GRATTERI GRATTA VIA LA FALSA DEVOZIONE DEI BOSS: “I MAFIOSI USANO LA RELIGIONE E LE FESTE PATRONALI PER AVERE LEGITTIMAZIONE SOCIALE. MACCHÈ FEDE, È SOLTANTO VANITÀ’’

Testo tratto dal libro di Nicola Gratteri "Acqua Santissima" ripreso da "il Giornale"

 

NICOLA GRATTERINICOLA GRATTERI

Quella della 'ndrangheta è una storia di relazioni che si intrecciano continuamente per mantenere la presa sul territorio. Senza legittimazione e consenso sociale, i clan resterebbero asfittici, morirebbero per mancanza d'aria. «Fintantu chi sugnu papa, papiju», ovvero fino a quando sarò papa, farò il papa, diceva Peppino Piromalli, potente boss di Gioia Tauro, parlando con il suo avvocato.

 

Anche la ricchezza è funzionale al potere. Comandare è una gratificazione assoluta. Nel libro La famiglia Montalbano, scritto nel 1945, ma pubblicato solo nel 1973, l'autore, Saverio Montalto, descrive la 'ndrangheta come una mafia estremamente moderna, in cui convivono il sindaco del paese, il parroco, il medico, gli avvocati e i proprietari terrieri. Tutti sono «amici degli amici», gente che ama farsi vedere, che vuole contare e comandare. D'altronde, come fa notare Corrado Alvaro nel 1955, gli 'ndranghetisti «non erano considerati gente da evitare e non tanto per timore, quanto perché formavano uno degli aspetti della classe dirigente, il potere occulto, creato dalla violenza».

 

PROCESSIONE MADONNA MAFIAPROCESSIONE MADONNA MAFIA

È da questo grumo di potere che bisogna partire per comprendere la 'ndrangheta e la sua fitta rete di relazioni. Nella logica del controllo del territorio, la visibilità conta, ma soprattutto serve. Pertanto, accanto a preti in cotta e stola, sindaci, maggiorenti del paese, i boss, da sempre, amano mostrarsi. Sono «devoti e caritatevoli, filantropi e benefattori» ma, soprattutto, cercano «di dare una rappresentazione verosimile della loro religiosità». È un modo di pensare largamente diffuso. Tra mari, monti e case in bilico sui dorsi dell'Aspromonte e della Sila, pochi paesi riescono a sottrarsi all'influenza e al controllo delle 'ndrine.

 

«Aundi tagghi, tagghi, scula 'ndrangheta», ovunque tagli, tagli, gocciola 'ndrangheta, recita un vecchio adagio. È una pervasività che, in alcune zone, toglie, addirittura, il respiro. Annota la Direzione nazionale antimafia, nella sua relazione annuale del 2012: «La 'ndrangheta (...) vive in un mondo che non è solo fatto di omicidi e traffici globalizzati, ma di una cultura che ha al suo centro anche Madonne, Santi e riti parareligiosi. E ciò, in Calabria, avviene da generazioni. In ampi strati della coscienza collettiva si è stratificata l'idea che la legittimazione sociale della 'ndrangheta, il suo essere una inevitabile componente della società calabrese, trovi un supporto anche nel sentire religioso».

PROCESSIONE PROCESSIONE

 

Non è infrequente vedere statue di santi in processione fatte sostare e perfino inchinare davanti ai balconi dei boss, mafiosi che gestiscono comitati civici per l'organizzazione delle feste patronali, venditori ambulanti sistematicamente taglieggiati durante quei giorni, fuochi d'artificio espressioni della potenza economica e della capacità di spesa dei clan. (...)

 

Per Alessandra Dino, sociologa dell'Università di Palermo e autrice del libro La mafia devota, si tratta di uno strumento «attraverso cui il rapporto tra benefattore e beneficato si salda in un legame di deferente riconoscenza del secondo in favore del primo, all'insegna di un vincolo di devozione feudale non diverso da quello particolarissimo che lega e rinsalda i legami di clientelismo mafioso».

 

Solo nell'ottobre del 1992 monsignor Giuseppe Agostino, arcivescovo di Crotone e Santa Severina, torna a parlare di processioni e, in una lettera inviata ai parroci della sua diocesi, scrive: «Non possiamo nasconderci che in alcune parrocchie della nostra diocesi, soprattutto nel passato, ma ancora nel presente, dentro i comitati di festa e tra i portantini – ritenuti àmbiti prestigiosi – vi siano state e vi siano persone che, nell'opinione pubblica, sono indicate come appartenenti a organizzazioni mafiose».

PROCESSIONEPROCESSIONE

 

Anche questa volta, l'atto d'accusa non incide più di tanto, nonostante l'obbligo di sciogliere comitati e associazioni di portantini per «evitare che decisioni così gravi siano lasciate alla responsabilità o alla timidità di singoli parroci e comunità parrocchiali». «Non fece vittime» ricorda oggi un prete sensibile ai temi della legalità, riferendosi al decreto di monsignor Agostino.

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)