GIUSTIZIA MARCIA: CROLLA L’ACCUSA A OTTAVIANO DEL TURCO

Gian Marco Chiocci per "il Giornale"

La farsa è finita, datevi pace. A cinque anni dalle manette all'ex governatore abruzzese Ottaviano Del Turco e alla disarticolazione della sua giunta regionale di centrosinistra, la verità su quest'inchiesta senza stracci di prove viene fuori dall'esame della memory card della macchina fotografica con la quale il supertestimone Vincenzo Angelini e il suo autista certificarono - a loro dire - il passaggio delle mazzette direttamente a casa Del Turco.

Foto in verità poco visibili, in quanto nessuna delle persone riprese era riconoscibile. Foto che già allora non dimostravano nulla ma che alla procura servirono per ottenere gli arresti a riscontro di quanto l'imprenditore delle cliniche private Angelini aveva dichiarato a verbale insieme ad altri testimoni che con lui oggi potrebbero rischiare l'incriminazione per false dichiarazioni al pm prima, in tribunale poi.

Foto che analizzate in dibattimento dall'avvocato Caiazza, difensore di Del Turco, e mai in cinque anni dall'accusa, certificano come quelle «prove» definite «decisive» da un euforico procuratore capo Trifuoggi (insistiamo, nessun volto si riconosceva all'epoca) in realtà decisive sembrano esserlo a questo punto per l'innocenza di Del Turco.

L'analisi della numerazione progressiva delle immagini oscure, secondo quanto emerge dalla memoria informatica dell'apparecchio Panasonic, dimostra che le stesse sono state scattate non quel famoso 2 novembre 2007, nemmeno due giorni o una settimana prima, men che meno uno, due, tre mesi addietro, bensì a più di un anno di distanza, probabilmente a settembre 2006. Di fronte all'esposizione della consulenza tecnica difensiva redatta dal perito Giacomo Gloria, i pm, il consulente dell'accusa e financo il presidente del collegio sono rimasti visibilmente spiazzati.

La novità che manda all'aria un processo dalle fondamenta d'argilla, che non ha trovato un euro fuori posto agli imputati, con un supertestimone rinviato a giudizio per bancarotta a Chieti che già i carabinieri di Pescara volevano arrestare, è per certi versi definitiva. Perché? Seguiteci.

A verbale l'imprenditore Angelini racconta che dopo un anno e mezzo di incredibili vessazioni da parte degli amministratori della giunta Del Turco, con contestuale versamento di mazzette ai politici (6 milioni solo all'ex governatore) aveva confessato all'ignara e preoccupata moglie quanto gli andava accadendo. In aula la consorte ha confermato la versione del marito, aggiungendo che una volta venuta a conoscenza dell'«estorsione» (siamo ad ottobre 2007) lo aveva convinto a documentare il tutto.

Cosa che il marito farà di lì a poco, il 2 novembre 2007. L'autista e le due segretarie di Angelini, fornendo ulteriori dettagli specifici, avevano riscontrato quella doppia versione, e cioè che per il giorno dei morti del 2007 i soldi erano stati impacchettati e portati a casa di Del Turco a Collelongo. A domanda della difesa (che già sapeva di avere in mano la cronologia esatta delle foto nella macchinetta) i testimoni si erano dilungati nell'esposizione di circostanze riferibili solo a quel giorno di novembre del 2007, arrivando addirittura a compilare una dichiarazione scritta tre giorni dopo l'asserita dazione di denaro e giustificando il «ritardo» con le feste e il week end di mezzo.

La foto di oltre un anno prima spacciata per «prova regina» del novembre 2007 rischia di costituire non solo la prova della falsità dell'accusa ma anche quella dei testimoni. Perché può accadere che un teste si sbagli, anche se è difficile confondere non un giorno, ma un anno per l'altro. Più difficile è che tutti e cinque cadano in errore dopo aver detto perché il giorno «incriminato» era sicuramente il 2 novembre 2007.

Ma c'è di più. Non bastasse la cronologia delle foto la difesa ha convocato il titolare dell'impresa edile che realizzò una serie di lavori nella clinica di Angelini, lavori ripresi da ogni angolatura in altre foto temporalmente successive a quelle delle tangenti. Il teste ha riferito di aver svolto quei lavori tra l'estate e il novembre 2006, come peraltro riscontrato da fatture e atti giudiziari estrapolati da altre inchieste, mentre un architetto nel confermare che i lavori si svolsero nel 2006 ha aggiunto di aver visto l'autista di Angelini scattare alcune foto con un macchinetta. Tutto torna.

Per Angelini il peggio, però, potrebbe arrivare con l'interrogatorio del perito dell'inchiesta di Chieti dove l'imprenditore è a processo per bancarotta (e dove sono state documentate spese milionarie a dir poco folli). Se l'esperto in contabilità finanziaria dovesse dimostrare che i soldi prelevati dal re delle cliniche sui conti delle sue società invece di terminare nelle tasche di Del Turco&Co. finivano nelle sue, allora bisognerebbe iniziare a porsi seriamente qualche domanda sul perché si è dato credito totale alle sue parole.

E perché si è indagato a senso unico, anche sui viaggi di Angelini a Collelongo e non su quelli di Del Turco nei giorni «incriminati», visto che sempre ieri in aula, gli autisti dell'ex governatore, riscontrando vecchi rapporti di servizio, hanno dimostrato che il governatore abruzzese non poteva fisicamente essere dove Angelini ha giurato fosse. Il presidente, sempre più esterrefatto, ha accolto la richiesta della difesa di chiedere alla società Telepass gli estratti dell'auto di servizio di Del Turco. Così, giusto per offrire una prova in più alla vergogna degli scatti post datati a imperitura memory card.

 

Ottaviano Del Turco - Copyright PizziOttaviano Del TurcoNicola TrifuoggiVincenzo AngeliniOttaviano Del Turco

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA