COME IN SIRIA, COSÌ IN EGITTO - IL GENERALE AL SISI CHIAMA I SUOI A MOBILITARSI CONTRO “IL TERRORISMO ISLAMICO” (LA GUERRA CIVILE S’AVVICINA)

Davide Frattini per il "Correre della Sera"

Le lenti nere degli occhiali da sole non oscurano il messaggio. Abdel Fattah Al Sisi - generale, vice-premier, ministro della Difesa, uomo più potente dell'Egitto - incita il popolo a manifestare, a scendere in piazza domani «per conferirmi un mandato»: «Non vi ho mai chiesto nulla, adesso reclamo un vostro comando. Mostrate al mondo che avete una volontà e che autorizzate le forze di sicurezza a intervenire per fermare la violenza e il terrorismo».

In alta uniforme, Sisi parla davanti ai cadetti dell'accademia militare di Alessandria: il messaggio non è per i ragazzi, le frasi sono rivolte a un leader di 62 anni, che ha perso il posto di presidente tre settimane fa, quando l'esercito lo ha arrestato. Mohamed Morsi non può parlare, replica uno dei suoi consiglieri: «Il generale vuole un'autorizzazione al massacro, sta annunciando la guerra civile. Nessun egiziano che abbia un po' di onore risponderà all'appello», commenta in televisione Mohamed el-Beltagy, tra i capi dei Fratelli Musulmani.

Il confronto a parole potrebbe diventare uno scontro sulle strade. Sisi invoca milioni di manifestanti, ancora di più di quelli che hanno partecipato alla prima protesta contro Morsi il 30 giugno. Il movimento islamista promette cortei «contro il colpo di Stato» da trentaquattro moschee al Cairo: «Non c'è altra soluzione che ridare il potere al legittimo presidente», dice Essam el-Erian, importante dirigente della Fratellanza.

Il generale ha tenuto il discorso a poche ore da un attentato contro una caserma della polizia a sessanta chilometri a nord della capitale e dopo gli scontri più sanguinosi (12 morti nella notte tra martedì e ieri) da quelli dell'8 luglio quando oltre cinquanta sostenitori di Morsi sono stati uccisi dai poliziotti e dai militari. La penisola del Sinai resta fuori controllo, più di venti agenti e soldati ammazzati in meno di un mese.

Il portavoce di Adly Mansour, insediato come presidente ad interim dai generali, minaccia i Fratelli Musulmani: «Non permetteremo che questo Paese diventi una seconda Siria. Chiunque ci provi verrà trattato come un traditore». La procura egiziana ha ordinato l'arresto della guida spirituale e leader della Fratellanza Mohamed Badie e di altri otto dirigenti dei Fratelli musulmani, accusati di istigazione alla violenza.

Più conciliante Mohamed ElBaradei, premio Nobel per la pace e uno dei vicepresidenti: «Una giustizia che corregga gli abusi e la riconciliazione nazionale basata sull'accettazione degli altri sono le nostre uniche possibilità», scrive su Twitter .

Il movimento Tamarod (Ribellione) - ha congegnato la raccolta firme e le proteste che hanno portato alla caduta di Morsi - appoggia l'appello del generale Sisi. Che ha voluto ribadire «di aver solo compiuto il desiderio del popolo»: «Non pensiate che io abbia ingannato l'ex capo dello Stato. Gli ho sempre detto che l'esercito è l'esercito di tutti gli egiziani, che mantiene una posizione equilibrata rispetto alle parti».

Assicura di non voler rallentare («neppure di un secondo») il processo politico annunciato: elezioni parlamentari e presidenziali agli inizi del 2014 sotto la supervisione degli europei e delle Nazioni Unite: «Tutto il mondo può venire a controllare». Quella parte del mondo che è fondamentale per l'esercito egiziano - 1,3 miliardi di dollari l'anno (circa 984 milioni di euro) in aiuti militari - ha deciso di mandare ieri un segnale: gli Stati Uniti hanno sospeso la consegna di quattro caccia F-16 «a causa dell'instabilità nel Paese».

 

 

 

PROTESTE IN EGITTO ABDEL FATTAH AL SISSI CAPO DELLE FORZE ARMATE ABDEL FATTAHEGITTO STRAGE DI MANIFESTANTI PRO MORSI EGITTO SOSTENITORI DI MORSI jpegEGITTO STRAGE DI MANIFESTANTI PRO MORSI L'EGITTO IN PIAZZA CONTRO MOHAMMED MORSIMohammed Morsi PROTESTE AL CAIRO CONTRO MORSI

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…