merkel profughi siriani

COME E’ UMANO, LEI - LA GERMANIA CHE ROMPE LE PALLE ALL’ITALIA SUI MIGRANTI È ACCOGLIENTE SOLO A PAROLE: DA TEMPO HA “TAGLIATO” LE CONCESSIONI DELL'ASILO POLITICO - HA COPERTO D’ORO LA TURCHIA AFFINCHÉ TRATTENESSE I PROFUGHI IN CAMPI-LAGER - DAL CONSIGLIO D'EUROPA SONO ARRIVATE ACCUSE DI MALTRATTAMENTI AI PROFUGHI AFGHANI DA PARTE DELLE FORZE DELL'ORDINE - NEL 2016 IN GERMANIA SI SONO REGISTRATI OLTRE 3.500 ATTACCHI A MIGRANTI E STRUTTURE DI ACCOGLIENZA

Giuseppe Marino per “il Giornale”

 

SCONTRI TRA NEONAZISTI E PROFUGHI IN GERMANIA

«Sono palestinese e vivo in Germania da qualche tempo, vengo da un campo di rifugiati nel Libano. Vorrei fare l' università qui ma non so se potrò rimanere. Sono molto preoccupata». Angela Merkel si inchina verso la giovane studentessa che racconta la sua storia e le risponde: «Sei una ragazza molto simpatica, ma la politica a volte è molto dura: ci sono altre migliaia di persone nei campi di rifugiati, se decidiamo di accogliere tutti, non saremo in grado di sostenere questa situazione».

 

La ragazzina di origine libanese scoppia a piangere. Le immagini di questo scambio di battute tra la cancelliera tedesca e la giovane migrante fanno il giro del mondo nel luglio del 2015. Sei mesi dopo Angela Merkel sarà immortalata sulla copertina di Time come persona dell' anno per aver accolto un gran numero di profughi siriani istruiti e ricchi. È il vero capolavoro del governo tedesco.

 

SCONTRI TRA NEONAZISTI E PROFUGHI IN GERMANIA

Nei mesi successivi Berlino copre la Turchia di miliardi perché trattenga i profughi in campi dove le condizioni di vita non sono certo da grand hotel. Il doppio volto della Germania, continua ancora oggi, ma nessuno sembra far caso alle contraddizioni. Ieri il Tg5 ha mostrato le immagini di una profuga africana incinta picchiata e strattonata dalla polizia in Baviera e già a maggio scorso dal Consiglio d' Europa erano arrivate accuse di maltrattamenti a profughi afghani da parte delle forze dell' ordine tedesche durante le operazioni di espulsione.

 

PROFUGHI AUSTRIA GERMANIA

Anche gli episodi di xenofobia sono all' ordine del giorno. Nel 2016 in Germania si sono registrati oltre 3.500 attacchi a migranti e strutture di accoglienza. Negli anni successivi il governo ha ridotto fortemente il numero di profughi accolti e respinto nei Paesi europei di prima accoglienza quasi 20.000 persone l' anno (il 30 per cento verso l' Italia). Dopo la stretta, gli attacchi xenofobi sono calati, ma restando a livelli preoccupanti.

 

La Germania, insomma, è tutt' altro che un paradiso per i rifugiati, eppure Berlino si erge, a parole, a paladino dell' accoglienza. Un' ipocrisia smaccata che si è riaffacciata nel caso di Carola Rackete. Due giorni fa il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, ha bacchettato l' Italia chiedendo la liberazione della giovane attivista spiegandoci che «coloro che salvano delle vite non possono essere considerati criminali».

SCONTRI TRA NEONAZISTI E PROFUGHI IN GERMANIA

 

Ieri è tornato alla carica il ministro degli Esteri Heiko Maas, che è arrivato a spiegare alla magistratura italiana come agire: «Dal nostro punto di vista», ha detto, una procedura nell' ambito dello stato di diritto può portare «soltanto al rilascio di Carola Rackete», concedendo soltanto all' Italia l' ammissione che «a livello europeo: la discussione sulla distribuzione dei rifugiati non è degna e bisogna smettere».

 

Il nostro ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, ha replicato a Berlino soltanto ricordando all' omologo tedesco che la posizione della comandante della Sea Watch 3 è «al vaglio della magistratura», che in Italia «per previsione costituzionale, è totalmente indipendente dal governo».

 

rissa tra profughi e polizia a suhl in germania

«Di conseguenza, -ha aggiunto- dobbiamo tutti attendere, con fiducia e rispetto, le decisioni della magistratura al riguardo». Forse però avrebbe potuto anche ricordare che a gennaio il governo tedesco ha dichiarato «Paese sicuro» alcuni stati del Nordafrica, in modo da poter negare a chi viene da quelle nazioni il diritto d' asilo. Tra questi c' è anche la Tunisia. Lo stesso Paese dove Carola Rackete ha evitato di attraccare con i migranti salvati in mare, non considerandolo porto sicuro, e proseguendo la navigazione verso Lampedusa. Coerenza tedesca.

rissa a bergedorf amburgo tra polizia e profughimigranti tra germania e danimarcagermania arrivo dei profughi siriani 7devastazione al centro profughi di suhl in germaniaprotesta contro merkel degli anti musulmani di pegidail centro profughi di amburgo bergedorfrissa tra migranti e polizia al centro profughi di suhl in germania

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”