marco minniti e matteo renzi

ASSEDIO A RENZI – I BIG DEL PD VOGLIONO UN’ABIURA E TORNARE CON BERSANI E D’ALEMA – MINNITI, IN SILENZIO, E’ SULLA RIVA AD ASPETTARE CHE SFILI IL CADAVERE DI MATTEO: VELTRONI LO SPONSORIZZA – ORLANDO PUNTA SU GENTILONI, FRANCESCHINI GIUDICA “INELUDIBILE” UN ACCORDO CON MDP

 

Tommaso Ciriaco per la Repubblica

 

RENZI DOPO VOTO SICILIA

L' operazione ribaltone è in campo, il problema è che i "congiurati" remano senza un briciolo di sincronia. «Dopo questa sconfitta è impossibile fare finta di nulla - detta la linea ai suoi Andrea Orlando - Matteo deve capire che così si perde. Dobbiamo allargare il centrosinistra, individuando una figura capace di unire la coalizione». Ha in mente Paolo Gentiloni, anche se il diretto interessato non ha alcuna intenzione di "sacrificarsi".

 

La spalla ideale del piano sarebbe Dario Franceschini, che però nel day after della disfatta chiama Renzi per avvertirlo di quanto dirà per smarcarsi: «L' accordo con i bersaniani è ineludibile, oppure saremo destinati alla sconfitta. Ma nessuno mette in discussione la leadership del segretario». Solo il segnale di un padre nobile del Pd, a questo punto, potrebbe spostare davvero gli equilibri. Tutti attendono un cenno di Walter Veltroni, che stasera presenterà il suo libro a "Cartabianca". E che coltiva un legame sempre più stretto con l' altro vero "indiziato" per un' eventuale staffetta alla guida del centrosinistra: Marco Minniti.

MINNITI

 

Tessere una tela attorno al Nazareno, per costringere il segretario all' alleanza con Mdp e sfilargli anche la pettorina da candidato premier: questo è il sogno degli antirenziani di vecchio e nuovo conio. «Se Renzi decide davvero di fare spazio a Gentiloni - sorride Denis Verdini, a zonzo nel cuore della Capitale - vedrete che Paolo farà come il nonno, quello del patto Gentiloni: favorirà un nuovo accordo di sistema...».

 

La verità è che il progetto a favore dell' attuale premier assomiglia a una mission impossible. Prevede innanzitutto una raffica di "sfiducie pubbliche" contro il segretario dem, travestite da appelli alla responsabilità. Dovesse fallire, il Guardasigilli lancerebbe anche un piano B, che ha la forma dell' arma finale: un evento politico aperto alla galassia di sinistra per una nuova, clamorosa frattura nel campo del centrosinistra.

renzi franceschini

 

L' operazione ribaltone si trasmette come un virus sul display degli altri ministri dem. E conquista alleati nella classe dirigente battuta da Renzi. Tra loro c' è Gianni Cuperlo, che spinge per affidare a una commissione di figure super partes la ricerca dell' unità. «Il voto siciliano - spiegava ieri a un collega in Transatlantico - dice che Pd e Mdp hanno perso entrambi. A questo punto "Houston, abbiamo un problema". E dalla terra non possiamo discutere su chi ha sbagliato a costruire la navicella, dobbiamo mettere in salvo il centrosinistra, altrimenti la sconfitta sarà tragica».

 

Per riuscire nell' operazione, però, servirebbe arruolare alla causa almeno Franceschini. Il ministro per adesso si muove con cautela. Nulla di strano, come tutti conosce le leggi della politica e ha ben chiaro il potere affidato dal Rosatellum al segretario nella costruzione delle liste. L' accorato appello all' unità con Mdp, non a caso, va a braccetto con il riconoscimento della leadership renziana.

CONVENZIONE PD CUPERLO RENZI

 

Il nodo, ovviamente, resta quello della premiership. E anche su questo punto il ministro della Cultura procede con passo felpato: «Non mi sembra un problema, è stato Renzi a dire che non è necessario che sia lui il candidato premier». Il punto è che i bersaniani considerano insufficiente "depotenziare" il ruolo del segretario per siglare un' intesa. Mdp pretende una "discontinuità" netta, che significa mettere da parte Renzi a favore di un nuovo candidato unitario a Palazzo Chigi.

 

Giuliano Pisapia, intanto, continua a pensare che dopo il voto sull' Isola il tappo possa saltare per davvero. Ma siccome il rebus diventa di ora in ora più infernale, l' ex sindaco incontra Grasso e discute della strada più agevole per avviare un progetto comune. La guida sarebbe affidata proprio al Presidente del Senato, che nel frattempo duella ruvidamente con i renziani: «Imputarmi il risultato siciliano mette in chiaro - è una patetica scusa, utile solo ad impedire altre e più approfondite riflessioni».

DALEMA VELTRONI

 

Per paradosso, insomma, i tentennamenti nel Pd rafforzano il progetto di una sinistra "da Vendola a Pisapia", nonostante la brutta performance sull' Isola. È la linea dello scontro finale sostenuta ormai da mesi da Massimo D' Alema. Toccherà ai bersaniani, già oggi, riunire la direzione nazionale del nuovo soggetto per pianificare le prossime mosse in vista dell' assemblea pubblica in agenda il prossimo 19 novembre, il punto di non ritorno nel progetto di un' alternativa di sinistra.

prodi dalema

 

Soltanto un miracolo, a questo punto, può fermare questa dinamica fratricida. Oppure una levata di scudi generale contro il leader di Rignano. In questo scenario, la "carta Minniti" potrebbe spuntare dal mazzo. Con il passare delle ore, il titolare del Viminale conquista consensi crescenti nel Pd. Stuzzica la voglia di unità di una fetta rilevante di sinistra. Consolida il feeling con Veltroni. Ed è pronto a far pesare la rete di rapporti istituzionali e internazionali coltivati nell' ultimo ventennio. La sfida è aperta.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?