giuliano amato tony blair tennis

A GIULIANO AMATO DITEGLI TUTTO MA NON CHE SIA UN “PALLETTARO”: "UNA VOLTA PANATTA MI PARAGONO’ A UNO DI QUELLI CHE RIMETTONO LA PALLA ALTA, NON LO ACCETTO” – CONFESSIONI SOTTO RETE DEL “DOTTOR SOTTILE”, PRESIDENTE ONORARIO DEL CIRCOLO TENNIS ORBETELLO – “IN 25 ANNI ABBIAMO FATTO 3 SOLI PRESIDENTI, IO REGINA, BASSETTI: PIÙ STABILITÀ CHE CON LA RIFORMA DEL PREMIERATO CHE VUOLE FARE MELONI – LA PARTITA CON BLAIR? AVEVA UN GRAN DRITTO LUNGO, NON MOLTO DI PIÙ. ZACCARIA SOSTIENE CHE CI FECERO VINCERE PERCHÉ ERAVAMO DUE PREMIER IN CARICA? COLOSSALE BUGIA” – L’ABBRACCIO FATALE CON MONTEPASCHI E LA MOGLIE DIANA CHE GIOCA ANCHE A PADEL: “LO CONSIDERO UN AFFRONTO”

Michele Masneri per il Foglio – Estratti

 

(…)

 

Insomma che deve fare il povero tennista riflessivo? “Vai a Orbetello. Quello è il regno di Giuliano Amato”. Il dottor Sottile!

 

GIULIANO AMATO

Prendo la macchina e vado allora a Orbetello, direzione Argentario. Il Circolo del Tennis di Orbetello è appoggiato alle bellissime mura spagnole, muraglioni che dovevano proteggere la cittadina lagunare nel Seicento. Ecco Giuliano Amato, 86 anni e non lo diresti mai; è presidente onorario del Circolo dopo esserne stato presidente effettivo per anni (poi succeduto da Aurelio Regina, già vicepresidente di Confindustria, e poi da Marco Bassetti, amministratore delegato del gruppo tv Banijay e marito di Stefania Craxi).

 

Ma Amato, che è stato ministro, presidente del consiglio, giudice e presidente della Corte costituzionale e riserva della Repubblica per qualunque carica di prestigio, fino al Quirinale, qui si capisce che è soprattutto e orgogliosamente presidente del Circolo di Orbetello. Arriva con la sua scorta discreta e viene subito omaggiato da molti vecchietti. Il circolo ha un’aria molto spartana, non è certo un posto lussuoso.

 

giuliano amato

“Avremmo bisogno di più fondi, certo”, sospira Amato. “Anche per la manutenzione”. Al momento si sta svolgendo il torneo Banca Tema, una piccola banca del territorio, ma ai tempi d’oro era famoso per la sponsorizzazione del Monte dei Paschi. “E’ stata la nostra fortuna e insieme la nostra maledizione”, dice Amato.

 

“Nel 1995 ci garantirono la sponsorizzazione, ma ci chiesero di essere gli unici. Così il nostro destino è rimasto legato a doppio filo a quello della banca. All’inizio, cominciammo con dei tornei femminili che diventano sempre più importanti, poi anche maschili. Molti campioni sono passati di qui. C’era un primo premio da 100 mila dollari nel challenger di Orbetello, era uno dei pochi challenger italiani”.

 

GIULIANO AMATO

Ammazza, centomila dollari. Ma con queste cifre siete voi ad aver affossato il Montepaschi, ditelo. Anche lei fu intercettato a un certo punto mentre chiedeva al presidente della banca, Mussari, di fare qualcosa per il circolo di Orbetello. “Ma ci mancherebbe, io mi sono sempre speso, coi predecessori e poi coi successori di Mussari, per il circolo!”. Insomma, presidente del Consiglio e delle Corte costituzionali erano side job che le permettevano “di essere presidente del Circolo, certo”, sorride Amato. Col periodo di splendore “abbiamo costruito il centrale, con una bella tribuna. Dicevo sempre che solo Montecarlo ha dei campi come i nostri, con la vista su questo bellissimo mare.

 

giuliano amato

Qui son venuti fior di campioni (mi accompagna a vedere gli spogliatoi tappezzati di foto). “Son passate la Schiavone e la Pennetta. Noi certo eravamo un po’ rudimentali magari rispetto ad altri circoli. Una concorrente una volta ebbe un problema a un ginocchio, e domandò un dottore. In tribuna c’era un veterinario, bravo, le dicemmo che era un medico, le risolse il problema, fu molto soddisfatta. Un’altra volta una giocatrice non si trovava più, e la trovammo infrattata con un locale”.

 

E maschi? “Marin Cilic aveva dei piedi enormi, più grandi di lui”. Era regolamentare? O sospetto nella genetica come l’algerina Khelif, che hanno spacciato per uomo e poi per trans? “Ah, quella povera ragazza. Ma io mi chiedo, i primi che si sono presi i cazzotti da Cassius Clay cosa avrebbero dovuto dire? E’ pugilato, mica ginnastica artistica”. A proposito di Olimpiadi e fake news, lei è un po’ il Putin di Orbetello: ora è presidente onorario ma comanda sempre. “No, io non ho più ripreso il comando, mentre Putin aveva il suo Medvedev da mettere al suo posto”.

