BOCCA NON DIMENTICA IL SUO NEMICO PREFERITO - LE AMBIZIONI DA MEGALOMANE DI BERLUSCONI DEFINITE DA QUELLA TELEFONATA IN CUI MI DISSE: "CARO BOCCA SONO QUI SULLA PUNTA DEI PIEDI PER VINCERE IL MIO COMPLESSO D'INFERIORITÀ" - “VUOLE SEMBRARE UN CAPO BUONO MA DEVE ESSERE SEMPRE LUI A COMANDARE. ACCETTA SOLO GLI ATTI DI SOTTOMISSIONE PERCHÉ ATTACCATO AL SUO ENORME EGO”…

Giorgio Bocca per "l'Espresso"

"Nulla è più turpe di una calvizie cappelluta", Marziale ha ragione. Il mistero di Berlusconi: come può un uomo intelligente sopra i 70 vergognarsi della normale calvizie e ricorrere alle ridicole simulazioni capellute con vernici nerastre? Credo che sia dovuto al virilismo del nostro, che vuol comandare anche ai guasti del tempo. Lo si capisce dalle fotografie del 1977 apparse tempo fa qui sull'"Espresso".

Il nostro ha una chioma da paggio Fernando, fluente e morbida, ma a guardar bene sulla fronte si vede già la lanugine di una calvizie incipiente. Quel segnale deve essere stato il suo tormento di bellastro. L'insieme era quello di un uomo gelido e sospettoso nella sua apparente dolcezza, femmineo, smanioso di convincere tutti che lui con le donne faceva sfracelli.

Fotografie che rivelano le ambizioni da megalomane, che per me resta definito da quella telefonata mattutina in cui mi disse: "Caro Bocca sono qui sulla punta dei piedi per vincere il mio complesso d'inferiorità". Nei giorni precedenti in un'intervista avevo per l'appunto detto che era perseguitato da un complesso d'inferiorità per gli intellettuali. Ci sono personaggi compatti nelle loro virtù e nei loro difetti, malvagi o buoni dalla testa ai piedi. E quelli double face, metà buoni e metà cattivi, metà generosi e metà avidi che ti sorprendono di continuo e di cui tutti parlano per come sono indecifrabili.

Chi è Berlusconi? Quando lo conobbi eravamo nella direzione della sua azienda televisiva. C'era il suo amico da una vita Fedele Confalonieri, se si può più misterioso e indecifrabile di lui. Perché Confalonieri era l'amico del cuore, il consigliere fidatissimo del nostro? Che cosa hanno in comune, perché uno ha legato la sua vita all'altro? Credo che non lo sappiano ancora e attribuiscano il fatto a un'incontrastabile magia. Quel giorno del primo incontro Confalonieri, a me che gli confidavo le mie preoccupazioni per il rapporto professionale con Silvio, disse serio: "Non preoccuparti, fra voi c'è il feeling".

Apparentemente c'era una possibilità di convivenza, e magari di simpatia, ma immersa in un mare di diversità inconciliabili. Silvio era ed è un animale da preda, io un cuore tenero pronto ai cedimenti. Il nostro rapporto non sarebbe stato facile, lo capii una sera che ci fu una presentazione dei programmi. Silvio arrivò con le sue segretarie che gli trovarono il posto migliore, le luci migliori, attenuandole con una calza di seta.

E lui si accomodava in quei favori come naturali, come dovuti alla sua superiorità di padrone. Non cattivo, non villano ma inesorabilmente prepotente e padrone del nostro rapporto, questo mi fece capire che tutto ciò che di buono avrei fatto lì dentro si sarebbe trasformato in un suo merito. Come se fossimo arrivati all'incontro da due pianeti diversi. Comunicanti ma diversi.

Chi può dire di essere veramente amico di Berlusconi? Tutti rispondono subito: Confalonieri, da una vita, ma non credo che sia proprio così, credo che in Confalonieri ci sia piuttosto affettuosa rassegnazione a lavorare per il più forte. Berlusconi è un personaggio preoccupante più che ammirevole o temibile. Attaccato al suo enorme ego può trovare in una crisi politica la forza per sfidare il mondo. Ma per cosa? Per affermare la sua mediocrità, la sua mancanza di stile, di gusto? Basta vedere il suo sepolcro, le sculture nel parco per celebrare l'unione dei fedeli.

Anche quando si fa fotografare con i figli c'è sempre qualcosa di falso, vuole sempre dimostrare che è il padrone buono, il padre buono, il risolutore di ogni problema; e come alimentare un egoismo enorme volendo apparire mansueto e generoso? È la fatica della sua vita, da ciò non è stato ucciso ma si è ridotto a fantoccio di se stesso. Tutti gli uomini politici impiegano gran parte del loro tempo pubblico a sistemarsi la cravatta e la giacca, a sorvegliare il loro modo di camminare, ma in lui questa attenzione è scoperta e ridicola, vien voglia di soccorrerlo, povero Silvio. Così è andato a salutare il picchetto d'onore passandolo in rivista con le sue gambette storte da calciatore di periferia. Sic transit gloria mundi, come ha dichiarato, il berlusconismo è finito. Era l'ora, dopo diciassette anni.

 

Giorgio Boccabocca giorgio GBBERLUSCONI GIOVANE IN SPIAGGIA berlusconi giovaneq silvio berlusconi giovane Chi02

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?