GOVERNO GRILLINO - LA CANCELLIERI ANNUNCIA CHE IL DECRETO SULL’INCANDIDABILITÀ DEI PREGIUDICATI È QUASI PRONTO: “VARRÀ ANCHE PER LE REGIONALI DI GENNAIO” - FUORI DALLA POLITICA CHI È CONDANNATO IN VIA DEFINITIVA A PIÙ DI DUE ANNI PER REATI GRAVI O CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - NELLA LISTA ANDRÀ ANCHE L’APPROPRIAZIONE INDEBITA, ALTRIMENTI SI ESCLUDONO FIORITO E MARUCCIO (LUSI È ACCUSATO ANCHE DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE, CHE È GIÀ INCLUSA)…

Massimo Martinelli per "Il Messaggero"


Forse Franco Fiorito non se lo sarebbe mai immaginato che uno come lui, con quel soprannome da osteria ciociara, avrebbe lasciato il segno su una legge così importante. Perché anche se non tutto il decreto legislativo sulla incandidabilità dei politici è calibrato sul suo profilo, almeno un paio di commi si. Almeno per evitare di incontrarne altri come lui, nei consigli regionali, provinciali o comunali d'Italia.

E' questa una delle novità più importanti di un testo che ha visto la luce nel fine settimana appena trascorso, nelle stanze del prefetto Bruno Frattasi, capo segreteria del ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri. Tra oggi e domani quel testo sarà sottoposto per le ultime limature ai colleghi di Giustizia e Funzione Pubblica, Paola Severino e Filippo Patroni Griffi. Per poi prendere la strada delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato, che dovranno formulare obbligatoriamente un parere, seppure non vincolante, prima del passaggio nelle aule di Montecitorio e Palazzo Madama.

L'obiettivo è quello indicato ieri dalla titolare del Viminale: arrivare alle prossime elezioni con una legge già in vigore, che impedisca di ritrovare tra i candidati una sfilza di pregiudicati e arraffoni di vario genere. Le preclusioni sono sostanzialmente già nero su bianco. E tutte partono da un punto fermo: per scattare il divieto di candidatura, la sentenza deve essere passata in giudicato. Quindi deve essere confermata dalla Cassazione, oppure non deve essere stata appellata dal condannato.

L'unica deroga alla regola sulla definitività della sentenza riguarda i componenti delle commissioni pubbliche che gestiscono risorse finanziarie o che assegnano appalti pubblici con o senza gara: in questo caso, se hanno subito una condanna per reati contro la pubblica amministrazione sono fuori gioco anche se la sentenza non è definitiva.

Ma il vero spartiacque per gli aspiranti deputati e senatori e anche per chi è candidato ad una poltrona di ministro, è la condanna a due anni. Che poi è la stessa intorno alla quale ruota il beneficio della sospensione condizionale della pena. Chi incassa più di 24 mesi resta al palo, anche se l'ha patteggiata. Ma ovviamente il divieto non vale per tutti i reati del codice penale.

Il decreto legislativo, così come indicato in maniera stringente dalla delega, prevede innanzitutto i reati per quali è prevista la competenza della Procura distrettuale. Che sono associazione a delinquere, associazione a delinquere di stampo mafioso, il sequestro di persona a scopo di estorsione, la riduzione in schiavitù e la tratta di esseri umani e alcuni reati legati all'uso di sostanze stupefacenti e all'agevolazione dell'uso delle stesse. Sono inseriti poi tutti i reati che hanno finalità di terrorismo.

E, inevitabilmente, quelli che il codice penale ricomprende nel grande capitolo dei reati contro la pubblica amministrazione. Il più grave è certamente il peculato, che si consuma quando il pubblico ufficiale si appropria dei beni pubblici dei quali ha la disponibilità per motivi di lavoro. C'è poi la malversazione, che è lo stesso reato, con la differenza che i beni dei quali si appropria il pubblico ufficiale sono di un privato e non della pubblica amministrazione. Segue la concussione, la corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio, la corruzione in atti giudiziari, la corruzione di persona incaricata di pubblico servizio, istigazione alla corruzione, abuso d'ufficio, interesse privato in atti d'ufficio, omissione in atti d'ufficio, interruzione di pubblico servizio ed altri reati collegati.

Fin qui, il disegno legislativo segue in maniera precisa lo schema indicato dalla delega contenuta nel ddl anticorruzione. C'è poi la parte che il prefetto Frattasi ha delineato nei contorni, ma che richiederà un lavoro di rifinitura. Ed è quella che rischia di essere ribattezzata con il nomignolo del Batman di Anagni, Franco Fiorito.

Perché oltre ai reati tipici dei pubblici amministratori, che sono stati ben individuati nelle delega al governo, le cronache recenti hanno raccontato episodi di malcostume assolutamente sorprendenti anche per i più naviganti conoscitori di scandali giudiziari. All'ex cassiere della Margherita, Luigi Lusi, ad esempio, accusato di aver sottratto decine di milioni dalle casse del suo partito, è stata contestata l'appropriazione indebita, che è considerato un reato contro il patrimonio, alla stregua del furto.

E l'avvocato Taormina ha chiesto che venisse contestato lo stesso reato al suo cliente Franco Fiorito. Come anche hanno fatto i legali di Vincenzo Maruccio, cassiere dell'Idv della Regione Lazio, indagato per alcuni versamenti sospetti sui suoi conti personali con i soldi del partito. Così, dal momento che la delega al governo autorizza ad allargare la lista dei reati che determinano l'incandidabilità tendendo conto dell'allarme sociale che creano, anche una condanna per appropriazione indebita quasi certamente diventerà una buona ragione per restare fuori da governo e parlamento.

 

I MINISTRI SEVERINO E CANCELLIERIFilippo Patroni Griffi VINCENZO MARUCCIO FRANCO FIORITO luigi lusi

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO