior, dunque appare difficile parlare di un irrefrenabile desiderio di "scalare" i vertici della banca vaticana.

Intanto, si registra una pausa negli interrogatori a Paolo Gabriele, l'ex aiutante di camera di Benedetto XVI, che per ora rimane l'unico indagato nella complessa vicenda delle carte trafugate dai sacri palazzi. Un interessante capitolo della vicenda, poco analizzato, è quello descritto dal vaticanista Sandro Magister, che nel suo blog segnala che tra le carte trafugate ci sono «documenti riguardanti due realtà di primo piano della Chiesa cattolica, una antica e unanuova:la CompagniadiGesù e la Comunità di Sant'Egidio».

La Comunità di Sant'Egidio, fondata da Andrea Riccardi, oggi ministro per la Cooperazione, compare al centro una vicenda particolare attraverso uno deidocumenti vaticani ora divenuti pubblici. E che, ancora una volta, rimandano agli Stati Uniti. Si tratta, ricostruisce Magister, di un cablogramma cifrato spedito dalla nunziatura apostolica di Washington alla segreteria di Stato vaticana, il 3 novembre 2011. «In esso», spiega Magister, «si riferisce il parere contrario del cardinale di Chicago, Francis E. George, all'intenzione della Comunità di Sant'Egidio di conferire una onorificenza al governatore dell'Illinois, il cattolico Pat Quinn, per aver firmato la legge con cui questo Stato ha abolito la pena di morte».

Il cardinale definisce «inopportuna» tale onorificenza, poiché Quinn, spiega il cardinale, ha promosso la legge sul matrimonio omosessuale, è a favore dell'aborto libero e ha estromesso di fatto le istituzioni ecclesiali dalle adozioni di minori, non esentandole dall'obbligo di dover dare i bambini anche a coppie gay. La nunziatura apostolica a Washington ha preso molto sul serio le sue osservazioni e le ha trasmesse a Roma, nel cablogramma firmato da monsignor Jean-François Lantheaume, «all'epoca incaricato d'affari in attesa dell'arrivo del nuovo nunzio Carlo Maria Vigano».

Viganò, per inciso, è uno degli alti prelati tra i primi "coinvolti" , nel gennaio scorso, nella vicenda Vatileaks. L'autorevole doppia bocciatura per Quinn pare abbia avuto effetto e così non si ha nessuna notizia sul conferimento dell'onorificenza al governatore. Ieri papa Benedetto XVI ha celebrato il Corpus Domini, con la processione per le vie di Roma.

Oggi viviamo una sorta di carestia spirituale che è stata favorita anche da «una visione unilaterale del Concilio Vaticano II», ha detto nella sua omelia, ricordando che «il Sacro ha una funzione educativa, e la sua scomparsa inevitabilmente impoverisce la cultura, in particolare la formazione delle nuove generazioni».


2- ECCO CHI SARÀ IL PROSSIMO PAPA
di Sandro Magister - http://espresso.repubblica.it/dettaglio/ecco-chi-sara-il-prossimo-papa/2183989

Si chiama Marc Ouellet. Ha 68 anni, è canadese. Ed è il più adatto a governare una Chiesa cattolica che ha il suo 'mercato' più promettente non in Europa ma in America latina, Asia, Africa e persino Stati Uniti

La Chiesa cattolica è come la Fiat-Chrysler. Langue in Italia e in Europa, rivà forte negli Stati Uniti, ha il più promettente mercato nel resto del mondo. Con un pensierino a chi sarà il futuro papa. La nazione che oggi ha il più alto numero di cattolici è il Brasile, con 134 milioni, più che l'Italia, la Francia e la Spagna messe assieme. Lì il cattolicesimo è riuscito a far fronte a una concorrenza agguerrita, che nei decenni passati gli ha inferto seri colpi.

Perché quando tra le élite cattoliche neomarxiste era in voga la teologia della liberazione i fedeli non si convertirono in massa al suo verbo. Passarono a milioni alle nuove Chiese pentecostali, con le loro celebrazioni festose, la musica, il canto, le guarigioni, il linguaggio ispirato. Ma oggi questo esodo si è arrestato.

