L’ALEXIS FURIOSO – TSIPRAS OGNI SERA CHIAMA I COMPAGNI NELLA SEDE DI SYRIZA E SPESSO SONO GRANDI URLACCI – NON CHE CE L’ABBIA CON QUALCUNO IN PARTICOLARE, “LO FA PER SFOGARSI I NERVI”, RACCONTANO – LA SUA ASCESA NON HA MAI AVUTO INTOPPI, MA CON UNA COME LA MERKEL NON CI SI IMPROVVISA

Federico Fubini per “Il Corriere della Sera

 

tsipras eurogruppotsipras eurogruppo

A sinistra di un negozio cinese di abiti da donna a dieci euro, di fronte a un vespasiano pubblico coperto di graffiti, accanto a un’auto blu un po’ ammaccata, c’è un posto dove il telefono squilla tutte le sere. Dall’altra parte c’è Alexis Tsipras, ovunque si trovi in quel momento. A fine giornata il premier greco ha l’abitudine di chiamare la sede di Syriza per fare il punto con i fedelissimi e in questi giorni lo ha fatto da Bruxelles. A ricevere le sue chiamate ci sono uomini visibilmente consumati dalla tensione, a corto di ore di sonno, consapevoli che, se tutto continua così, lunedì mattina i greci potrebbero formare lunghe code davanti alle filiali delle banche. La parete che separa gli abitanti di Atene dal panico non è mai stata così sottile.

 

varoufakis e tsiprasvaroufakis e tsipras

Tsipras invece, almeno in superficie, resta calmo. Non è mai stato emotivo come i militanti che lui chiama tutte le sere, i ragazzi con i quali è cresciuto e ha fatto politica negli ultimi venti anni. «Lui è sempre stato freddo, lucido su quello che vuole, difficile da intimidire. Un giocatore di scacchi», dice ai piani alti del palazzo di Syriza un dirigente che preferisce restare anomimo. Con Tsipras lui ha fatto molta strada in poco tempo, e senza dubbio né l’uno né l’altro avevano previsto di trovarsi qui: potenti in Grecia, ininfluenti in Europa, schiacciati dalla responsabilità di compiere entro poche ore una scelta che può rovinare il Paese per i prossimi vent’anni e l’architettura dell’euro per sempre.

 

tsipras e partnertsipras e partner

Un altro che non sia Tsipras, forse avrebbe già pubblicamente perso la testa. Specie se quarantenne, senza un mestiere al di fuori dalla politica, privo fino a poco fa di esperienza del mondo esterno al suo Paese. Ma il premier greco no. Il suo coetaneo Andreas Karitzis, un ingegnere che siede nel comitato centrale di Syriza e ha condiviso con lui 18 anni di militanza, sul conto di Tsipras ha poche parole: «È sempre lo stesso vecchio bastardo che ho conosciuto — dice —. Quando è sotto stress per qualche motivo e tu non c’entri niente, finisce che si mette a gridare contro di te. Non ce n’è ragione, sta solo scaricando i nervi».

 

Nelle ultime settimane di queste urla contro terzi — dicono — se ne sono sentire in dosi allarmanti al Maximos, il palazzo del primo ministro. Tsipras viene da un mondo più semplice di quello dei negoziati monetari ed è rimasto nel suo ambiente d’origine fino ad anni recenti. Ancora nel 2004 era leader del gruppo giovanile di Synaspismos, il piccolo cartello di sigle della sinistra radicale predecessore di Syriza, e a quel tempo gestiva in tutto non più di 150 iscritti.

 

tsipras e bettytsipras e betty

Prima ancora, si era buttato in politica negli anni del liceo sotto casa. L’edificio scolastico oggi è un po’ male in arnese: si trova a Ampelokipi, un quartiere abitato da un ceto medio che mostra i segni di degrado di una recessione durata già sette anni. Lì è cresciuto Tsipras, fra strade strette e silenziose, case piccole, piccoli caffè, gli amici di sempre.

 

E da lì l’ascesa è stata rapida, senza mai incontrare ostacoli insormontabili. «È stato abile e fortunato», nota il compagno di militanza Andreas Karitzis. Nel 2006 viene candidato dal leader di Syriza Alekos Alavanos come sindaco di Atene, e lui raddoppia i voti. Nel 2009 ha già scalzato Alavanos — che da anni non gli parla più — poi arriva la Grande Recessione e fa il resto. «In questi anni Tsipras è stato il solo volto nuovo, non compromesso, dunque la sua ascesa è stata fulminea», ammette un compagno.

 

tsipras bambino   atenetsipras bambino atene

Di quegli anni di formazione Tsipras ha portato con sé nel palazzo presidenziale l’abitudine di circondarsi solo degli amici fidati. Oggi sono Alekos Flabouraris, un partner d’affari del padre di Tsipras nel settore dei piccoli appalti pubblici, l’avvocato dell’élite degli oligarchi greci Spiros Sagas, e Nikos Pappas: quest’ultimo, coetaneo di Tsipras, erede di una dinastia di combattenti comunisti. Sono Flabouraris (che i figli del premier chiamano «nonno»), Sagas e Pappas a schermare il premier dagli urti del mondo esterno, capaci di farsi ascoltare da lui più di qualunque ministro greco o leader europeo.

 

tsipras al secondo anni di universitatsipras al secondo anni di universita

Dal mondo della militanza, Tsipras però dev’essersi portato nel Maximos anche un altro retaggio: la fiducia che tutto per lui procederà sempre bene. «Alexis pensa in positivo — dice Karitzis — anche di fronte ai burocrati neoliberisti di Bruxelles». Non aveva però fatto i conti con Angela Merkel, impermeabile a minacce da assemblea studentesca come la richiesta alla Germania di indennizzi per la guerra. Né aveva previsto la fuga dei risparmi dei greci dalle banche, per un numero di miliardi (35) che si avvicina ai punti di gradimento di Syriza nei sondaggi (40).

 

In queste sere, i compagni aspettano ancora la telefonata del premier nella sede di Syriza. Ma neanche loro possono escludere che saranno solo urla.

 

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