“L’ESPRESSO” FA NERO L’ARANCIONE DE MAGISTRIS - DIFFERENZIATA AL 21,5 % (AVEVA GIURATO DI PORTARLA AL 70% ENTRO IL 2011) - LA COPPA AMERICA A BAGNOLI ORMAI NAUFRAGATA - IL FORUM DELLE CULTURE NON HA ANCORA UNA SEDE NÉ UN PROGRAMMA - GIGGINO ‘O SCERIFFO HA SOLO RIEMPITO LA CITTÀ DI VIGILI SPERANDO DI FARE CASSA CON LE MULTE - MA ANCHE I VIGILI, CENTO NE PENSANO E UNA NE FANNO…

Emiliano Fittipaldi e Gianfrancesco Turano per "l'Espresso"

Ai napoletani non importa che la raccolta differenziata sia ancora al 21,5 per cento. Né sembrano appassionati alle polemiche sullo stipendio di Roberto Vecchioni, che dopo la bagarre sui 220 mila euro ha rinunciato a dirigere il Forum delle Culture. Anche la cacciata su due piedi dell'enfant prodige Raphäel Rossi, ex capo dell'azienda dei rifiuti Asia rispedito a Torino dopo solo sei mesi d'incarico, sembra lasciarli indifferenti, così come il rischio chiusura del museo Madre o le buche che continuano a "scassare" le sospensioni delle loro automobili.

Luigi De Magistris, figlio prediletto del Vomero ed ex magistrato di "Why Not", secondo un sondaggio del "Sole 24 Ore" è di gran lunga il sindaco più amato d'Italia. Da Fuorigrotta a San Giovanni, sette su dieci lo adorano come e più di quell'indimenticabile 30 maggio, quando in piazza Plebiscito Gigi con bandana in testa diede il via alla sua rivoluzione arancione.

«Non dobbiamo deludere la città, non dobbiamo deludere la città, non dobbiamo deludere la città», ripete come un mantra ai suoi assessori. Carico come una pila, grande lavoratore, retorico e nazional-popolare che neanche il primo Bassolino (agli scultori chic come Mimmo Paladino e Salvatore Tatafiore preferisce la partita del Napoli e i concerti con Edoardo Bennato), De Magistris può vantare qualche risultato importante: ha aperto e difeso Ztl in zone difficili, ha piazzato vigili in ogni angolo, ha rispettato il patto di stabilità sbloccando un tesoretto da 70 milioni e sta tenendo la città pulita, soprattutto al centro. Il sindaco perfetto, se non fosse per la sua esuberanza verbale.

Quello che i sondaggi non dicono è che negli ultimi tempi s'è allargato, e non di poco, lo "spread" tra le promesse ai cittadini e ciò che la giunta ha potuto fare davvero. Sei mesi di amministrazione sono una goccia nel mare di illegalità, di camorra e mala gestione della cosa pubblica che sommerge Napoli da 15 anni. Ma l'approccio miracolista dello sceriffo, se qualche volta funziona, spesso provoca brutte figure. Così, se il sindaco aveva giurato di portare la differenziata entro il 2011 al 70 per cento, il 21,5 registrato a fine anno assomiglia a una débâcle. Aveva spiegato che la monnezza sarebbe stata spedita in Olanda entro agosto 2011, ma la prima nave è salpata solo il 9 gennaio, con quattro mesi di ritardo.

«La Coppa America si farà a Bagnoli. Rilanceremo il quartiere», ha detto dimenticando che l'area dell'ex Italsider è così avvelenata che non può essere usata nemmeno per fare una passeggiata: i pm hanno bloccato tutto e in futuro sarà difficile trovare imprenditori disposti a investire un euro su quei suoli. Quanti errori. Un problema di comunicazione, spiegano gli amici. «Dilettanti allo sbaraglio», rilanciano quelli del Pdl e i nemici giurati, in primis il direttore del "Corriere del Mezzogiorno" (gruppo Rcs) Marco De Marco che non passa giorno senza fargli le pulci. «È amico di Nicola Cosentino», è arrivato a dire incautamente De Magistris, che considera ogni critica come un atto di lesa maestà.

C'è finita in mezzo anche "la Repubblica", che in un pezzo aveva segnalato l'auto del primo cittadino ferma in divieto di sosta: «Un articolo gossipparo degno di un giornale scandalistico», ha chiosato il nuovo Masaniello. Il sindaco di Bari Michele Emiliano glielo suggerisce da un po': «Gigi, noi facevamo i pm, un mestiere da lupi solitari, non potevamo fidarci di nessuno. Ma la politica è un'altra cosa, bisogna lavorare insieme alla squadra, serve collegialità nelle decisioni». Ma per adesso il sindaco più amato del Paese sembra voler restare solo al comando.

