draghi biden

L’ASSE DRAGHI-BIDEN PER CONVINCERE I TEDESCHI - AL G7 IN GERMANIA, GLI AMERICANI AVANZERANNO  LA PROPOSTA DI IMPORRE UN TETTO AL PREZZO DEL PETROLIO RUSSO CHE ANCORA VIENE SCAMBIATO COME NULLA FOSSE. L'EMBARGO DECISO DALLA COMMISSIONE EUROPEA SCATTERÀ SOLO ALLA FINE DELL'ANNO, E NEL FRATTEMPO I PREZZI SUI MERCATI INTERNAZIONALI SONO SALITI, ALIMENTANDO LA SPIRALE INFLAZIONISTICA - DRAGHI FARÀ ASSE CON WASHINGTON PER INSISTERE CON LA SUA PROPOSTA DI ALLARGARE IL TETTO AL GAS IMPORTATO IN EUROPA DA MOSCA…

Alessandro Barbera per “la Stampa”

MARIO DRAGHI JOE BIDEN

 

Sostegno militare e finanziario immutato a Kiev, prudenza verso la Cina, tetto al prezzo di petrolio e gas russo. In estrema sintesi, questa è l'agenda con cui Mario Draghi si siede oggi fra i Sette grandi riunti nelle montagne bavaresi di Elmau, fra mucche e prati bucolici. L'ironia della sorte ha voluto che la riunione del più solido consesso dell'Occidente unito durante la guerra sia presieduto dalla Germania di Olaf Scholz, il partner storicamente meno ostile a Mosca e a Pechino. Ma dopo ormai quattro mesi di guerra e la mancanza di aperture da parte russa Berlino fatica a tenere una posizione mediana.

mario draghi olaf scholz emmanuel macron 2

 

Lo dimostra anzitutto la determinazione con cui i Sette confermeranno la volontà di continuare a inviare armi e equipaggiamenti all'esercito ucraino. E' ormai certo che durante l'estate gli alleati della Nato ne invieranno di nuove. L'Italia farà la sua parte, e per questo ci sarà un quarto decreto interministeriale di Difesa e Farnesina. La lista degli armamenti era e resterà secretata, né è chiaro se fra queste ci saranno strumenti a lunga gittata.

 

MARIO DRAGHI JOE BIDEN

Due cose però sembrano certe: per evitare di mettere in difficoltà l'esercito ucraino, mai addestrati a strumenti sofisticati, si opterà per armamenti tradizionali. Ogni decisione verrà coordinata con i vertici militari degli altri alleati, e diventerà operativa a valle della riunione dei leader della Nato programmata a Madrid subito dopo l'incontro in Germania, mercoledì e giovedì della prossima settimana. In Spagna ci saranno l'italiano Lorenzo Guerini e gli altri ministri della Difesa dell'Alleanza atlantica. Gli altri gradi militari e le strutture di intelligence occidentali guardano con molta preoccupazione gli ultimi sviluppi sul campo, l'occupazione russa di Severodonetsk e le voci secondo le quali Mosca potrebbe coinvolgere nel conflitto l'alleato bielorusso, finora rimasto ai margini.

ZELENSKY - DRAGHI - SCHOLZ - MACRON

 

Le differenze di vedute fra i Sette emergeranno su altri temi. L'atteggiamento verso Pechino, in primo luogo. Washington non ha mai modificato la cosiddetta «dottrina Clinton» e sta mandando a Xi segnali di disappunto per non essersi chiaramente schierata contro Mosca. Draghi, su questo più vicino alle posizioni tedesche, si mostrerà molto più cauto.

 

«La Cina fin qui si è mostrata molto saggia», spiega un'altra fonte italiana sotto la garanzia dell'anonimato. «Per questo siamo contrari a esasperare i toni, e lo diremo». Infine la questione energetica e delle sanzioni verso Mosca. Qui l'Italia è più vicina alle posizioni americane, e distante da Berlino. Sin dall'inizio del conflitto Draghi ha concordato ogni mossa con la segretaria al Tesoro americana Janet Yellen, un legame che risale a quando entrambi guidavano la banca centrale europea e americana. Gli americani si siederanno con la proposta di imporre un tetto al prezzo del petrolio russo che ancora viene scambiato come nulla fosse.

draghi biden

 

L'embargo deciso dalla Commissione europea scatterà infatti solo alla fine dell'anno, e nel frattempo i prezzi sui mercati internazionali sono saliti, alimentando la spirale inflazionistica in tutto il mondo. Il premier italiano farà asse con Washington, e ne approfitterà per insistere con la sua proposta di allargare il tetto al gas importato in Europa da Mosca.

 

È molto probabile che il premier italiano ne discuta a quattr' occhi in un bilaterale con Joe Biden. Le diplomazie ne stanno discutendo in queste ore. Nei piani di Draghi la riunione del G7 è l'ultima occasione per vincere le resistenze di Scholz e dell'industria tedesca, che fatica a prendere una posizione netta a favore del tetto sul gas. Il resto lo farà la partita a poker che lo Zar di Russia sta giocando con l'Europa.

 

janet yellen mario draghi atlantic council

Se il taglio delle forniture dovesse restare a lungo agli attuali livelli, per Berlino - più che per Roma - si aprirebbe un serio problema di approvvigionamenti durante l'inverno. C'è invece pieno accordo fra i Sette per allargare le sanzioni a tutto l'oro proveniente dalla Russia. Si scrive oro si legge oligarchi: anche su questo la linea italiana è sin dall'inizio del conflitto in scia a quella americana e critica verso Londra, che ha a lungo traccheggiato sull'atteggiamento da tenere verso le élite amiche di Putin a causa dei molti interessi nella capitale inglese.-

mario draghi e janet yellen

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…