Anche nella Chiesa cattolica i fedeli trovano quel calore di partecipazione e quella fermezza di dottrina che tre, quattro secoli fa fecero il successo delle Riduzioni, le missioni dei gesuiti tra gli indios. L'anno prossimo la giornata mondiale della gioventù sarà in Brasile. Papa Joseph Ratzinger ha promesso che ci sarà.

POI CI SONO LE TIGRI ASIATICHE. La Corea del Sud ne è l'emblema. Lì i cattolici aumentano con ritmi stupefacenti, con ogni anno decine di migliaia di nuovi battezzati adulti. Sono stati l'anima del movimento popolare che pacificamente rovesciò le dittature militari. E sono parte attiva dei ceti produttivi che hanno fatto il miracolo economico coreano.

Nella capitale Seul i cattolici sono oggi il 15 per cento, quando solo mezzo secolo fa neppure esistevano. E come in una grande azienda, la Chiesa cattolica coreana si è data l'obiettivo di convertire entro il 2020 il 20 per cento della popolazione: 'Evangelizzazione Venti Venti' è il titolo del programma. In Asia, le Filippine sono l'unica nazione nella quale i cattolici sono maggioranza, con 76 milioni di fedeli.

Ma oltre che in Corea, il cattolicesimo è in crescita in vari altri paesi. Anche e più dove è perseguitato, come in Cina. Lì le stime sul numero dei cristiani, cattolici e non, oscillano da un minimo di 16 milioni a un massimo di 200. Rodney Stark, studioso tra i più accreditati, individua in 70 milioni la cifra più realistica.

Le donne si convertono in misura doppia degli uomini. E le conversioni sono più frequenti nelle città, soprattutto tra i ceti emergenti e più agiati. Chi visita le università cinesi resta sorpreso dal clima che vi si respira, più palpabilmente 'cristiano' che in tante università occidentali.

PER NON DIRE DELL'AFRICA. Sotto il Sahara, nell'ultimo secolo, i cattolici sono passati da meno di 2 milioni a 130 milioni, con un impeto missionario che non ha precedenti nei 2 mila anni di vita della Chiesa. Il carattere più sorprendente di questa espansione è che essa è partita dall'Europa proprio mentre la Chiesa lì ansimava, sotto l'incalzare di una cultura e di poteri ostili al cristianesimo.

Ma le sorprese non sono finite. Negli Stati Uniti, la Chiesa cattolica ha resistito meglio delle Chiese protestanti storiche all'avanzata della secolarizzazione proprio dove ha rifiutato di allinearsi alle culture e ai modi di vita dominanti. E oggi appare molto più attiva sulla scena pubblica non solo per i nuovi vescovi 'affermativi' che la guidano, ma anche per la presenza tra i suoi fedeli di schiere sempre più numerose di immigrati dall'America latina.

Per Benedetto XVI la Chiesa degli Stati Uniti è la prova che lo spegnimento della fede non è il destino ineluttabile dell'Occidente. Insomma, la metamorfosi in atto nel cattolicesimo mondiale è tale che, a voler produrre un esercizio di scuola, il candidato a papa che più vi corrisponde è oggi senza ombra di dubbio il cardinale Marc Ouellet, 68 anni, plurilingue, canadese, già arcivescovo del Québec, cioè di una regione delle più secolarizzate del pianeta, valente teologo di scuola ratzingeriana, oggi prefetto della congregazione vaticana che sceglie i nuovi vescovi, soprattutto per molti anni missionario in America latina.

 

 

CARL ANDERSON DEI CAVALIERI DI COLOMBO DAVANTI A TUTTI I CARDINALICARL ANDERSON CAVALIERE SUPREMO DEI CAVALIERI DI COLOMBOGOTTI TEDESCHI PAPA BENEDETTO XVI E TARCISIO BERTONE PAOLO GABRIELE PAOLO GABRIELE COPRE LE SPALLE DEL PAPA jpegRENATO FARINA MONSIGNOR JAMES MICHAEL HARVEY jpegJAMES MICHAEL HARVEY CON NICOLAS SARKOZY MONSIGNOR JAMES MICHAEL HARVEY CON BERLUSCONI CARDINALE SEAN PATRICK O MALLEY CARDINALE MARC OUELLET CARDINALE MARC OUELLET TIM DOLAN LANCIA PER I NEW YORK METS ARCIVESCOVO CHAPUT ARCIVESCOVO CHAPUT ARCIVESCOVO TIMOTHY DOLAN

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