matteo salvini giorgia meloni berlusconi balneari

IL GOVERNO SI E’ SPIAGGIATO! L’EUROPA IN PRESSING SULL'ITALIA: BASTA PROROGHE, LIBERALIZZATE LE CONCESSIONI BALNEARI MA LA MELONI PRENDE TEMPO VISTO CHE LEGA E FORZA ITALIA NON RITIRANO GLI EMENDAMENTI PER IL RINVIO DELLE GARE - TRA I "BERLUSCONES" NESSUNO HA DIMENTICATO QUELLO CHE È SUCCESSO DURANTE IL GOVERNO DRAGHI, QUANDO MELONI GRIDÒ AL TRADIMENTO PER LA MEDIAZIONE TROVATA TRA LE FORZE DI MAGGIORANZA – AD AGITARE I BALNEARI IL FATTO CHE LE DELEGHE SULLE SPIAGGE NON SIANO STATE ASSEGNATE…

Estratto dell'articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”

 

berlusconi meloni

Anche se non rientra tra gli obiettivi del Pnrr, l'Italia deve mettere a gara le concessioni balneari. Un'ulteriore proroga di quelle attualmente in vigore comporterebbe una violazione della direttiva europea Bolkestein, come sancito da una sentenza del luglio 2016 della Corte di Giustizia dell'Ue.

 

La Commissione lo ha ribadito ieri attraverso un suo portavoce, ma il governo ne è ben consapevole, tanto che sulla questione è in corso un'interlocuzione sull'asse Roma-Bruxelles dalla quale emerge che non ci sono margini per prorogare le concessioni in scadenza il 31 dicembre 2023. A meno che non si voglia aprire un nuovo fronte di scontro con l'Ue.

 

concessioni balneari

La stessa premier Giorgia Meloni sembra intenzionata a muoversi con i piedi di piombo. «Io non ho cambiato idea sul tema della difesa dei nostri imprenditori balneari da una direttiva che secondo me non andava applicata in quel settore» ha premesso ieri la leader di Fratelli d'Italia, che dall'opposizione aveva condotto una dura battaglia contro l'applicazione della Bolkestein, ma che ora deve fare i conti con la realtà.

 

SALVINI BERLUSCONI MELONI

«La questione è molto complessa – ha riconosciuto – e il punto è capire quale sia, nell'attuale situazione, la soluzione più efficace a livello strutturale. Sto lavorando a una soluzione che non sia temporanea, per questo stiamo convocando intanto i partiti di maggioranza per ragionare insieme e poi convocheremo le associazioni dei balneari». I rappresentanti della categoria – soddisfatti per il chiarimento relativo agli obiettivi del Pnrr – sostengono però che la soluzione strutturale auspicata dalla premier richiede tempo e che per questo deve per forza di cose passare da un'ulteriore proroga delle concessioni.

 

 

(…)

 

 

IL SENTIERO STRETTO DELLA PREMIER

Francesco Olivo per “la Stampa”

 

(..)

 

concessioni balneari

Meloni, nella riunione di oggi con la maggioranza, spera di poterne uscire e ha chiesto il miracolo a Raffaele Fitto, l'uomo dalle missioni spericolate.

 

 Il ministro degli Affari europei sta trattando con l'Ue, sperando di poter strappare qualcosa, ma il margine è poco. In un momento così l'ultima cosa da fare è irritare l'interlocutore e questo, secondo Meloni, sarebbe chiedere l'ennesima proroga alle gare per le concessioni, non più 2024, ma 2025. L'insidia, quindi, oggi è rappresentata dagli emendamenti che Forza Italia e Lega hanno presentato al decreto Milleproroghe e che non hanno nessuna intenzione di ritirare.

concessioni balneari

 

«Nessuno ce lo ha chiesto», spiega Maurizio Gasparri, senatore azzurro e storico difensore della categoria. Anche il Carroccio mantiene gli emendamenti, come conferma il capogruppo in Senato Massimiliano Romeo, specificando che le decisioni possono cambiare dopo l'incontro annunciato dalla premier con le categorie.

 

(...) In Forza Italia nessuno ha dimenticato quello che è successo durante il governo Draghi, quando Meloni gridò al tradimento per la mediazione trovata tra le forze di maggioranza, fare le gare dando molti vantaggi agli attuali titolari delle concessioni.

 

Sono passati nove mesi, ma sembra una vita: «Ci hanno detto di tutto, si sono presi i voti della categoria e ora sta a loro trovare una soluzione». Nessuno crede che si possa incontrare una mediazione possibile tra il «fare le gare» e il «mai le gare». L'unica strada, secondo Gasparri, è chiedere la proroga di un anno, puntando sul ritardo nella mappatura, che secondo il provvedimento del governo Draghi, è la premessa per poter indire le gare: «Il monitoraggio è ancora in corso, non è stato completato ed è fondamentale per verificare se siamo di fronte a una risorsa scarsa oppure no, come noi pensiamo che sia». Se non lo fosse, infatti, salterebbe il principio della direttiva Bolkestein. Ma l'argomento per il momento non ha fatto breccia a Bruxelles ed è difficile che qualcosa possa cambiare adesso.

salvini meloni berlusconi piazza del popolo 2

 

C'è anche un'altra questione che mette in agitazione la categoria e la maggioranza: le deleghe su questa materia non sono state assegnate.

 

Sin dal giuramento al Quirinale, Daniela Santanché, ministra del Turismo, aveva fatto sapere di voler rinunciare per sgombrare il campo da un evidente conflitto di interesse (è un'imprenditrice del settore). Ma quelle competenze non le ha prese nessuno, non il ministero delle Infrastrutture di Matteo Salvini, e nemmeno Nello Musumeci, ministro del Mare, «evidentemente è un mare senza spiagge», ironizzano in Senato.

concessioni balneariconcessioni balneari

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI 66concessioni balneari concessioni balneari 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....