Mal visto dal Pd, dai seguaci di Antonio Di Pietro, oltre che da una parte dei movimenti che lo hanno sostenuto, i consigli li accetta solo dal fratello Claudio, plenipotenziario all'organizzazione degli eventi culturali, dalla portavoce Marzia Bonacci, trentenne romana considerata la pasionaria di Palazzo San Giacomo, e dal capogabinetto Attilio Auricchio, l'ex carabiniere che si occupò di Calciopoli. Così, tra esuberanza, spinte bonapartiste (le Assemblee del popolo promesse alla vigilia del voto per fortuna non sono mai partite) e divisioni interne (l'anima di Rifondazione e quella legalitaria dell'Idv mal si sopportano), di gaffe ne ha fatte tante.

Lasciando perdere la grande quantità di persone dello staff assunte a palazzo, l'affaire Vecchioni è stato gestito male. Non solo per l'ingaggio del cantante, ma perché il Forum è nel caos più assoluto: a un anno dall'evento non c'è ancora una sede ufficiale né uno straccio di programma. La vicenda della Coppa America a Bagnoli è stata gestita ancora peggio. De Magistris è andato allo scontro con la Procura di Napoli e ha perso la battaglia: la Coppa - che costerà a Regione e Comune una decina di milioni di euro - si dovrebbe comunque tenere sul lungomare.

MONNEZZA CHE STRESS.
Il caso Rossi è l'emblema delle difficoltà di De Magistris. A "l'Espresso" risulta che i motivi del defenestramento sono tre: pessimi rapporti con altri dirigenti di Asia, risultati modesti sulla differenziata (Rosa Russo Iervolino, al suo massimo, aveva sfiorato il 20 per cento) e soprattutto la decisione di assumere come consulenti quattro amici. Assunzioni con contratti inferiori ai 50 mila euro e per questo non comunicati al cda. Lo stesso De Magistris ha saputo solo a cose fatte e si sarebbe infuriato.

Invece di spiegare i motivi del dissenso con Rossi (famoso per aver denunciato un giro di tangenti all'Amiat di Torino), il sindaco ha tartagliato spiegazioni poco credibili, mentre Rossi e Tommaso Sodano, ambizioso vicesindaco comunista, si sono scontrati su Web e giornali. Un disastro mediatico. Detto questo, la città è più ordinata di prima. Più pulita, soprattutto. Se ad Agnano e Ponticelli il cronista ha visto qualche cumulo di troppo, il centro, piazza Garibaldi, i Quartieri Spagnoli - nei limiti del possibile - sono lindi.

La differenziata ha fatto passi da gigante a Scampia e a Bagnoli, mentre al Vomero non è ancora partita (doveva cominciare a settembre) e a Posillipo stenta a decollare, nonostante multe da 600 euro ai condomini inadempienti. «La colpa non è nostra, ma dei domestici stranieri che non capiscono bene dove gettare la spazzatura», dice la proprietaria di una casa sul mare. La nave per l'Olanda, la Nordstern, come ripete Sodano, mette la città in sicurezza. In effetti, se lo stratagemma funzionerà, Napoli non sarà più sotto il ricatto dei sindaci che fanno le barricate contro le discariche. Inoltre, sembra assurdo, ma costa meno mandarla in Olanda che a Giugliano.

LA SICUREZZA RITROVATA.
Spagnoli, francesi, americani. I napoletani sono abituati alle occupazioni. Ma l'invasione della polizia municipale li ha colti di sorpresa. Finora il vigile partenopeo era quello immortalato dal film "Così parlò Bellavista", imboscato dentro un caffè («Ma non ha visto che traffico c'è lì fuori?»; «Nun me ne parlate!»). Adesso i 2 mila vigili sono in strada e si vedono, almeno nelle principali zone del centro. Da questo gennaio saranno loro a controllare 24 ore su 24 e per 365 giorni all'anno via Toledo, flagellata dal commercio abusivo.

Ci vorrebbe più personale ma i vincitori dell'ultimo concorso non possono essere assunti per non pregiudicare il patto di stabilità. Il comandante dei vigili è Luigi Sementa, un personaggio a forti tinte con un quarto d'ora di sgradevole notorietà nel 2008 per avere schiaffeggiato un cronista. Il suo referente politico ora è l'assessore alla sicurezza Giuseppe Narducci, già pm di Calciopoli e dell'inchiesta sui legami di Cosentino con i Casalesi.

Al magistrato in aspettativa tocca uno degli snodi strategici fissati nel programma di De Magistris e sintetizzati dallo slogan "Politica legale, legalità della politica". «Questa», dice Narducci, «è l'unica città del Mezzogiorno dove una presenza mafiosa non solo non impedisce ma incoraggia mille altri fenomeni illegali. È anche l'unica città dove ogni giorno sotto il Comune ci sono manifestanti che, nella maggioranza dei casi, non reclamano diritti ma privilegi».

