giuseppe conte grecia spread titoli di stato

MA NON È CHE DIETRO ALLO SPREAD CON LA GRECIA C’È UN GIOCO SPECULATIVO, COME AL SOLITO? PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA I TITOLI DI ATENE SUPERANO QUELLI ITALIANI, E IL MESSAGGIO AL NOSTRO PAESE E' DA BRIVIDI. I RATING DELL'ITALIA SONO APPENA SUPERIORI AL LIMITE CHE LA BCE ESIGE PER COMPRARE I TITOLI DI STATO

Franco Bruni* per “la Stampa”

*Senior Professor, Department of Economics, Bocconi University Vice President, Italian Institute for International Political Studies (ISPI)

SPREAD TITOLI DI STATO ITALIA GRECIA - IL SORPASSO

 

Mercoledì 18 lo spread fra i titoli di Stato greci e quelli italiani è stato negativo di quasi 6 punti base (ieri in riduzione): il rendimento dei titoli greci a 10 anni è sceso sotto l' 1.3% lasciando quello italiano lievemente sopra. Appena quattro anni fa, dopo la crisi dell' Eurozona con più di una ristrutturazione del debito della Grecia e il Paese a un passo dall' uscita dall' euro, era attorno ai 1700 punti.

 

troika grecia

Da tempo il costo del debito greco si stava avvicinando a quello italiano. Ma non è anomalo che sia meno caro indebitarsi per un Paese che, rispetto all' Italia, ha un grado di sviluppo economico-finanziario, tecnologico e commerciale molto inferiore, ha sofferto per anni una tragica crisi che ne ha precipitato il tenore di vita e la credibilità internazionale indebitandolo con le istituzioni internazionali? Proviamo a rispondere guardando a cinque fatti.

GRECIA TORNA AL BARATTO

 

Primo: i mercati premiano i dati macroeconomici che migliorano in Grecia e peggiorano in Italia. La crescita, nettamente superiore in Italia nel 2015-16, nel 2017 è stata di poco inferiore in Grecia dove dal 2018 è il 2% mentre in Italia è scesa sotto l' 1% e va verso zero. Quel che più conta è che per almeno cinque anni la Grecia è prevista crescere più di noi. L' altro successo della Grecia è anche la sua maggior pena, l'«austerità»: l' avanzo del bilancio pubblico al netto del costo del debito. Cresciuto rapidamente fino a più del 4%, è ora sopra il 3% e previsto rimanere sopra il 2% nel prossimo quinquennio. In Italia è meno dell' 1,5% e previsto scendere fino quasi ad annullarsi nel 2024.

tsipras e la merkel xxx028049a

 

Dunque: per quanti danni abbia fatto l' austerità imposta dai creditori alla Grecia, non le impedisce di crescere molto più di noi e il doppio della media dell' area dell' euro. Il debito pubblico greco è ancora maggiore che in Italia (177% contro 133% del Pil) ma ciò diventa meno importante per i mercati: la maggior crescita e il maggior avanzo di bilancio ridurranno rapidamente la differenza.

 

grecia – olive e feta

Secondo: la Grecia è uscita dalla tutela della «troika» da più di un anno, riconquistando l' accesso ai mercati senza aver mai beneficiato degli acquisti di titoli della Bce che non l' ha ancora ammessa al «quantitative easing». Per l' ammissione dovrà migliorare i rating del suo debito che sono peggiori dei nostri. Ma i mercati sentono che ciò è possibile e probabile. I rating dell' Italia, che ha visto massicci acquisti di titoli dalla Bce, sono diminuiti negli anni, previsti con pessimismo e appena superiori al limite che la Bce esige per comprare i titoli. A tratti i mercati temono che possano scendere addirittura sotto tale limite.

 

greciareferendum in grecia acropolis cc2fe199

Terzo: non è escluso che i mercati stiano esagerando nel premiare la Grecia. Con l' eccesso di liquidità alla ricerca di sbocchi, le politiche monetarie espansive in tutto il mondo e i tassi di interesse molto bassi o negativi, la distinzione fra i rischi tende ad appannarsi e cresce la voglia di fare scommesse potenzialmente redditizie ma pericolose. Giocare speculativamente la Grecia contro l' Italia può essere una di queste scommesse.

GIUSEPPE CONTE GIOCA CON I CANI

Quarto: l' instabilità politica, alta in entrambi i Paesi, in Italia soffre di accelerazioni improvvise ed è complessa da valutare per i comportamenti incoerenti e discontinui dei partiti.

 

referendum in grecia tsipras 79e81df4

Quinto: la Grecia ha corretto i suoi squilibri sotto la guida forzata e spietata delle istituzioni internazionali che rappresentano i suoi creditori. L' Italia esita a correggere e riformare. Per ora ha evitato l' assistenza dell' Ue e del Fmi e la loro etero-direzione. Per continuare a evitarla dovremmo però adottare spontaneamente piani pluriennali di aggiustamento e miglioramento strutturale incisivi e credibili: questo ci consentirebbe forse di avere dall' Ue forme di assistenza innovativa e non invasiva per finanziare investimenti, aiutare la gestione della disoccupazione, rinsaldare le banche.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?