SOLO GRILLO PER LA TESTA? - DOLORI E DELUSIONE PER PIZZAROTTI, CHE DA SMANETTONE DI PC È STATO CATAPULTATO A DOVER GOVERNARE UNA CITTÀ COME PARMA, SOMMERSA DA 1,2 MLD € DI DEBITI - LA FORMAZIONE DELLA GIUNTA È UN CALVARIO, LA STORIA DELL’INCENERITORE È UNA SPADA DI DAMOCLE, MENTRE GLI IMPRENDITORI SCALPITANO E L’OPPOSIZIONE PREVEDE UN TONFO A CINQUE STELLE. MA C’è CHI SCOMMETTE SUL GRILLO SALVATORE: “QUALCOSA SI INVENTERÀ: SE FALLISCE QUI, GLI SALTA IL BANCO...”

Francesco Alberti per il "Corriere della Sera"

L'unica cosa a cinque stelle, nel senso d'eccellenza, per ora sono i debiti. Da vertigine. La relazione che il commissario prefettizio Mario Ciclosi ha lasciato sul tavolo del sindaco grillino Federico Pizzarotti, prima di cedergli l'ufficio di piazza Garibaldi, farebbe tremare i polsi a manager di altro pelo: figurarsi al discepolo di Grillo, che qualche pizzicotto ancora se lo dà per metabolizzare l'idea di essere il padrone di Parma. Seicento milioni il rosso lasciato dalla precedente giunta Vignali?

Magari! Il buco certificato dal commissario, al netto delle interpretazioni contabili, oscilla tra gli 846 milioni e, se si considerano anche le partecipate, 1 miliardo e 199 milioni. Crudele, a dir poco, chi ora accusa il sindaco Pizzarotti, che questi numeri horror li ha in mano da una settimana, di aver aspettato solo ieri prima di renderli pubblici: «Poveretto, il tempo di riprendersi...» ironizzano sotto i Portici del Grano.

Già, il tempo. Sta diventando un'ossessione per questo esperto di informatica, dipendente di una banca a Reggio Emilia, catapultato dalle urne al vertice di una città che, alla crisi mondiale, ha aggiunto sciagurate varianti locali. Tutti a stargli addosso: e allora, questa giunta? E l'inceneritore? E quando fiorisce il grillismo in salsa parmigiana? D'accordo, in 11 giorni di fascia tricolore si è visto praticamente niente, se si esclude la scelta dell'assessore al bilancio, Gino Capelli, 48 anni, subito fulminato dal consigliere pd, Massimo Iotti: «Un esperto di diritto fallimentare: incoraggiante con i debiti che ci sono...».

Però bisogna capirli: avevano comprato un biglietto del treno e si sono ritrovati padroni delle Ferrovie. «Non ce l'aspettavamo, ma vi stupiremo...» dice Mauro Nuzzo, uno dei 20 consiglieri comunali che vigilano come pretoriani sul sindaco in rodaggio. Che a sua volta assicura: «A giorni presenteremo la giunta».
Forse sabato. Sicuramente entro il 14 giugno: lo impone la legge.
«Le 5 Stelle già brillano meno...» malignano in certi ambienti un po' snob. Magari non è così. Però che qualcosa si sia incartato è evidente.

Dei super consulenti sbandierati prima del ballottaggio, nomi di spessore come Loretta Napoleoni, economista di fama internazionale, Maurizio Pallante, esperto di energia ecologica, o l'analista finanziario Pierluigi Paoletti, non c'è traccia. «Non ci vogliono mettere la faccia, troppo rischioso...» sibilano dal Pd, che ancora non si è ripreso dalla sconfitta e ha il dente avvelenato. In posizione defilata, Arrigo Allegri e Pietro De Angelis, i due avvocati della crociata contro l'inceneritore (sul cui azzeramento, promesso da Pizzarotti, pende una penale da 180 milioni). Il toto assessori, poi, è stato un susseguirsi di corto circuiti.

A parte la retromarcia su Valentino Tavolazzi, stimato da Pizzarotti ma espulso da Grillo, per la Cultura sono stati sparati tre nomi, bruciandoli tutti e tre e offrendo il fianco alle opposizioni: «Gente della casta: e sarebbe il nuovo?». Macchinosa anche l'idea dei curriculum online per la scelta degli assessori. I grillini assicurano che «i colloqui sono in corso». Ma perfino il Pdl, che pur di differenziarsi dal Pd promette un'opposizione soft («Guarderemo i fatti»), storce il naso: «In un assessore conta la capacità politica» dice Paolo Buzzi.

Gli industriali? Ruvido il presidente Giovanni Borri: «Il Comune saldi i debiti con le aziende». Mai però come il re del cemento, Paolo Pizzarotti, che, come riporta il sito «Linkiesta», liquida così i proclami ecologici del sindaco omonimo: «Cose folli, qui c'è la crisi...». Diplomatica la famiglia Barilla: «C'è bisogno di buona amministrazione». Parma si dà di gomito. C'è chi prevede un tonfo a cinque stelle. E chi scommette sul Grillo salvatore: «Qualcosa si inventerà: se fallisce qui, gli salta il banco...».

 

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