UN PREMIER SOTTO SCHIAFFO/2 – IL GOVERNO DI NUOVO SOTTO AL SENATO SULL’OMICIDIO STRADALE: TROPPI INCIDENTI PER RENZI NELL’ULTIMO PERIODO – E IL PREMIER RIPASSA IL “PIANO B” CHE PORTA ALLE ELEZIONI ANTICIPATE

1.GOVERNO SFIATATO

Roberto Scafuri per “il Giornale

 

Qualcosa si è rimesso in movimento, tra i banchi del Parlamento e (soprattutto) nei corridoi felpati dei Palazzi. Il governo annaspa, tossisce, mostra i sintomi inequivocabili di un malessere profondo. Venuto alla luce ai raggi X delle Regionali, il morbo pare in grado di abbattere gli anticorpi del premier, che resta in prognosi riservata per Mafia Capitale. Non ci sono più numeri, in compenso cresce il nervosismo (ma anche la protervia degli emissari di Palazzo Chigi).

matteo renzi vladimir putin expomatteo renzi vladimir putin expo


«Renzi di nuovo sotto su omicidio stradale al Senato. Il Vietnam continua», registra il tweet del capogruppo azzurro alla Camera, Renato Brunetta. Il premier investito ancora sulle comode strisce pedonali del Parlamento: incidente di percorso o guerriglia che sia, non è certo colpa dei «gufi» se il governo sbaglia di continuo strada.

 

La plastica caduta su due emendamenti in aula al Senato di ieri potrà essere riparata alla Camera in seconda lettura, eppure lo svolgimento della seduta sull'introduzione dell'«omicidio stradale» lasciava cogliere tutti i segni di quel qualcosa che non va. Debolezza nelle logiche, nelle politiche, nelle persone.


Accadeva nel pomeriggio, dopo il respingimento delle richieste di modifica del calendario. «Arrivano altri 3.500 profughi dalla fame, dalla miseria, dalle guerre - aveva argomentato il capogruppo forzista Romani - E tutto questo accade nella totale e assoluta indifferenza del governo, per il quale non c'è emergenza». Chiara la difficoltà sul tema, rinviato a un'audizione del 24 giugno in commissione, come annunciava con sufficienza la ministra Boschi.

giovanni toti matteo renzigiovanni toti matteo renzi

 

Si passava quindi all'«omicidio stradale»: fattispecie delicata e controversa, più per questioni di buonsenso che per diversità ideologiche. Anche se il viceministro Nencini in mattinata non aveva dato certo un bel segnale, affermando di «guardare sempre con attenzione alla piazza». Uguale atteggiamento mostrava il sottosegretario alla giustizia Ferri, un fedelissimo di Renzi. I suoi pareri contrari finivano per assumere il tono della sfida persino per i compagni di partito.

 

Il risultato si vedeva nel voto a due emendamenti, uno proposto dal Pd Filippi: 189 sì contro 46 no; 172 sì contro 56 no. Escluso così a furor d'aula l'iniquo inasprimento della pena (da 7 a 10 anni) nei casi di incidenti mortali provocati per il passaggio con semaforo rosso e inversione di marcia. Magari anche implicito avvertimento per lo stesso Renzi a stare un po' più attento: invertire la marcia non sempre è un reato capitale.

cosimo maria ferri cosimo maria ferri

 

 

2. FUOCO INCROCIATO SU RENZI: PREMIER MAI COSI’ DEBOLE

Adalberto Signore per “il Giornale

 

Con buona pace della narrazione renziana, per il premier è davvero arrivato il momento più difficile da quando, quindici mesi fa, si è insediato a Palazzo Chigi. Mai come prima, infatti, Matteo Renzi è sotto assedio. Un vero e proprio fuoco incrociato, che lascia pochi spazi di manovra e di riflessione. Perché i fronti aperti sono tanti, forse troppi. E perché non c'è giorno che non abbia la sua pena.

 

VINCENZO DE LUCA - MATTEO RENZIVINCENZO DE LUCA - MATTEO RENZI

Che sia la frenata alle regionali, l'affaire De Luca in Campania, la fronda del Pd in agitazione sulla scuola, l'inchiesta sul sottosegretario di Ncd Giuseppe Castiglione, l'offensiva del centrodestra sull'immigrazione, il riaccendersi dello scandalo Mafia Capitale con Ignazio Marino sempre più in bilico oppure, ultimo in ordine di tempo, la richiesta di arresto per Antonio Azzollini, presidente della commissione Finanze del Senato da quasi quindici anni. Il suo nome è poco noto alle cronache, ma si tratta di uno dei veri potenti di Ncd, dal bon ton piuttosto raffinato se arriva a minacciare le suore della casa di cura Divina Provvidenza con un «da oggi qui comando io, se no vi piscio in bocca».

ANTONIO AZZOLINIANTONIO AZZOLINI


Per Renzi, dunque, un vero e proprio accerchiamento. Così improvviso e così energico che c'è chi inizia a temere si tratti di qualcosa di più di semplici coincidenze. La storia recente, d'altra parte, insegna che quando gli intoppi si vanno moltiplicando senza soluzione di continuità c'è da preoccuparsi. E il premier, infatti, lo sta già facendo. Consapevole che il “piano B” che porta alle elezioni anticipate potrebbe comunque scattare.


D'altra parte, l'assedio ad Angelino Alfano inizia ad essere massiccio. Non solo per la vicenda del sottosegretario Castiglione sulla gestione del Cara di Mineo o per la richiesta di arresto di Azzollini per il crac della Divina Provvidenza, ma pure perché nelle intercettazioni di Mafia Capitale è lo stesso ministro dell'Interno ad essere tirato in ballo.

 

zenga consegna a castiglione la maglia del cataniazenga consegna a castiglione la maglia del catania

Che Ncd possa uscirne con le ossa rotte, insomma, non è più un'ipotesi di scuola. Come che Renzi alla fine sia costretto a lasciare Alfano a se stesso nonostante sia proprio il titolare del Viminale a tenere in piedi il governo. Che al Senato ha nove voti di maggioranza a fronte dei 36 senatori del gruppo di Ncd.


Il premier, insomma, farà buon viso a cattivo gioco pur di tenere vivo l'asse con Alfano. Almeno finché gli sarà possibile, considerando che la capacità di sopportazione dell'elettorato Pd - inferocito per la vicenda Mafia Capitale - ha ormai passato il segno.

 

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