 

Aurelio Regina è il suo Medvedev. “No, quando Regina lasciò arrivò Marco Bassetti, che gioca peraltro bene. Comunque in 25 anni abbiamo fatto 3 soli presidenti, Amato, Regina, Bassetti: più stabilità che con la riforma del premierato che vuole fare Meloni!”.

 

GIULIANO AMATO ALLA STAMPA ESTERA

Possiamo chiedere alla, anzi al premier Meloni se dà una mano a Orbetello. “No, abbiamo sempre fatto da soli, solo con sponsorizzazioni dal privato”. Ma quanto costa l’iscrizione? “Be’”, sospira Amato. “Diciamo che il Canottieri Aniene costa di più. Qui viene 120 euro l’anno più la tessera Fit”, precisa l’allenatore, Luca de Robert. Pure il cognome araldico. “Francese in origine. I miei venivano qui in vacanza, poi si trasferirono”. Ma torniamo alle problematiche local. “Siamo in proroga di concessione da 7 anni, non sappiamo cosa sarà di noi”. Come i balneari. “Giusto”.

 

 Insomma, il Circolo Tennis Orbetello è una grande metafora del Paese. Senta, presidente, lei dove altro ha giocato? “A Lucca, dove sono cresciuto, da ragazzino, per la strada. A Roma quasi mai, salvo qualche volta al Circolo della Camera, con Beniamino Placido. O al Foro Italico. Che è pieno di fastidi: un giorno c’è una partita, un altro c’è un concerto, però quando ti trovi su quei campi, sotto quei pini... uno splendore. E poi a New York quando frequentavo la Columbia University, c’erano dei campi che poi sono stati eliminati”. Sua moglie Diana? “Lei gioca ancora, più di me. E pure a padel. Che vergogna. Io padel mai, lo considero un affronto”. A Orbetello c’era anche il mitico Raffaele “Ciro” Cirillo, leggenda del Foro Italico. “Sì, indimenticabile. Verso i miei 70 anni mi dette un po’ di consigli, e mi corresse dei difetti.

giuliano amato 1

 

Perché qui una volta Adriano Panatta, che ogni tanto veniva, dopo una partita mi aveva detto: ‘A Giulià, sei proprio un pallettaro’. Ecco, io pallettaro non lo accetto”. Ma che vuol dire pallettaro? “E’ quello che rimette la palla alta, contando che l’altro poi la sbagli. Allora ho smesso, grazie a Ciro”. Allora un po’ pallettaro lo era, lo ammette. “Forse un po’”. “Anche io so’ un po’ pallettaro”, dice l’allenatore de Robert forse per solidarietà col Putin di Orbetello.

 

GIULIANO AMATO AL FORO ITALICO PER GLI INTERNAZIONALI DI TENNIS 2013

Una volta so che lei Amato ha giocato contro Blair. “Non contro, insieme. Giocammo nel campo del principe Guicciardini Strozzi, quando ero presidente del Consiglio, nel 2000. Io e Blair in doppio contro il principe e Roberto Zaccaria, allora presidente della Rai”. Com’era Blair? “Gran dritto lungo, non molto di più. Che poi ora Zaccaria sostiene che ci fecero vincere perché eravamo due premier in carica. E’ una colossale bugia”. Altri politici con cui ha giocato? “Con La Malfa figlio”. Com’era? “Insomma...”. Ma la definizione di dottor Sottile chi glie l’aveva data? “Fu Eugenio Scalfari. Eravamo amici. E non era poi male. Dottor Sottile è un soprannome che nella filosofia medievale designava il maestro delle argomentazioni raffinate e ricche di

 

distinzioni (cavillose secondo i detrattori) Duns Scoto, detto in latino Doctor subtilis. Scalfari mi ascoltava sempre quando gli dicevo che c’erano delle cose utili da fare anche con Craxi, ma poi non mi dava mai retta. Io ho sempre detto distinguere distinguere distinguere”.

GIULIANO AMATO E LA MOGLIE AGLI INTERNAZIONALI DI TENNIS 2010

 

Ma oggi il mondo questa sottigliezza è andata perduta. “Oggi c’è un noi e un voi che cancellano l’individuo”. Almeno la sinistra dovrebbe essere unita, però. Facciamo il campo (da tennis) largo. Lei a Capalbio va mai a giocare? “Mai, io in quella landa di radical chic non metto piede. Con quelli che arrivano all’Ultima spiaggia con la mazzetta di giornali”. Ma poveri radical chic, ormai li prendono tutti in giro. “Lo meritano”.

 

Senta, presidente, ma tra Sinner e Berrettini? “Non faccio il tifo. Musetti, ecco, Musetti è il nostro Federer. Posso dire però che se Berrettini avesse gambe più robuste sarebbe ancora meglio. Sinner è molto bravo, ha grandi qualità anche psicologiche, ma è sempre pieno di problemi, come la tonsillite”. Come Meloni con gli otoliti.

giuliano amato foto mezzelani gmt010

 

“Ah, guardi, anche mia moglie soffre di otoliti, perciò la capisco”. Continuerà a giocare? “Aspetto che la natura mi faccia smettere. Anche se quando ho fatto gli auguri a Beppe De Rita per i suoi 90 anni gli ho chiesto dove se li sentiva maggiormente, gli anni, e mi ha risposto: nelle gambe. A quel punto, addio tennis”.

mario draghi giuliano amato giuliano amato foto mezzelani gmt008GIULIANO AMATOTONY BLAIR GIULIANO AMATO

 

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO