giorgia meloni joe biden matteo salvini donald trump

GIORGIA, LA “COCCA DI BIDEN” – IL CAMALEONTISMO PARACULO DELLA MELONI FA INCAZZARE IL MONDO CONSERVATORE AMERICANO. “FOX NEWS” SVELENA CONTRO LA PREMIER ACCUSANDOLA DI “VOLTAFACCIA”: “DA ANTI GLOBALISTA. A PRO EUROPA. LA COCCA DI BIDEN FA INFURIARE LA BASE” – SALVINI VEDE L'ENNESIMA OPPORTUNITÀ PER METTERE IN DIFFICOLTÀ LA DUCETTA E ESALTA TRUMP, AUSPICANDO "UN CAMBIAMENTO A WASHINGTON" (DALLA CASA BIANCA RISPONDONO CON UN "NO COMMENT")  – LA GIRAVOLTA DI "I AM GIORGIA", CHE PER ANNI HA FLIRTATO CON IL TYCOON E ORA SI FA BACIARE IL CAPINO DA BIDEN. SE A NOVEMBRE TORNA IL PUZZONE, CHE FA?

1. FOX ATTACCA MELONI: “COCCA DI BIDEN”. SALVINI NE APPROFITTA PER LODARE TRUMP

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco e Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”

 

giorgia meloni e joe biden nello studio ovale 9

Con amici così, chi ha bisogno di nemici? Questo detto americano calza come un guanto sul doppio corto circuito politico, che minaccia di mettere la premier Meloni in rotta di collisione tanto con gli americani democratici, quanto con i repubblicani.

 

Sul primo fronte, l’imbarazzo lo ha creato l’alleato di governo Matteo Salvini, pubblicando un post su X con cui esalta le vittoria di Trump nelle primarie e si augura «un cambiamento a Washington».

 

Significa la cacciata di Biden, che ha appena accolto con grande calore Giorgia. […] La Casa Bianca ha replicato all’Ansa con un no comment, ma il fatto che abbia risposto vuol dire che ha notato l’uscita del capo della Lega.

 

ARTICOLO DI FOX NEWS SU GIORGIA MELONI

Il secondo fronte si apre a causa dell’articolo di Fox News, che attacca la premier italiana fin dal titolo: «Il voltafaccia di Meloni da anti globalista a pro Europa. La cocca di Biden fa infuriare la base: non la voteremo più». Come mai la tv di Murdoch, santuario dei conservatori americani, se la prende con Meloni, rimproverandole di aver tradito il verbo anti globalista, per abbracciare il credo filo europeo del capo della Casa Bianca?

 

joe biden e giorgia meloni - vignetta by natangelo

L’articolo sottolinea la linea atlantista scelta su Ucraina e Medio Oriente, e le rimprovera anche un mezzo dietrofront sulle deportazioni degli immigrati illegali, con l’appoggio al Migration Asylum Pact della Ue. Poi avverte che con queste scelte moderate rischia di alienare il suo elettorato originale, aprendo spazio a forze più radicali, forse tenendo a mente la Lega di Salvini.

 

[…]  Fox dimostra il complicato equilibrismo a cui è condannata la premier. L’Italia è alleata degli Usa e deve lavorare con chiunque sia alla Casa Bianca. Da qui la scelta pragmatica e saggia di coltivare il rapporto con Biden, sancito dal paternalistico bacio sulla testa durante l’incontro di venerdì. Nello stesso tempo, però, il 5 novembre Trump potrebbe vincere le elezioni, e Meloni deve tenersi pronta all’eventualità di dover lavorare con lui a partire dal prossimo 20 gennaio.

