GIORGIA MELONI HA L’ELMETTO BUCATO – LA PREMIER ITALIANA RASSICURA ZELENSKY SUL COINVOLGIMENTO DELL’ITALIA NEL SISTEMA PURL, PER ACQUISTARE ARMI AMERICANE PER L’UCRAINA, INSIEME AGLI ALTRI PAESI EUROPEI: “È IN CORSO UNA RIFLESSIONE” – IL SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO, MARK RUTTE, E ANCHE DONALD TRUMP IN PERSONA, SONO IN PRESSING, MA LA QUESTIONE È DI MERA POLITICA INTERNA: SALVINI SI OPPONE E FARÀ LE BARRICATE. GIÀ IN PARLAMENTO, DUE GIORNI FA, DEPUTATI E SENATORI LEGHISTI L’HANNO SFIDATA SULLE ARMI, PIÙ E MEGLIO DELL’OPPOSIZIONE (IL NO-EURO CLAUDIO BORGHI HA SQUADERNATO LA SOLITA EQUAZIONE “PIÙ ARMI-MENO SANITÀ”, FACENDOLE SALTARE GLI OTOLITI…)
PRESSING DI TRUMP E RUTTE SU MELONI “ROMA COMPRI LE ARMI DAGLI USA”
Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”
GIORGIA MELONI VOLODYMYR ZELENSKY
[…] Sappiamo che è iniziato un pressing su Meloni, e che Trump in persona avrebbe chiesto uno sforzo alla presidente del Consiglio. A insistere più di tutti, però, è stato il segretario della Nato Mark Rutte, consapevole che solo attraverso questo strumento si riuscirà a incentivare l'acquisto di armi per Kiev e a compattare l'Alleanza Atlantica.
Zelensky ne ha parlato con Meloni, nella speranza di convincerla. Secondo quanto filtra la premier non avrebbe dato un via libera definitivo al Purl. «È in corso una riflessione», è la versione confermata da fonti di Palazzo Chigi.
La premier resta cauta perché sa cosa la aspetterà a casa, anche sul fronte interno della maggioranza, con la Lega che due giorni fa in Parlamento l'ha fatta andare su tutte le furie per aver ceduto all'equazione «più-armi-meno-sanità», che solitamente è un argomento che sente brandire dalle opposizioni.
Gli avversari sono già pronti a sfidarla su questo. Ieri l'annuncio del M5S: il senatore Bruno Marton, capogruppo in commissione Difesa, presenterà un'interrogazione a Crosetto per sapere «se l'Italia aderirà al Purl e dove intende reperire le risorse necessarie». […]
ACQUISTO DI ARMI USA PER KIEV, IL DOPPIO PRESSING SU MELONI
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
matteo salvini claudio borghi foto di bacco
[…] Giorgia Meloni […] a Bruxelles la premier deve gestire due nodi europei che le creano grattacapi, soprattutto a Roma: il via libera alla confisca degli asset russi e le armi a Kiev. Sul primo punto, resta molto prudente. Frena, assieme ad altri. Sul secondo, assicura una riflessione. Cauta, comunque. Perché in Italia c’è la Lega da gestire.
Al Carroccio, ad esempio, non piace che il governo contribuisca con armamenti alla causa di Kiev. Quando Meloni si ritrova con Zelensky, tocca con mano la richiesta accorata del leader ucraino: Roma, è il senso della richiesta, acquisti assieme agli altri europei le armi americane destinate a Kiev.
È il sistema Purl, pacchetti da cinquecento milioni di dollari per resistere a Mosca. Serviranno ad esempio ad assicurare all’Ucraina nuove dotazioni di Patriot, nei prossimi mesi.
Per Meloni, se ne può discutere. Anche perché la pressione americana è forte. E poi, molte capitali hanno già offerto disponibilità a partecipare […]. Ciononostante, va costruito un percorso politico che aggiri i nodi interni. Ieri, ad esempio, il capogruppo leghista al Senato Massimiliano Romeo assicurava a “Start”: «Se la logica è spendere soldi per comprare missili e alimentare la guerra, non siamo assolutamente d’accordo».
GIORGIA MELONI - ESERCITO - MEME BY EMILIANO CARLI
Detta con il linguaggio diplomatico di queste occasioni: su questa opzione è in corso a Palazzo Chigi una riflessione. Come detto, l’esito sembra scontato. A patto però che il dibattito non sia troppo pubblico. Ecco perché Zelensky evita di menzionare la questione, con tatto: «Abbiamo discusso di come proteggere il nostro settore energetico dagli attacchi russi e renderlo più resiliente. L’Italia dispone delle competenze e delle attrezzature necessarie».
È la novità del giorno: il presidente chiede all’Italia di contribuire a superare l’inverno con enormi generatori capaci di garantire elettricità – e dunque calore – alle città ucraine. Non è la prima volta che lo fa. E Meloni non intende tirarsi indietro […].
L’altro grande nodo è rappresentato dai beni russi congelati. […] Meloni è tra i leader che mostra prudenza e alimenta dubbi. La prima richiesta italiana è quella di ottenere un parere della Bce, quasi uno scudo. Bisogna capire, aggiunge, se per il diritto internazionale il congelamento non si configuri come «una confisca». […]
Non che Roma si opponga in astratto all’idea di sfruttare questi miliardi, per una banale ragione contabile: senza, i singoli Stati membri dovranno individuare forme alternative di finanziamento per Kiev.
volodymyr zelensky e giorgia meloni conferenza per la ricostruzione dell ucraina foto lapresse
[…] Non a caso, la decisione sugli asset viene sostanzialmente espunta dalle conclusioni. Un brusco stop. Non certo una novità: da diversi Consigli, le decisioni su Kiev vengono annacquate a causa dei veti (di solito, quelli di Viktor Orban). La questione è ormai filosofica. E però Meloni, fedele alla linea dei Conservatori europei, continua a nutrire riserve sul superamento generalizzato del meccanismo del veto. Antonio Tajani, invece, si assesta su una linea opposta: «Meloni ha detto la sua opinione, io penso invece che si debba fare qualche passo in avanti».
claudio borghi 9
giorgia meloni in visita ai soldati italiani onu in libano
giorgia meloni in visita ai soldati italiani onu in libano
VERTICE ALLA CASA BIANCA CON DONALD TRUMP VOLODYMYR ZELENSKY E I VOLENTEROSI