L'assessore ha voluto che i vigili non si limitassero alle multe. Sono gli uomini di Sementa che a fine settembre hanno sgomberato la nuova Ztl, creata dall'assessore ai Trasporti Anna Donati e prontamente coperta da cumuli di rifiuti. «Pensavo a una protesta dei commercianti », dice la ravennate Donati, unica "extracomunitaria" in giunta. Invece la monnezza in piazza Dante l'hanno portata gli uomini del clan Lepre, padroni del Cavone.

E sono i vigili che a ottobre hanno sgomberato l'area Scasso di via De Roberto (quartiere Gianturco), chiamata così perché era un mercato a cielo aperto di autoricambi per lo più di provenienza illecita. L'intervento è stato salutato da tumulti e incendi dolosi. A novembre è stato il turno di un altro ordine professionale locale. I parcheggiatori abusivi sono stati colpiti da un'ordinanza del sindaco che prevede, nell'ordine, il foglio di via, l'avviso orale che anticipa l'arresto e un'indagine della Finanza. I parcheggiatori, infatti, risultano nullatenenti tanto che gli 8.540 verbali consegnati dal 2008 per un valore di 6 milioni di euro non hanno portato un centesimo nelle casse del Comune. Colpiti anche i gestori di locali che si servono dei parcheggiatori in orario di movida.

SUK NAPOLI CENTRALE.
La battaglia sulla legalità imposta da De Magistris ha creato qualche contrasto in giunta. Due gli esempi. Uno è lo sgombero degli abusivi dalla scuola di piazza Neghelli a Fuorigrotta, un'occupazione che Narducci considera orchestrata dalla camorra, come accade con il racket dei parcheggi. L'altro episodio riguarda l'operazione di bonifica di piazza Garibaldi e dintorni. L'intervento sulla zona della stazione centrale è una delle prime azioni decise dalla giunta. I venditori di merci contraffatte sono di solito emigranti, spesso non in regola, riforniti e messi in strada dai camorristi.

Ma il confine tra rispetto della legalità e sospetti di repressione è sottile. Ed è politico. Lo sgombero degli ambulanti è stato vissuto con qualche perplessità in giunta, a cominciare dal vicesindaco Sodano e dall'assessore alle politiche sociali Sergio D'Angelo. Per non parlare di padre Zanotelli che ha avviato uno sciopero della fame sotto palazzo San Giacomo. A sei mesi dall'ordinanza, la zona della stazione è migliorata. I lenzuoli con le borse false non si vedono. Si sono spostati nel suk domenicale di via Caracciolo.

In compenso, resistono due tradizioni della zona: sigarette di contrabbando e gioco delle tre carte. I due carabinieri che perlustrano la strada si fermano prima di arrivare al bar Mexico, stella polare del gioco clandestino e degli i-Pad rubati. E i poliziotti, in largo Trinità degli Spagnoli, ai Quartieri, non badano agli scugnizzi in moto a capo scoperto. È già un risultato avere imposto il casco nel resto del centro.

PROFONDO ROSSO
Ricca e indebitata, Napoli è alla ricerca di una via d'uscita dal paradosso economico che la paralizza. Dimezzare i dirigenti dai 120 della giunta Iervolino è stato più che altro un segnale politico, così come il taglio delle partecipate e dei consigli di amministrazione. Il debito lordo del Comune (10 mila dipendenti) è di 3 miliardi di euro. Da questa somma andrebbero sottratti crediti per 1,2-1,5 miliardi. Ma in che misura sono esigibili? L'assessore Riccardo Realfonzo ha grosse difficoltà anche a recuperare gli affitti, paga milioni in canoni passivi e non ha quasi redditi da una ricchezza immobiliare fra le più consistenti d'Italia (oltre 31 mila unità residenziali e commerciali).

A gestire questa ricchezza è il discusso imprenditore Alfredo Romeo, arrestato nel gennaio 2009 e accusato dalla Guardia di Finanza giorni fa di avere provocato danni al Comune per 87 milioni di euro. Luigi De Magistris, insieme al suo capo di gabinetto Attilio Auricchio e all'assessore al Patrimonio Bernardino Tuccillo, stanno conducendo trattative riservate con Romeo per sciogliere il contratto prima della sua scadenza (settembre 2012). Avere soldi in cassa sarà essenziale e non solo per asfaltare le buche in strada. I fornitori non vengono pagati dall'aprile 2008, un record nazionale.

In queste condizioni le nuove gare bandite dalla giunta rischiano di andare deserte. Dopo un 2011 sull'orlo del crac, con 43 milioni in cassa tutti investiti sull'Asìa, per il 2012 il sindaco dovrebbe contare su 70 milioni, anche se il Pdl sostiene che i fondi spettano a Bagnolifutura. Il capo dell'opposizione in Comune è Giovanni Lettieri. L'imprenditore sconfitto alle elezioni ha, a sua volta, problemi seri. La sua holding Meridie, che impiega 620 addetti al centro di manutenzione Atitech a Capodichino, ha triplicato le perdite (12 milioni) nel giro di un anno.

 

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