 

[…] D’altra parte la contraddizione della premier tra l’antica passione politica per Trump e l’attuale sintonia con Biden doveva esplodere, prima o dopo. E lo sta esplodendo in prossimità delle presidenziali americane. Da una parte perché Salvini supporta il tycoon, con la precisa intenzione di metterla in difficoltà. Dall’altra perché è dura conciliare la linea atlantica al fianco di Biden e non entrare in rotta di collisione con Trump.

giorgia meloni a toronto

 

Un assaggio si è avuto sabato, durante il punto stampa a Toronto. Alla premier è stato chiesto se avesse discusso col presidente Usa i fondi per l’Ucraina, bloccati dai trumpiani: «Di questo stallo non abbiamo parlato, non mi è stato chiesto. E non ne ho parlato con i repubblicani». Per poi aggiungere di non voler ingerire in decisioni interne, ma comunque di «sperare» in una soluzione a favore di Kiev. Sono posizioni distanti dai repubblicani e pure da Salvini, che ha deciso di intensificare sui social il suo supporto alla causa trumpiana. Nei prossimi giorni arriveranno altri interventi. Tutto, pur di indebolire l’alleata.

 

SALVINI TRUMP

[…] i conservatori sembrano un po’ offesi dal balletto di Giorgia. Al congresso della Cpac, prima organizzazione trumpista dove aveva parlato in due occasioni, ha inviato una delegazione minore, per non urtare Biden alla vigilia della visita. Però lo spagnolo Abascal e l’argentino Milei sono andati e l’assenza è stata notata. Cpac ora vorrebbe organizzare una conferenza in Italia, mettendo alla prova la sua fedeltà. Fox ha avuto un rapporto complicato con Trump: nel 2016 lo ha appoggiato, all’inizio di questa campagna ha preso le distanze, ora si riallinea. Forse le critiche a Meloni vanno prese come un segnale?

 

2. LA SFIDA DI SALVINI SUL SOSTEGNO A TRUMP CHE METTE IN CRISI LA "NUOVA" MELONI

Estratto dell'articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

giorgia meloni Justin Trudeau

Non è certo una posizione facile, quella di Giorgia Meloni. Riparte dal Canada dopo il viaggio a Washington e a Toronto, con il peso di un'amicizia politica che svela una contraddizione, oggi più che mai. E con un alleato in casa, con i galloni di vicepremier, Matteo Salvini, che festeggia i successi alle primarie repubblicane di Donald Trump augurandosi un cambio alla Casa Bianca, nelle ore in cui Meloni torna da un importante bilaterale con il presidente americano Joe Biden.

 

[…] Mentre Meloni riafferma la necessità di aiutare gli ucraini, con sostegno politico, militare e finanziario, e pone questa urgenza in cima all'agenda della presidenza italiana del G7, i repubblicani che stanno per incoronare Donald Trump come candidato per le presidenziali di novembre, tengono fermi 60 miliardi di dollari al Congresso. Una mossa tattica che sa di capriccio elettorale, in un Paese a forte spinta nazionalista che si affida al tycoon anche per lasciare l'Europa ai suoi guai con Vladimir Putin.

 

donald trump matteo salvini

Appena due anni fa, quando era la prima in fila pronta a indossare il berretto dei fan di Trump, quello dello slogan mistico "Make America great again", Meloni non poteva immaginare che un giorno non lontano si sarebbe trovata in imbarazzo a rispondere alla domanda a cui ha risposto da Toronto. Oggi ha in mano una leva per lanciare un appello ai sovranisti d'America a sbloccare gli aiuti, in nome della comune appartenenza alla fede conservatrice, tanto più che lo potrebbe fare con l'autorevolezza della presidenza di turno del G7. […] Sono lontani i tempi in cui si faceva il tifo per The Donald e l'amore per il messia dei sovranisti contagiava tutta la destra italiana. […]

giorgia meloni e joe biden nello studio ovale 5scherzo telefonico giorgia meloni - joe biden - vignetta by oshomatteo salvini come donald trump 1giorgia meloni e joe biden nello studio ovale 2giorgia meloni e joe biden nello studio ovale 8matteo salvini con la mascherina pro trump 7giorgia meloni e joe biden - g20 new delhigiorgia meloni e joe biden nello studio ovale 3giorgia meloni e joe biden nello studio ovale 4matteo salvini come donald trump

 

SALVINI TRUMP

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...